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Una nuova organizzazione del lavoro nell’era 4.0

collegamenti-zoomRipartire nell’Europa 4.0” il IX ciclo di Seminari dell’associazione Prospettiva Europea, è ripartito giovedì 8 ottobre con il convegno   “Una nuova organizzazione del lavoro nell’era 4.0“.
Il seminario, in partnership con Open Gate Italia e Radio Adp si è tenuto a Roma, presso lo Studio Pasqualoni, in via dei Gracchi, 60.
La discussione, partendo dagli spunti dei volumi “Europa 4.0 – Il futuro è già qui” a cura di Roberto Giuliani e Paolo Carotenuto e Intelligence economica e conflitto geoeconomico di Massimo Ortolani, si è incentrata sulle nuove dinamiche del lavoro, dallo smartworking al southworking alle nuove professioni, generate dalla rivoluzione digitale e dagli sconvolgimenti dell’emergenza pandemica.

Il dibattito, moderato da Massimiliano Nespola, giornalista esperto di politiche europee, è stato introdotto da  Andrea Morbelli di Open Gate Italia che ha evidenziato come la particolare fase che stiamo vivendo apra la strada allo sviluppo di nuove e più efficienti e virtuose modalità lavorative. Un corretto utilizzo dei nuovi strumenti può farci raggiungere il giusto equilibrio tra l’homeworking e in generale il lavoro da remoto e la necessità di un minimo di presenza e interazione all’interno delle aziende e delle filiere produttive, per garantire il contatto e la conservazione di un senso di comunità. Soluzioni ibride quindi, con una maggiore elasticità che possa superare alcune distorsioni vissute in questa fase, causa di grandi difficoltà anche negli indotti delle varie filiere.

Una differente prospettiva, dal fronte geopolitico, quella dell’intervento di Massimo Ortolani, consulente economico e autore del libro Intelligence economica e conflitto geoeconomico, che ha lanciato alcuni spunti sull’utilità degli strumenti della geoeconomia in un’epoca di grandi cambiamenti sul piano della politica internazionale e delle grandi trasformazioni economiche.

Due approcci apparentemente molto diversi, quelli dei due volumi oggetto della discussione, che tuttavia, come sottolineato da Roberto Giuliani, presidente Prospettiva Europea e curatore del libro Europa 4.0 si intrecciano e connettono nella premessa comune: l’impegno ad analizzare questo contesto in evoluzione fornendo chiavi di lettura per coglierne la complessità e multidisciplinarietà.
Approccio che è alla base del progetto del libro Europa 4.0,  nato nel maggio 2019, prima dell’inizio della pandemia: un dettaglio non da poco considerando che molti oggi stanno vivendo il cambiamento come qualcosa di emergenziale, quindi contingente e provvisorio quando in realtà è esattamente il contrario. Prospettiva Europea con questo lavoro sottolinea proprio come i cambiamenti epocali della rivoluzione digitale segnino invece l’inizio di una nuova era, che già negli ultimi anni ha prodotto i primi effeti. Il sottotitolo “il futuro è già qui” evidenzia appunto come le trasformazioni abbiamo gia avuto il loro pesante impatto sulla nostra società, imponendo la necessità di una nuova vision, una nuova lente per leggere la realtà. E’ questo l’obiettivo di questo primo volume della Collana Europalab che si appresta a passare al secondo step dalle analisi alle proposte, ipotizzando nuove soluzioni per nuovi modelli di sviluppo del Sistema Italia e di interconnessione tra gli
stakeholders chiave dei territori.
Soluzioni che devono nascere attraverso sperimentazioni dirette come questo seminario, realizzato in una formula “ibrida” in parte in presenza in parte attraverso collegamenti telematici a distanza, a testimoniare la volontà di Prospettiva Europea di mettersi in gioco in prima persona, in collaborazione con i propri partner, stimolando nuove modalità di lavoro, interazione e confronto.
Al centro delle attività dell’associazione c’è ovviamente l’Europa, particolarmente in questa fase di passaggio verso il settennato 2021-2027, una fase di svolta (a prescindere dal tanto discusso Recovery Plan per gestire l’emergenza) che sta proiettando l’Ue oltre la strategia Europa 2020 verso la nuova fase dell’era digitale.

