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Nuove connessioni per il Mezzogiorno e il Sistema Italia nell’Europa 4.0

nuove-connessioni-napoli-26-luglioRiconnettere il Sistema Italia e rilanciare il Mezzogiorno per proiettarlo nella nuova dimensione della quarta rivoluzione industriale: questo il tema dell’incontro “Nuove connessioni per il Mezzogiorno e il Sistema Italia nell’Europa 4.0” promosso dall’ associazione Prospettiva Europea martedì 26 luglio a Napoli presso la sala registrazione dell’associazione internazionale Guido Dorso, partner dell’iniziativa con la rete AIM – rete istituti meridionalisti.
All’incontro moderato da Rosy Sica, sono intervenuti, Roberto Giuliani, presidente di Prospettiva Europea, Francesco Saverio Coppola, segretario associazione internazionale Guido Dorso, e in collegamento da Roma Raniero Chelli, responsabile progetti europei Unimed e Franco Chiarenza, già giornalista Rai, docente di storia della comunicazione.
L’idea dell’incontro nasce dagli spunti del volume Europa 4.0 Il futuro è già qui (Collana Europalab, Livingston 2019, a cura di Roberto Giuliani e Paolo Carotenuto) e delle evoluzioni del progetto in vista del prossimo step, Connecting Italy, in cui saranno formulate proposte in tema di formazione, lavoro, nascita di nuove imprese e nuove progettualità di sviluppo locale per il rilancio del Mezzogiorno e del Sistema Italia.

Il Video dell’incontro

La moderatrice Rosy Sica introduce la discussione partendo dallo scopo del volume Europa 4.0 di aprire una riflessione sulla rivoluzione digitale, finalità illustrata nel primo intervento di Roberto Giuliani che partendo dal nome del progetto spiega cosa si intende per 4.0, espressione che richiama all’innovazione tecnologica ma non va letta solo in riferimento a tale ambito bensì in un’accezione più ampia: quando parliamo di Europa 4.0 intendiamo la nostra società, una dimensione chiaramente europea senza ovviamente dimenticare il legame con quella locale, in una logica nuova che non considera più i 3 livelli (locale nazionale europeo) in contrapposizione bensì complementari. Il progetto nasce nel 2019, ben prima della fase pandemica, aspetto che ha evitato il rischio di una lettura emergenziale, e quindi contingente, di fenomeni che sono invece strutturali e vanno analizzati in una prospettiva di lungo periodo.
Siamo giunti ora al secondo step del percorso, passaggio dalla fase delle analisi a quella delle proposte, portate avanti con le realtà partner di Prospettiva Europea a partire dell’associazione internazionale Guido Dorso che ospita questo incontro, la rete Aim, il think tank The Smart institute, e altre associazioni e centri di ricerca.
Una nuova fase, il progetto “Connecting Italy” focalizzato su connessioni, regionali e interregionali, fare sistema, con attenzione ai nostri focus: nuova cultura del lavoro dell’innovazione e del fare impresa, da stimolare fin dalla fase della formazione universitaria e postuniversitaria, per favorire la nascita di nuove start up e soprattutto supportarle per garantire la sostenibilità e quindi stabilità del futuro tessuto produttivo. Un lavoro sinergico con gli stakeholders chiave dei territori per stimolare nuovi approcci positivi di cooperazione regionale e interregionale e consolidare le connessioni tra i sistemi locali in una dimensione europea ed euromediterranea.

Nel secondo intervento il prof Coppola, analizza lo scenario economico e i nuovi modelli sociali, in una fase di transizione in cui non si ha ancora una chiara consapevolezza del futuro dell’UE. Un contesto delicato su vari fronti da quello geopolitico a quello delle politiche monetarie alla crisi dell’apparato produttivo per l’impatto postpandemia e la contrazione della domanda che riduce i margini. Altra variabile chiave è l’inflazione, che nell’Est raggiunge anche il 9%, Italia e Germania intorno al 8, e il lato occidentale sotto il 7. Un quadro molto differenziato in cui spicca la crisi della Germania, riferimento per tutta l’Europa e soprattutto per l’Italia.
In tale scenario è fondamentale rimettere al centro dell’attenzione il Lavoro, questione spesso messa in secondo piano nelle politiche europee, da analizzare in chiave prospettica, nello spirito del progetto Europa 4.0 – Connecting Italy, ovvero guardare al lavoro che sarà, spingendo verso una forte innovazione di un sistema della formazione che continua a sfornare profili non in linea con le richieste del mercato.

Una rivoluzione totale in cui la dimensione tecnologica diventa sempre più centrale ed è sempre più importante trovare la giusta interazione uomo macchina, sottolinea la moderatrice nel dare la parola a Franco Chiarenza, che inizia la sua riflessione partendo dall’opportunità per il Mezzogiorno di saltare le ultime fasi del processo di industrializzazione, superando il gap accumulato, e proiettarsi direttamente nella nuova dimensone 4.0: un salto di qualità che potrebbe addiriturra trasformare il Sud in avanguardia. Ci sono però ostacoli difficili da rimuovere per poter utilizzare al meglio le risorse del Pnrr per colmare il deficit infrastrutturale, mai affrontato a dovere per ovvie ragioni: gli investimenti infrastrutturali vanno letti in prospettiva medio lunga che non danno quegli immediati ritorni elettorali generati invece da meccanismi clientelari dalla gestione degli appalti nel breve periodo. Per chiudere questo circolo vizioso bisogna puntare sulle infrastrutture strategici che possono portare nuovi investimenti in un orizzonte di più ampio respiro.

Invita ad una visione di lungo periodo anche Raniero Chelli, che partendo dall’incipit di Coppola in riferimento alla transizione, ricorda come negli ultimi decenni siamo sempre stati in una costante transizione. La differenza degli ultimi anni sta in un’accelerazione più forte (pensiamo ad esempio a innovazioni nelle tecnologie digitali come internet of things, blockchain, nft) che ci pone continuamente di fronte ad un interrogativo: quale sarà l’innovazione con cui dobbiamo confrontarci domani.
Questa velocità di trasformazione apre il campo a rischi di nuova disoccupazione ma anche nuove professionalità, concetto che si allaccia al tema chiave del progetto cui stiamo lavorando insieme, ovvero la formazione dei nuovi imprenditori, da fare in modo serio, senza creare false speranze. Non tutti sono capaci di fare gli imprenditori, bisogna fare un’analisi dei potenziali, capire cosa una persona può fare e cosa non può fare e nei ruoli scoperti individuare le professionalità adeguate e complementati per creare un team idoneo ad affrontare la sfida intrapresa.
Un ricco dibattito che ha toccato da differenti angolazioni e prospettive tre focus centrali del progetto Connecting italy: nuovo progetto per il Mezzogiorno, lavoro che cambia e formazione di una nuova generazione di imprenditori, aprendo la strada ai successivi step del percorso.

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