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Territorio, Turismo e Glocalizzazione nell’Europa 4.0

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Valorizzare le risorse culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche dei territori con i nuovi strumenti dell’era digitale: questo è il tema del webinar Territorio, Turismo, e Glocalizzazione nell’Europa 4.0, tenuto Mercoledì 31 marzo a Roma presso la sala registrazione di Adp Radio, incontro del ciclo di seminari “Ripartire nell’Europa 4.0” dell’associazione Prospettiva Europea, dagli spunti del volume Europa 4.0 – Il futuro è già qui (a cura di Roberto Giuliani e Paolo Carotenuto – Livingston 2019 – Collana Europalab).

Il Video degli interventi

 

La rivoluzione 4.0 rimette al centro il Territorio secondo le nuove logiche della “Glocalizzazione” che declinano le dinamiche del mercato globale nei sistemi locali dalle filiere tradizionali a quelle dell’economia digitale, connettendo i differenti processi e mettendoli a sistema.

A questa premessa del webinar si collega il contributo di Massimo Ortolani, consulente economico, focalizzato sull Glocalizzazione intesa come creazione di strutture organizzative locali che mirano a diventare globali. L’economia glocale nasce dalle comunità, pone al centro la persona e il patrimonio culturale: una sintesi tra economia globale, valorizzazione dei territori e rispetto dei prodotti locali.
La glocalizzazione 4.0, prosegue Ortolani, deve focalizzarsi su una seria analisi dei contenuti della comunicazione, per evitare disfunzioni informative e appiattimenti verso bassi standard privi di specificità, come avviene ad esempio nelle azioni di marketing delle multinazionali, promuovendo la “resistenza” dei territori che rivendicano la propria peculiarità.
L’efficacia della glocalizzazione 4.0 dipende dalla funzionalità e accessibilità delle piattaforme digitali che possono arricchire i percorsi turistici e la fruizione di siti culturali con sistemi di QR code che consentono di accedere ad app illustrative.
Il turismo è legato alla storia e la nostra storia è soprattutto storia delle comunità: in Italia quindi glocal significa valorizzare tradizioni locali, ripartendo dalle origini, dalle piccole realtà.
Sul piano operativo vanno promosse iniziative pubblico-private di formazione di operatori specializzati in progetti di turismo diffusivo che intercetti una domanda interessata non solo ai siti tradizionali ma anche a quell’Italia meno conosciuta fatta di borghi, microimprese, produzione artigianale, tradizioni, antichi mestieri, artigianato, produzioni specializzate. Una domanda diversa, non legata agli stereotipi ma alla voglia di conoscere le comunità locali e il tessuto sociale e produttivo.

Ripartire dal piccolo quindi: su questo solco si muove anche il secondo intervento di Francesco Pascuzzo, giornalista esperto di turismo culturale. Un’esperienza legata ad un territorio specifico quello della costiera sorrentina e in particolare al settore food&wine e turismo culturale, che in questa fase ha bisogno di un nuovo slancio e nuovi investimenti, sfruttando anche le risorse della programmazione europea e del PNRR.

Il turismo sta ripartendo, ma forse non si è mai fermato, secondo Gaetano Vessichelli, Tourism designer, che sottolinea l’evidente cambio di rotta delineato dalla resistenza dei piccoli territori che hanno puntato sulla forza delle tradizioni. Lo stop ha portato ad una rimodulazione, una valorizzazione dei piccoli campanili, in contrapposizione alla programmazione turistica precedente che spingeva verso i lunghi viaggi soprattutto in aereo, sorvolando i piccoli territori senza visitarli.
La nuova modalità porta invece a muoversi meno, più lentamente e magari visitare meglio quelle piccole realtà prima dimenticate dagli itinerari classici.
La parola stessa di turista sta scomparendo lasciando il posto a quella di visitatore che vuole conoscere e vivere i territori. Si riparte quindi da un livello micro, dalle piccole comunità e dalle nuove generazioni, dai millennials, portatori di un nuovo approccio nei viaggi e nella scoperta dei luoghi.

Il dibattito moderato da Massimiliano Nespola, direttore di Adp Radio ha spaziato partendo da queste riflessioni, concentrandosi in particolare sulla necessità di un nuovo indirizzo strategico a livello europeo ma anche a livello nazionale, conferendo magari nuovi ruoli e una maggiore spinta propulsiva al Ministero del Turismo.

Nelle conclusioni Roberto Giuliani, presidente di Prospettiva Europea ha ricordato la centralità della glocalizzazione nel volume Europa 4.0 fin dalla sua premessa: l’Europa parte dai territori, i tre livelli di identità (locale, nazionale ed europea) non sono in contrapposizione tra loro ma rappresentano 3 stadi diversi e complementari di riscoperta delle proprie radici attraversando una linea continua senza cesure e confini. E seguendo tale linea va letta la nuova società europea 4.0, partendo dai piccoli territori e muovendosi attraverso le connessioni tra le filiere tradizionali e quelle più innovative.
E’ stata necessaria la pandemia? A questa domanda bisogna rispondere facendo attenzione a non legare troppo a questa fase emergenziale i cambiamenti epocali che stiamo vivendo, figli di un processo iniziato nei decenni scorsi. La riscoperta dei territori, della prossimità, seppur legata ad alcune nicchie, era un tema già centrale, che oggi sulla spinta degli sconvolgimenti di questi anni diviene prioritario nelle scelte di programmazione.
Le filiere culturali, creative, turistiche ed enogastronomiche, particolarmente colpite dall’attuale crisi, possono giocare un ruolo fondamentale anche in chiave occupazionale, essendo terreno fertile per progettualità innovative e nuove professionalità 4.0.

 

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