Fondamentale in tale ottica, l’implementazione di programmi strategici di sviluppo. come sottolineato da Vittorio Calaprice, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, che inizia il suo intervento da un’analisi della svolta dello scorso Consiglio europeo di luglio in cui si è dato il primo via libera al Quadro pluriennale 2021-2027 (attualmente in fase di negoziato) in questa fase poco discusso essendo l’attenzione dei media concentrata sul “Recovery and Resilience facility Plan”. Il piano strategico per assicurare le “resilienza” del sistema europeo in questa fase emergenziale e favorire poi la ripresa, si muove su 2 binari:
1) Green Deal, gestire la trasformazione ecologica per raggiungere l’obiettivo dea neutralità climatica (emissioni zero);
2) Rivoluzione digitale, che parte dalla gestione dei dati verso scenari più complessi, anche sul piano giuridico e antropologico  come l’Intelligenza artificiale (libro bianco lanciato lo scorso 19/02) che nutrendosi di dati subirà un grande accelerazione all’interno di un ecosistema digitale, motore di sviluppo fondamentale per l’economia europea
Affrontare al meglio questa transizione consentirà di mettere le nuove generazioni nelle condizioni di gestire in modo sostenibile un mondo complesso.
Anche L’Italia deve presentare il suo piano per tradurre le proprie strategie in riferimento alle linee europee, che si dividono in 37% per green dail (circa 75 mld) e 20% (circa 40mld) per la rivoluzione digitale. Cifre imponenti, che in parte dovranno essere restituite (trattandosi di prestiti attraverso obbligazioni sul mercato internazionale) attraverso una nuova definizione delle risorse proprie attraverso un sistema di tassazione europeo, con l’introduzione di tasse sulla plastica,sui colossi del web e sulle transazioni finanziarie. Risorse che garantiranno il consolidamente dei programmi strategici della cooperazione europea come Horizon Europe, Digital Europe, i programmi per la coesione territoriale, i fondi strutturali. Una grande sfida che richiede l’impegno dei decision makers ma anche dei privati e in particolare associazioni, think tank ed enti di ricerca, come i soggetti protagonisti di questo convegno che conferma l’impegno di Prospettiva Europea nel perseguimento di questi obiettivi.

Importanza in tal senso del progetto Europa 4.0, confermata da Franco Chiarenza, docente di Storia della Comunicazione che conclude il dibattito (in collegamento zoom da Milano) partendo dal Mezzogiorno, un leitmotiv dei suoi interventi ai seminari di Prospettiva Europea, iniziativa che guarda all’Europa partendo dal Sud.  Il Mezzogiono deve approfittare di quest’occasione, drammatica per certi versi, che costringe tutti ad accelerare verso le nuove tecnologie verso un nuovo modo di operare e produrre, mettendosi nelle condizioni di partecipare a questo nuovo rilancio, se cosi non fosse sarebbe un’occasione persa.  Il rilancio del Mezzogiorno d’Italia è una questione di valenza europea, che richiede investimenti che segnino un cambio di passo verso soluzioni, coinvolgendo le nuove generazioni, per superare l’inerzia causata da abitudini clientelari e da una visione miopie che guarda ad un orizzonte di troppo breve periodo. Questa nostra iniziativa,con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti sta spingendo verso questa direzione: dopo aver analizzato nel libro le nuove dinamiche dell’era digitale a aver stimolato una nuova vision, questo secondo step mira a mettere a sistema le energie positive dei territori per raccogliere la sfida di un nuovo progetto di rilancio che consenta al nostro Mezzogiorno di realizzare quel “salto del gradino” proiettandosi, saltando gli schemi ormai superati dello sviluppo industriale tradizionale, direttamente nella nuova dimensione 4.0, puntando sulla formazione delle nuove generazioni e in particolare del nuovo tessuto imprenditoriale (start up, professionisti, nuovi lavori dell’economia digitale) e della nuova classe dirigente locale.

Il Video degli interventi, riprese a cura di Gianni Ortolani

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