La sostenibilità 4.0 passa dalla costruzione delle nuove competenze
Editoriale del Numero XXV di Rivista Europalab.
di Roberto Giuliani.
Il percorso verso la nuova dimensione 4.0 passa necessariamente attraverso una nuova concezione di sostenibilità: una nuova visione dell’economia e dello sviluppo che si fondi su una nuova percezione del territorio, premessa per un diverso e più forte senso di appartenenza e cittadinanza.
Sentimento che può crescere, maturare e consolidarsi al meglio attraverso una riscoperta della natura e della ricchezza dei propri territori e delle peculiarità di luoghi, culture, costumi, tradizioni, anche grazie al supporto di adeguati percorsi di educazione ambientale promossi dalle istituzioni locali in sinergia con scuole, associazioni, tessuto sociale e operatori di sviluppo territoriale.
Il completamento della rivoluzione digitale in termini di migliore sostenibilità dei processi è strettamente connessa allo sviluppo di una nuova concezione del modo di fare business.
Nelle aree più innovative del mondo delle imprese è già diffusa da decenni una forte sensibilità ai nuovi processi di produzione sostenibili e adeguati alla tutela dell’ambiente e del territorio. Tuttavia c’è ancora molto da fare sul fronte delle competenze, anello debole dell’attuale stadio di avanzamento della rivoluzione 4.0.
Nuove competenze per lo sviluppo e un corretto impiego di quelle tecnologie abilitanti quali internet of things, cloud computing, big data analitics, robotica avanzata, per favorire l’innovazione e l’ampliamento della capacità produttiva, la diversificazione della produzione, e la realizzazione di nuovi prodotti, nuovi processi e nuove unità produttive in coerenza con le nuove logiche di sostenibilità ed efficienza energetica.
La formazione, fattore chiave anche su questo fronte dunque, ma richiede un nuovo impegno e strumenti adeguati.
E magari anche nuove strutture: nuovi hub, spazi di coworking, o altri ambienti collaborativi, finalizzati alla cooperazione, progettazione e co-creazione e soprattutto acceleratori e incubatori di talenti che possono crescere in nuovi ambienti dinamici, vivaci e capaci di stimolare una sana competizione e abitudine al confronto e al lavoro di squadra.
Qualsiasi processo di innovazione deve partire dai territori, e questo vale ovviamente anche per la sostenibilità dall’implementazione di progetti di transizione energetica e digitalizzazione delle amministrazioni comunali, da nuovi modelli di mobilità sostenibile, rigenerazione urbana ed efficientamento energetico di immobili, politiche agricole e di gestione delle risorse naturali per una riscoperta del territorio e una valorizzazione del capitale umano: nuovi approcci per nuove sfide.
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