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Connecting Italy – Fare rete partendo dai territori. Roma, Adp, 7/05/24

profilo-libro-connecting-foto-di-nazarenoProsegue a Roma il ciclo di presentazioni del volume Connecting Italy promosso dalle associazioni Prospettiva Europea, Guido Dorso e The Smart Institute, a cura di Roberto Giuliani e Paolo Carotenuto.
Un libro articolato in dodici contributi volti a valorizzare l’importanza del mettere in connessione stabile e duratura differenti visioni e competenze, diversi angoli di osservazione che stanno stimolando diversi dibattiti nel ciclo di seminari di presentazione, che si concentra ogni volta su una specifica tematica. Quella su cui si è incentrato il dibattito del 7 maggio a Roma presso l’associazione Adp è stata il valore del fare rete partendo dai territori, con particolare attenzione alle realtà del Terzo Settore.

La discussione è iniziata con uno scambio botta e risposta tra il moderatore, Domenico Scala, Responsabile attività culturali Adp e Roberto Giuliani, Presidente Prospettiva Europea e curatore del libro per illustrare l’evoluzione, anche alla luce dei profondi cambiamenti vissuti in questi ultimi anni, del progetto dal primo volume Europa 4.0 (2019) a Connecting Italy (fine 2023) ovvero dall’analisi dell’impatto della rivoluzione digitale e della globalizzazione sulle dinamiche economiche e sociali alle proposte per affrontare questa nuova era 4.0 partendo dal valore delle connessioni e del fare rete.
Un leitmotiv trasversale ai dodici contributi del volume e ai tre pillar (Formazione/Costruzione delle nuove competenze/Nuovi hub – Nuove dinamiche del fare impresa – Connessioni territoriali del Sistema Italia partendo dal Mezzogiorno) da un lato e dall’altro fondamentale criticità, analizzata fin dai primi step del percorso, che contribuisce in modo determinante al gap di competitività del nostro Paese nel nuovo scenario europeo e globale.

E la discussione entra nel vivo proprio su questo focus con la testimonianza di Mauro Mancini, Presidente dell’associazione Adp con cui Prospettiva Europea ha realizzato diversi tavoli di confronto oltre a laboratori formativi su scenari europei e progettazione. Un esempio del fare rete nel terzo settore, sia in senso orizzontale (tra realtà omogenee) che verticale (tra soggetti diversi ma complementari) che in questa fase di transizione può risultare strategico non solo per le tradizionali attività sociali ma anche nella costruzione di nuove competenze e nella digitalizzazione delle aree rimaste indietro e nel supporto alle fasce di popolazione con maggiori difficoltà, ambito in cui Adp è sempre stata all’avanguardia, progettando e implementando attività formative di alfabetizzazione informatica di anziani e altri soggetti con scarsa dimestichezza nell’uso delle tecnologie.

Sul confine profit-no profit si è mosso l’intervento successivo di Raniero Chelli che partendo dal suo saggio “Supporto alla nuova imprenditorialità” ha sottolineato l’importanza di capire le attitudini necessarie a svolgre l’attività di imprenditore e i ruoli da mettere in rete per fare impresa: da qui la necessità di strutture di supporto, soprattutto alla luce della nuova sfida dell’intelligenza artificiale che come tutti gli strumenti innovativi richiedono un’adeguata comprensione e capacità di adattamento.

Sul terzo pilastro di Connecting Italy, quello dei territori, con particolare attenzione al Mezzogiorno e alla Calabria, si è concentrato l’intervento di Massimiliano Nespola, che ha raccontato l’inizio della collaborazione a questo progetto, un esempio del fare rete anche in situazioni complesse come quelle della fase pandemica: proprio in quella fase ha iniziato la stesura del suo saggio “Reconnecting South of Europe” partendo da alcuni case study calabresi analizzando come quando tutto si ferma nasce la necessità di andare oltre i limiti, inventare nuove modalità d’azione, uno spunto interessante per lavorare a creare le premesse per il “salto del gradino” del Mezzogiorno direttamente nella dimensione dell’Europa 4.0.

E delle prospettive di questa nuova Europa ha infine trattato Franco Chiarenza, che ha supportato con la sua esperienza fin dall’inizio questo progetto. Chiarenza inizia il suo intervento sottolineando proprio la positività dell’essere un progetto, cosa rara di questi tempi, e partire dal Mezzogiorno, sfida importante e necessaria che può riuscire a condizione che si superino i limiti degli approcci passati, privi di una dimensione progettuale che solo le nuove generazioni possono costruire, partendo dalla tecnologie, da un nuovo modo di comunicare e di vivere. Bisogna fare un salto e l’economia digitale consente di farlo. Il progetto Europa 4.0 – Connecting Italy mira a stimolare il nostro sistema socio-produttivo e i principali stakeholders dei territori in questa direzione, sensibilizzando l’opinione pubblica e in particolare le nuove generazioni verso un approccio dinamico e collaborativo al lavoro in team e al fare rete e soprattutto verso una vision nuova e positiva delle profonde trasformazioni del nostro tempo, soffermandoci non tanto su quello che rischiamo di perdere bensì su vantaggi e opportunità delineate dai nuovi scenari.

Un concetto chiave quello con cui Chiarenza chiude il suo intervento, ripreso anche da Scala e Giuliani, nella sintesi conclusiva, sottolineando l’impegno del team di Prospettiva Europea e della rete Connecting Italy a portare questa testimonianza per stimolare gli operatori della progettazione nei territori a fare squadra, amalgamarla e metterla bene in campo, “mettere insieme i pezzi del mosaico” in un’ottica di coesione e complementarietà, per affrontare nel modo giusto le sfide di questo futuro che è già qui.

Il video dell’incontro

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