Una nuova identità che parta dai territori
Editoriale del Numero 29 di Rivista Europalab.
Nella storia recente, in ogni fase di crisi e di riflessione sulle possibili strategie di rilancio il Mezzogiorno torna puntualmente al centro del dibattito politico con la consueta ricerca di nuove ricette e possibili soluzioni per colmare lo storico ritardo accumulato nelle precedenti fasi di industrializzazione e il disallineamento tra le differenti aree del Paese.
Cosa che avviene anche oggi in una fase storica in cui l’Italia, così come l’Europa tutta, deve ritrovare un’identità e una collocazione chiara nel complesso e intricato scenario globale.
Il repentino sviluppa delle tecnologie di comunicazione digitale e dell’intelligenza artificiale impongono un’accelerazione nell’adeguare il Sistema Italia. in tutte le sue articolazioni, alla nuova dimensione 4.0, sfruttando le nuove opportunità per colmare i gap di sviluppo e digitalizzazione, soprattutto nelle aree meridionali, per propiziare finalmente quel salto del gradino verso una nuova dimensione economica e sociale.
Un periodo cruciale anche per il cammino del nostro Pnrr: nelle prossime tappe capiremo se saremo stati in grado di cogliere le opportunità per lanciare nuove progettualità e colmare i gap strutturali dei territori meridionali, con una programmazione di ampio respiro che dia concretezza alla scelta di unire le differenti zone economiche speciali del Mezzogiorno in un’unica grande Zes.
E nuove opportunità possono venire dalla programmazione comunitaria, in una fase in cui il progetto europeo per andare avanti necessita di un rilancio, e come sottolinea anche da Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività dell’economia europea, lo scenario globale può rappresentare un valido sprone per trovare quel coraggio di affrontare quelle scelte strategiche (politica estera e difesa comune, semplificazione normativa, digitalizzazione, supporto alle nuove imprese) che rilancino con forza il processo di integrazione in una prospettiva di una reale coesione. Un’azione che oltre a rilanciare il tessuto produttivo e favorirne l’innovazione e il giusto ricambio generazionale, unisca le culture europee, valorizzi la ricchezza culturale rappresentate dalla diversità di storie lingue e tradizioni e che amalgami le tante piccole comunità, in un grande Comunità europea, in coerenza con lo spirito originario dei trattati e l’intuizione dei padri fondatori.
Le progettualità di sviluppo locale vanno inquadrate nelle dinamiche globali un’ottica di differente rapporto col territorio, che possiamo vivere in modo più pieno in una ritrovata identità locale nazionale ed europea in una nuova accezione non di alternativa contrapposizione ma di propositiva complementarità.
Ricostruiamo l’identità europea ripartendo dai territori è l’unica via per una vera coesione per affrontare le sfide del nuovo scenario geopolitico ed economico, le nuove esigenze sociali e di nuovo welfare, la transizione digitale ed energetica, con un approccio positivo che guardi con fiducia al futuro che è già qui.
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