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Il mutamento dei processi politici nell’era della comunicazione digitale

platone-aristoteleSintesi Workshop Winter School CSTA 2014 – Processi Politici
Il mutamento dei processi e delle istituzioni politiche nell’era della comunicazione digitale è stato oggetto di confronto e dibattito nel workshop Processi politici e innovazione istituzionale.
I concetti di e-democracy e di e-governance si pongono come componenti chiave della cittadinanza nella società dell’informazione ed espongono l’amministrazione pubblica a promuovere la partecipazione dei cittadini nella definizione dei processi decisionali ed amministrativi, attraverso l’utilizzo degli strumenti dell’informazione tecnologica (ICT).
La partecipazione dei cittadini rappresenta oggi un obiettivo centrale nelle politiche pubbliche, un elemento fondamentale nel processo di ammodernamento delle istituzioni democratiche e di inclusione sociale, che si affianca alla necessità di una gestione più efficiente dei servizi amministrativi (e-government).

In Europa il rafforzamento e l’introduzione di nuove forme di partecipazione dei cittadini, sono identificati come elementi fondamentali del processo di ammodernamento delle istituzioni democratiche e di inclusione sociale, strettamente correlati al principio di sussidiarietà.
Nel concetto di sussidiarietà è implicito quello di partecipazione, altra parola chiave della discussione, intesa come coinvolgimento dei cittadini alla costruzione europea in tutti i suoi ambiti, economico, sociale, fiscale, integrazione culturale, valorizzazione delle differenze culturali, religiose e linguistiche, tutela dei consumatori. Al fine di favorire tale processo è necessaria una spinta verso una armonizzazione normativa nei principali ambiti di riferimento.

SEMPLIFICAZIONE DELLE NORME – Bisogna, a tal proposito, fare attenzione a non enfatizzare il ricorso a nuove leggi per la risoluzione di problemi e la tutela di diritti. Il problema politico è, semmai, la necessità di semplificare un quadro normativo divenuto incomprensibile per la maggioranza dei cittadini, per i quali è tanto più difficile rispettarlo quanto più questo diviene complesso. L’eccesso di norme, del resto, è impotente dinanzi al vero grande deficit esistente nella società moderna, rappresentato dalla mancanza totale di senso etico. La convenienza, la speculazione hanno progressivamente soppiantato il senso di benessere comune, producendo la crisi della rappresentanza politica dei giorni nostri.

ETICA – L’etica è stata l’altro elemento centrale dibattuto nel corso del workshop, sempre più in crisi in un sistema nel quale i movimenti politici e la classe dirigente hanno toccato il punto più basso in termini di credibilità. Un corto circuito che ha prodotto gravi conseguenze in termini di coinvolgimento dei cittadini, con una disaffezione sempre più marcata dallo strumento principe in cui si materializza la partecipazione alla vita democratica del Paese: il voto.

In un simile quadro, anche percorsi virtuosi volti a favorire l’integrazione dal basso delle istanze partecipative, come il decentramento amministrativo, falliscono miseramente in un sistema politico basato su connivenze e logiche distorte.
In particolare, il processo di riforma della pubblica amministrazione avviato con la legge n.59/1997 (cosiddetta legge Bassanini) che semplifica e localizza territorialmente funzioni amministrative strumentali alla soddisfazione degli interessi pubblici e basata sul principio di sussidiarietà (verticale ed orizzontale), anziché produrre un tangibile miglioramento dei servizi offerti e una politica territoriale più efficace, sembra aver creato nuovi agglomerati di potere con un accentuato livello di autoreferenzialità e ancor più difficili da contrastare.
Si aggiungano i limiti imposti dal rispetto del Patto di Stabilità Interno (PSI) posto a presidio dei vincoli fiscali imposti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, e dunque, finalizzato a prevenire il rischio di indebitamento degli enti territoriali.

In tal senso opererebbe l’attuale riforma della pubblica amministrazione (L. 11 agosto 2014, n. 114, c. d. riforma Madia) il cui obiettivo consiste nell’incrementare l’efficienza e la trasparenza amministrativa, nonché il disegno di legge costituzionale che propone l’abolizione del bicameralismo perfetto ritenuto causa dell’immobilismo italiano verso l’attuazione delle politiche pubbliche.
La conversione del Senato in una camera rappresentativa delle autonomie locali, dovrebbe recare un “regionalismo cooperativo” sancito all’art. 116 Cost., basato sulla reciproca collaborazione, locale e statale, al fine di ottenere efficienza e produttività nella cura degli interessi pubblici.

PARTECIPAZIONE – È indubbio, tuttavia, che la reale concretizzazione delle politiche pubbliche e l’effettività del sistema istituzionale, dipendano dal rapporto intercorrente tra governanti e governati. Solo il recupero della dimensione partecipativa potrà realizzare il bene comune e scongiurare il pericolo di quella società liquida paventata da Bauman, passiva e anestetizzata dalla globalizzazione e dal conformismo. Un rischio acuito dalla rapida diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, che stanno riconfigurando gli ambienti della comunicazione politica delle democrazie occidentali.

Del resto le principali forze politiche sono andate sempre più verso una personalizzazione del messaggio politico strettamente correlato al leader di turno, caratteristica che la letteratura in materia considera unanimemente come manifestazione di derive populiste.

Si rilevano molte difficoltà rispetto alla definizione del concetto di partecipazione della cittadinanza attraverso il web 2.0. In questo senso è necessario tenere conto di molti fenomeni, tra i quali l’intercambio tra partecipazione online ed offline, ma anche tra azione e passività. Bisogna inoltre tenere conto della difficoltà di definire la trasparenza politica in un contesto Beta-permanente – ovvero perennemente soggetto alla possibilità di repentini aggiornamenti e modifiche.

Il web 2.0 è descritto come un’arena di scambio di opinioni, di libertà – a volte esasperata – di espressione, ma risulta molto difficile definirlo come portatore di trasparenza. L’interrogazione è dunque legittima: cittadini più impegnati e politiche condivise oppure arguta operazione di marketing?

Con il contributo di Angelo Cirillo, Pasquale Di Lieto, Seka Niangoran Gabin, Eleonora Lega, Anna Lodeserto, Veronica Mameli, Jessica Romeo, Alessandra Serra e la partecipazione di Mimmo Roma e Mirko Fiasco
Coordinatori workshop: Antonio Campati, Paolo Carotenuto

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