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Scacco Matto: Performance, Pari Opportunità e Criminologia

Quale altro titolo dare ad un articolo che presenta e consiglia un libro il cui titolo è già di per se completo e descrittivo dei contenuti?

Quando ho letto per la prima volta la copertina del libro non avevo ancora capito la forza che conteneva e i chiarimenti per tutti coloro che si apprestavano a leggerlo, vittime o semplicemente lettori interessati alla materia.

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Scacco matto: mai locuzione più azzeccata per descrivere la sensazione di coloro che sono perseguitati e cercano di trovare una via di uscita come persi in un labirinto e che, infine, costretti con le spalle al muro, si guardano intorno e comprendono che qualsiasi mossa sceglieranno hanno già perso.

Libro scritto con impeto passionale, con forza, consapevolezza e rabbia perché è ancora tutto così difficile da trasmettere e da cambiare.

La discriminazione, intesa come abuso, molestia, compromessi sul lavoro, compromessi nella vita, essere sempre secondi a qualche uomo meno meritevole o anche a qualche donna non meritevole per quella materia, stenta ancora ad avere il giusto supporto sociale, psicologico e legale. Le vittime di questi soprusi subiscono ancora il plagio di essere gli artefici della loro stessa condanna; si perché ove non vi sono tutele dagli Enti statali coinvolti a vario titolo, si è condannati quasi ad una morte civile oltre che umana. Solo chi non ha mai sentito una testimonianza di una di queste situazioni può lontanamente pensare che si tratti di un’esagerazione.

Francesca Beneduce si è guardata intorno ed ha cercato di capire da quante buche faceva acqua tutto il sistema sperimentando, purtroppo, lei stessa che spesso l’attacco e la condanna crudele proviene da “compagne di genere”.

Nelle istituzioni mancano organi di controllo atti a garantire il benessere e la creazione di un clima sereno sia sul lavoro che nelle famiglie, in tutti i vari contesti che si creano quando più persone interagiscono per qualsiasi attività. Ciò non solo nel pubblico ma anche nel privato. Mancano organi di supporto psicologico e di verifica di comportamenti manageriali equilibrati, improntati al rispetto dell’essere umano, improntati alla legalità e non all’abuso di potere o scaturenti da un delirio di onnipotenza. Manca tutto ciò che nelle aziende pubbliche e private rende un’azienda sana, sanità che si traduce anche dal punto di vista economico nell’evoluzione dell’impresa anziché nel declino delle aziende cui oggi assistiamo.

Il primo dicembre c’è stata la presentazione del saggio edito da Argento Vivo Edizioni nella sede della Città Metropolitana di Napoli presentata da Tiuna Notarbartolo dell’associazione Elsa Morante durante la kermesse “Luoghi Abitanti”, inaugurata il 25 novembre, data divenuta simbolo della lotta internazionale alla violenza di genere. La presentazione del libro è stata introdotta da Luigi Grossi, artista pittore napoletano, che ha parlato del colore rosso fuoco scelto per i suoi dipinti, colore non solo simbolo del sangue come morte violenta, alle quali assistiamo ancora (sono già 104 le vittime di femminicidio in Italia nel 2022), ma simbolo anche nascita.

presentazione

 Erano inoltre presenti l’avv. Antonella Verde che si è soffermata sul clima tossico nell’ambito lavorativo che, sebbene comune per ogni genere, è caratterizzato da situazioni di innesco e implicazioni effettive che sono diverse da genere a genere, richiedendo pertanto trattazioni diverse. Ha inoltre sottolineato l’importanza dell’impegno comune per la diffusione di una cultura di protezione, di supporto e tutela per le vittime di violenza di ogni natura.

La dott.ssa Anna Capasso Dirigente al patrimonio della Città Metropolitana Comune di Napoli, ponendo attenzione sull’aspetto legato alla valutazione del personale, ha portato la sua esperienza personale di mobbing invitando al rispetto della persona e al riconoscimento immediato di “persone patologicamente violente” che esercitano la violenza in maniera anche formale. Anna Capasso si ritiene fortunata in quanto il suo ruolo nel suo ambito lavorativo e la sua cultura su certe tematiche le sono state di aiuto ad affrontare e superare i soprusi agiti. Ha nondimeno invitato le istituzioni ad assicurare una maggiore presenza di psicologi, psicoterapeuti o altre figure di supporto all’uomo nelle aziende sia pubbliche che private.

La dott.ssa Raffaella De Vivo, assessore alla cultura del comune di Quarto, delegata del sindaco di Quarto Antonio Sabino, ha posto l’accento sull’importanza delle prime figure formative della personalità dell’ individuo e cioè la famiglia e la scuola a cui si deve riconoscere il compito della diffusione del rispetto delle differenze di genere.

