Verso nuovi ecosistemi dell’innovazione
Editoriale del Numero XIX di Rivista Europalab
La capacità di rispondere alle nuove sfide 4.0 e sfruttare le opportunità della nuova programmazione europea e del piano di rilancio nazionale passa attraverso la costruzione di nuovi ecosistemi dell’innovazione idonei ad aggregare le migliori energie del tessuto locale, che potranno così inserirsi gradualmente nel mercato globale senza abbandonare quanto costruito sul territorio, valorizzando il lavoro fatto attraverso le connessioni a livello interregionale e transnazionale.
In un’epoca caratterizzata dall’intangibile e dall’extraterritorialità c’è tuttavia una necessità di spazi fisici dove svolgere questo lavoro sinergico: luoghi di aggregazione e di interazione dove conservare il senso di comunità, oggi più che mai necessario per costruire un nuovo spirito identitario e nuove modalità dello stare insieme.
Soluzioni che devono nascere dalle interconnessioni tra gli stakeholders chiave dei sistemi locali, in un’economia certamente globale ma che richiede soluzioni che partano da una dimensione di prossimità territoriale.
Dimensioni che a seconda delle differenti scelte strategiche e priorità possono essere trovate tanto nei centri storici delle principali, naturali crocevia di flussi sia interni che di passaggio, tanto al di fuori delle aree urbane, per favorire la decongestione delle attività e dei trasporti e fornire strumenti a chi, grazie alle nuove opportunità dello smartworking ha operato scelte abitative differenti preferendo residenze periferiche o di provincia.
In tali contesti si possono realizzare spazi che diano a questi professionisti la possibilità di preservare un senso di community anche in location lontane dai tradizionali luoghi di business.
La nuova società 4.0 prenderà forma soprattutto grazie a questi nuovi spazi di lavoro, collaborazione, coworking, formazione, per lo sviluppo di nuove idee e progettualità, idonei a dare nuova linfa vitale alle economie locali ed essere punti di riferimento sia per il tessuto produttivo preesistente ma soprattutto per quello futuro, da costruire mettendo a sistema le nuove realtà, le filiere innovative e quelle tradizionali.
Roberto Giuliani
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