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Verso gli Stati Uniti d’Europa?

Loredana Pierucci Ventriglia

Relazione di Loredana Orlando al Seminario “Verso gli Stati Uniti d’Europa?”, primo incontro del II Ciclo Verso Europa 2020, Napoli, CEICC – Europe Direct, 10/01/2013

Il II ciclo dei seminari “Verso Europa 2020” promosso dall’associazione Prospettiva Europea si apre con un interrogativo “Verso gli Stati Uniti d’Europa?”. Una domanda alla quale l’Unione Europea non ha ancora fornito una risposta chiara in termini di politica federale in prospettiva dell’unione politico-bancaria degli Stati membri. Infatti lo scenario attuale si configura con il frazionamento della moneta unica in diciassette politiche economiche nazionali. Pertanto, si pone la necessità di istituire una politica federale allo scopo di arginare gli squilibri tra i Paesi dell’Ue promuovendo una comune politica di sviluppo e di bilancio.
In tal senso, occorre far riferimento al veto posto dai singoli Stati in merito al controllo dei bilanci nazionali. Nell’ambito del I ciclo dei seminari, infatti, è stato affrontato il tema sul veto delle sovranità nazionali da Maastricht ad oggi. La crisi economica degli ultimi anni ha indotto i governi degli Stati membri a ricorrere all’approvazione di provvedimenti legati alla contingenza. Provvedimenti come il Fiscal compact, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la Tobin Taxpertengono dunque alla congiuntura economica propria di questo periodo, non essendo stati ratificati né dal Trattato di Maastricht (1993) né dai successivi fino al Trattato di Lisbona (2009). Tuttavia, oggi l’Europa avrebbe potuto fronteggiare meglio i colpi della crisi se, all’epoca di Maastricht, i Paesi membri non avessero posto il veto alla politica di controllo dei singoli bilanci. L’obiezione era dovuta alla tutela delle sovranità nazionali, difesa in particolare dalla Germania in virtù della potenza economica del marco. In quel contesto, alla Banca centrale europea (Bce, sorta nel 1999) era stato affidato il ruolo di garante del contenimento dei prezzi nella fase di passaggio dalle singole valute alla moneta unica, l’euro. In realtà, l’effettivo controllo sulla speculazione causata dal cambio era stato poi delegato agli organi nazionali e periferici.
Pertanto, solo di recente (13 dicembre 2012) i ministri dell’economia e delle finanze dei ventisette Stati dell’Ue sono giunti ad un accordo in merito alla supervisione unica bancaria. Dal 1 marzo 2014, dunque, la Bce avrà il compito di monitorare tutte le banche della zona euro e dei Paesi fuori dalla moneta unica che aderiranno all’unione. L’obiettivo precipuo della supervisione unica è, quindi, interrompere il circolo vizioso tra banche e crisi dei debiti. Tra i meccanismi introdotti nella riunione dei ministri emerge l’“organo di mediazione” preposto all’assunzione delle decisioni nel caso in cui il Consiglio dei governatori della Bce dovesse porre veti ai provvedimenti del «Consiglio dei supervisori», il nuovo organismo della Bce incaricato della sorveglianza. Il mediatore sarà rappresentato da un membro di ogni autorità nazionale e, quindi, la decisione ultima spetterà agli Stati. Tuttavia, l’inserimento di tali correttivi si sono resi necessari in seguito alle perplessità espresse dal governo tedesco sulla sovrapposizione dei compiti della Bce relativi alla politica monetaria e alla vigilanza. Altri dubbi sono stati formulati dalla Gran Bretagna e dalla Svezia a causa del ruolo preponderante dei Paesi euro in seno all’Eba, l’autorità oggi incaricata della supervisione sulle banche della Ue. A tale proposito è stata varata l’opzione della doppia maggioranza finalizzata a bilanciare il peso dei Paesi euro. Per approvare i regolamenti, dunque, occorrerà una maggioranza dei Paesi euro e dei Paesi non euro. L’accordo sulla supervisione unica- cui finora non hanno aderito Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca – assicura gli stessi diritti a tutti gli Stati, sia nel «Consiglio dei supervisori» sia nell’“organo di mediazione”. Pertanto, il meccanismo di supervisione unica costituisce la prima tappa dell’unione bancaria e apre la strada alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-Stati Esm. Un passo necessario per non far pesare sui debiti pubblici le operazioni di sostegno alle banche in difficoltà.
Nel corso del I ciclo dei seminari il tema sulla cooperazione tra la sponda nord e la sponda sud del Mediterraneo è stato al centro dell’incontro sulla Prospettiva Euromediterranea. Nell’ambito delle politiche comunitarie volte alla condivisione interregionale sui diversi piani d’intervento, non è stato ancora raggiunto l’obiettivo della creazione dell’area di libero scambio euro-mediterranea prevista entro il 2010. Infatti gli elementi cardini del congresso di Barcellona (1995) concernono questioni tuttora irrisolte come le forme di cooperazione intergovernativa, la sicurezza, le relazioni socio-culturali ed economiche. Pertanto, l’investimento finanziario per circa 12 miliardi di euro per il periodo 2007-2013 (si tratta dell’Enpi, Strumento Europeo di Vicinato e di Partenariato) non ha ancora prodotto concrete opere di incentivo allo sviluppo, soprattutto nei settori strategici dell’energia e della mediazione culturale. Lo scenario attuale si caratterizza per l’assenza di una strategia politica in grado di coniugare gli interessi economici con l’inclusione delle realtà eterogenee che costellano il Mediterraneo.
Tuttavia, si profilano possibilità di cooperazione tra il nord e il sud del Mediterraneo in seguito alla decisione del Consiglio Europeo (14 dicembre 2012) di dare mandato alla Commissione di sviluppare una specifica strategia nel 2014 per la Macroregione Adriatico-Ionica. Così viene a crearsi la terza Macroregione d’Europa, dopo il Baltico e il Danubio, e la prima nell’Europa del Sud. L’Ue, dunque, focalizza l’attenzione sulle nuove politiche e strategie che guardano al Mediterraneo come concreto motore di crescita in grado di realizzare progettualità (da una nuova rete trasportistica moderna e intermodale ad iniziative per la pesca, per la sicurezza e per la protezione ambientale etc.) in un contesto europeo e intercontinentale. In tale prospettiva, sono ai nastri di partenza vari progetti finanziati dall’Ue volti a creare opportunità di interscambio e di buona governance nell’area adriatica.

Loredana Orlando
Associazione Prospettiva Europea

La relazione

Le slides

I Video

Introduzione di Roberto Giuliani e Relazione di Loredana Orlando

Intervento del prof. Andrea Pierucci

Intervento del prof. Sergio Ventriglia

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