Ricette economiche e populismi: quale via per l’Europa?
Il VII Ciclo di Seminari di Rivista Europalab a cura dell’associazione Prospettiva Europea, ha preso il via Martedì 28 novembre 2017 presso la sede romana di Rubbettino Editore: un’occasione per consolidare le partnership con Rubbettino, l’associazione Scuola di Liberalismo, il centro studi Einaudi Lab e Campagne Liberali,
sinergie volta a valorizzare ricerche ed elaborati prodotti nell’ambito dei percorsi formativi di ispirazione liberale, in perfetta simbiosi con lo spirito che anima fin dall’inizio i laboratori di ricerca e progettazione di Prospettiva Europea al fine di arricchire e completare la didattica d’aula con sperimentazioni concrete e al tempo stesso costruire e consolidare i gruppi di lavoro che portano avanti le attività dell’Associazione.
Coerentemente con tale spirito nasce questo seminario: dallo spunto fornito da un gruppo di studiosi del Centro Einaudi Lab sull’evoluzione delle politiche economiche in Germania e la ricaduta di tali scelte sui risultati delle recenti consultazioni elettorali. Una riflessione sull’impatto delle scelte di politica economica sulla perdita di consenso elettorale delle forze di governo a vantaggio delle formazioni che cavalcano posizioni demagogiche e populiste.
Un lavoro sintetizzato nel paper “L’austerity paga? Chiedetelo ad Angela Merkel” presentato nel corso dell’incontro e discusso con i partecipanti con i contributi della Prof.ssa Veronica De Romanis, del Prof. Franco Chiarenza e del dott. Vittorio Calaprice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
L’interrogativo di partenza è: possono le scelte di politica economica arginare i populismi o al contrario rischiano di alimentarli?
Spesso sul banco degli imputati in riferimento alle colpe delle derive demagogiche ed estremiste in Ruropa, le politiche di austerity in questo studio vengono analizzate sotto una lente diversa, sottolineando come le politiche di austerity non vengano imposte da Bruxelless, come spesso si pensa, ma siano in realtà frutto di precise scelte, talvolta obbligate, di politica economica interna e come queste se attuate in modo corretto possano generare fenomeni di espansione. L’austerity non va letta in contrapposizione alla crescita, la prima può anzi essere uno strumento per quest’ultima.
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