La dott.ssa Maria Rosaria d’Anna, medico, che si è occupata tra l’altro anche di medicina del lavoro, ha raccontato la difficoltà di farsi riconoscere come medico e non come donna medico destinata, secondo alcuni stessi medici, ad aree mediche più legate alla famiglia, come ginecologia o pediatria. Ha parlato delle pari opportunità e delle quote rosa, che sono quasi un’offesa per le donne: “siamo ciò che siamo… è i maschi sono stati generati da noi e cresciuti per la galera…”, una sorta di sconfitta per le donne stesse che generano un proprio nemico, se rinunciano ad educarlo al rispetto delle diversità e al vivere civile . Una rassegnazione alla diversità che viene già inculcata dai genitori, nel trattamento diverso che destinano ai propri figli maschi e donne. Le diverse concessioni che vengono fatte agli uni o altre, anche con riferimento allo stile di vita.

Il Generale dell’AM Francesco Bianco, che ha curato la prefazione del libro di Francesca Beneduce, ha manifestato la sua innata ammirazione per le donne, rievocando un passo della genesi, il morso della mela, frutto dell’albero della sapienza, da parte della prima donna: ha sottolineato, simpaticamente, come la donna abbia acquisito Lei per prima la sapienza rispetto all’uomo fin dalle origini, circa 0,15’ prima dell’uomo e che questo vantaggio lo abbia sempre portato avanti accrescendolo e mai perdendolo. Bianco continua evidenziando come le donne siano vittime di se stesse. La “lotta” delle donne, la vittoria sui soprusi e sugli abusi sono penalizzate dalla mancanza di coesione; sono le stesse donne che non hanno ancora imparato, come da tempo lo hanno già fatto gli uomini, ad essere solidali tra di loro. Gli uomini vivono, in maggioranza, rappresentandosi nelle situazioni con una solidarietà di genere che prescinde dalla conoscenza personale o da affinità elettive. Le lotte delle donne muoiono per mancanza di supporto delle une alle altre, che le vedono sempre come competitor e non hanno ancora sviluppato quella solidarietà di comunione di interessi e diritti necessari per la tutela delle stesse.

Queste ed altre tematiche si leggono e scorgono dalla lettura del libro “Scacco Matto”.

Francesca Beneduce chiude la presentazione riferendosi al sistema della valutazione delle performance e all’organo costituito per tali valutazioni – OIV –.

La distinzione di genere è purtroppo alla base anche della visione nella scelta del personale destinato a particolari attività rendendo difficile per una donna la sua affermazione in settori che per sub cultura sono destinati agli uomini. Ciò destina la donna ad una lotta continua di affermazione che spesso la porta alla rinuncia o ad una estromissione di questa da ruoli “decisionali”.

A fine presentazione incontro Francesca.

Io: “Francesca 450 pagine di lunga lettura, 3 libri in un’unica raccolta”.

F.B.: “Avevo ancora tanto da dire ed ancora tanto ne ho, non solo da dire ma anche da condividere. Il mio obiettivo non è certamente commerciale ma di diffusione di un messaggio di sprone alle donne per la difesa dei propri diritti e non mi fermerò qui”.

Io: “Nel libro parli di tanti aspetti anche diversi tra di loro e specialistici. Hai lavorato veramente tanto per essere così chiara soprattutto per i neofiti”.

F.B.: “Sono stata sempre impegnata in queste tematiche ed altre attinenti, tutto fatto con passione e fiducia in una riorganizzazione più garantista da parte delle istituzioni. Posso affermare di aver vissuto e di vivere ancora 5 vite.

Io: “Hai mai vissuto direttamente le situazioni che descrivi nel tuo libro?”.

F.B.: “Si purtroppo, mi sono trovata anche io con le spalle al muro rimanendo vittima in situazioni in cui le mie colleghe invece di supportarmi mi hanno visto come rivale, penalizzandomi ed estromettendomi da attività promosse e seguite direttamente da me. Mentre io ero impegnata a lavorare anche per loro ed a condividere il mio lavoro, loro facevano il giro dai potenti politici di turno per escludermi, non perché incapace che ci potrebbe anche stare, quanto perché non gradita. Ho esorcizzato questa cattiveria canalizzandola in energia “pulita”.

Io: “Mi parli della tua esperienza relativamente alle performance”

F.B.: “Tra le diverse esperienze fatte, quella della valutazione del personale apicale delle amministrazioni come componente e Presidente di Organismo Indipendente della Valutazione iscritta all’elenco nazionale del dipartimento della Funzione pubblica mi offre l’opportunità di declinare la materia paritaria in obbligo normativo così come si evince dal D.lgs. 150/2009 ed a controllare e valutare quanto attuato in tal senso. È un ruolo ispettivo molto delicato e poco conosciuto anche ai cittadini che hanno un ruolo rilevante per le nostre valutazioni di controllo e garanzia. Purtroppo anche in questo contesto la maggior parte degli organismo sono costituiti da 2 uomini ed 1 donna, quasi mai con ruolo di Presidenza e coordinamento, al rinnovo si predilige la sostituzione della donna piuttosto che degli uomini, naturalmente esistono eccezioni. È necessario ancora insistere su questi concetti operando in una logica di squadra sistemica”.

Io:”Grazie Francesca per il tuo contributo e la tua disponibilità”

F.B.:”Grazie a te e alla prossima”.

Buona Lettura

Lisa Muto

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