Ripartire dal Territorio
La rivoluzione 4.0 se da un lato abbatte confini e barriere geografiche dall’altro rimette al centro il Territorio secondo le nuove logiche della “glocalizzazione” che offrono alle piccole realtà l’opportunità di competere sui mercati internazionali pur conservando la sede operativa delle attività nella propria terra d’origine.
Un cambio di paradigma che allarga i confini e favorisce un nuovo rapporto col territorio e nuove dinamiche della gestione del lavoro, delle relazioni e degli spazi.
Trasformazioni che in questa particolare fase che stiamo vivendo potrebbero essere erroneamente interpretate come una situazione contingente ed emergenziale, quando in realtà si tratta di cambiamenti epocali che richiedono strategie di lungo respiro e una programmazione che parta dalla valorizzazione delle risorse peculiari dei territori.
Il rilancio dei sistemi locali in un’ottica 4.0 deve partire al potenziamento delle connessioni tra le filiere tradizionali (agricoltura, artigianato, cultura, turismo) e le nuove attività dell’economia digitale, lavorando sugli anelli di congiunzione tra i due mondi, sfruttando le nuove tecnologie per innovare e collegare al meglio tra loro i differenti processi produttivi.
Innovare comporta anche un nuovo approccio nelle relazioni, verso partenariati strutturali e sostenibili, a livello territoriale, nazionale e trasnazionale, attraverso scambio di buone pratiche, coordinamento e integrazione tra settori complementari.
Le filiere delle attività culturali e audiovisive e quella turistica, particolarmente colpite dall’attuale crisi, possono giocare un ruolo fondamentale non solo nella valorizzazione dei territori ma anche in chiave occupazionale, essendo terreno fertile per nuove progettualità e nuove professionalità.
Nuove figure professionali da formare e sviluppare in un’ottica di lavoro 4.0, profili sempre più autonomi e freelance, che devono nascere da un processo di auodeterminazione, innovandosi e reinventandosi per collocarsi al meglio nella nuova economia e di conseguenza nella nuova società europea 4.0.
Un nuovo approccio al lavoro che apre la strada ad una nuova cultura del fare impresa, uno slancio vitale necessario soprattutto a quei territori come il nostro Mezzogiorno che in questa delicata fase di transizione possono sfruttare le opportunità della rivoluzione digitale e compiere quel famoso “salto del gradino” che può proiettarli verso i nuovi stadi di sviluppo che caratterizzeranno i prossimi decenni.
In tale prospettiva assume un ruolo centrale l’attività formativa, per far crescere e “accompagnare” al lavoro queste nuove figure e in particolare i nuovi imprenditori. Attività che non può essere delegata solo agli istituti tradizionalmente preposti all’istruzione delle nuove generazioni, ma che richiede un grande sforzo sinergico di tutti i principali stakeholders dei sistemi locali.
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