Politica di Coesione: istruzioni per l’uso
Intervento di Andrea Pierucci al Seminario “Politica di Coesione: istruzioni per l’uso” quarto incontro del I Ciclo verso Europa 2020. Napoli, cEICC – Europe Direct, 11/12/2012
Nella mia riflessione, voglio partire dal concetto di Solidarietà, un termine non più molto di moda oggi, cardine del processo di costruzione europea, derivante dal legame di corresponsabilità dei soggetti coinvolti rispetto agli obiettivi da perseguire. Il concetto di Solidarietà nei trattati è espresso in termini di Coesione, sociale, economica, territoriale, che si traduce ne concreto in una programmazione settennale adeguata a distribuire in modo efficace le risorse e pianificare gli interventi nei vari ambiti in coerenza con tale principio.
Il sistema di Coesione resta un pilastro, che fornisce ad aree depresse e gruppi sociali in difficoltà, un’opportunità per migliorare la propria situazione.
I programmi sono inquadrati in una periodica programmazione finalizzata alla distribuzione su 7 anni delle grandi masse di risorse sulle grandi aree di intervento. Oggi ci sono paesi contrari alla distribuzione e alla coesione sociale che si battono per ridurne le spese, ritenendo di pagare più di quanto ricevono. In realtà tutti, anche i più forti, possono trarre dei vantaggi da una maggiore coesione sociale: basti pensare alla stessa Germania che ha basato la propria riunificazione sulle risorse dei fondi di coesione.
Oggi l’Unione Europea adotta un regolamento generale dei fondi strutturali molto più ampio rispetto al passato; questo per definire una serie di principi di funzionamento dei nuovi fondi che possono essere riassunti in 4 concetti chiave.
1) Concentrazione: concentrare diversi fondi su una determinata a rea consente di creare condizioni di sviluppo per specifici territori attraverso programmi integrati quali ad esempio quello che si sta realizzando a Prato, con un’integrazione di differenti azioni (integrazione sociale, formazione, etc) per far emergere il lavoro sommerso.
2) Coerenza: i fondi oggi possono essere destinati solo per progetti coerenti con gli obiettivi della Strategia Europa 2020, con le decisioni del semestre europeo, con i programmi nazionali.
3) Risultati: mentre prima ci si concentrava sull’ottenimento dei fondi, oggi ci si focalizza sulla valutazione dei risultati prodotti dai progetti finanziati.
4) Condizionalità: definisce le condizioni per ottenere i finanziamenti, ovvero rispetto dei principi Europa 2020 e dei programmi nazionali e verifica dei risultati. Fin qui corrisponde in sostanza all’elemento di Coerenza; la peculiarità sta nel riferimento alla macrofinanza, ovvero l’attribuzione dei fondi agli stati e alle regioni a condizione del rispetto degli stati membri delle regole relative alla stabilità di bilancio, cioè il raggiungimento degli obiettivi in termini di debito e deficit.
In questa ridefinizione dell’uso dei fondi europei e delle prospettive finanziarie abbiamo quindi un’inversione di tendenza rispetto al passato: oggi elemento fondamentale è creare condizioni di sviluppo, elemento chiave per il superamento della crisi economica, che difficilmente può avvenire senza il volano di un intervento pubblico
E’ stato rilevato come in passato i fondi di coesione non abbiamo generato lo sviluppo atteso: per questo oggi la Commissione pone l’accento sui risultati attesi: se un progetto non da garanzie di poter produrre determinati risultati coerenti con gli obiettivi prefissati, non sarà approvato. Cambia quindi l’impostazione, dalla ricerca di finanziamenti per dare respiro alla propria economia alla formulazione di progetti di sviluppo strutturati per i quali occorrono risorse superiori a quelle nazionali, che vengo appunto richieste all’UE.
Il sistema europeo è da sempre caratterizzato da forti elementi di contraddizione in contrasto con lo spirito originario dell’UE. Anche l’impostazione della nuova programmazione dei fondi strutturali è caratterizzata da due elementi di contraddizione:
1) Condizionalità macroeconomica per uso fondi strutturali: i paesi forti tendono a colpevolizzare gli stati deboli e a punire gli stati non in regola con gli impegni, una contraddizione di fondo con la ragion d’essere dei fondi strutturali.
2) Contrasto con il concetto di Solidarietà: la necessità impone che serve un intervento pubblico forte non per lo sviluppo delle aree depresse, bensì per lo sviluppo del Sistema.
Oggi ci troviamo in una crisi difficile, dovuta anche a contraddizioni internazionali molto forti, con elementi nuovi che dimostrano come il sistema dominante non sempre funzioni con una rindustrializzazione, che dopo il trionfo assoluto dell’economia dei servizi potrebbe portare ad un ritorno all’impiego nell’industria.
La nuova programmazione dei fondi strutturali si propone quindi in questo momento particolare. Bisogna attendere l’esito della discussione in corso in merito al bilancio 2014-2020 per capire in che modo l’UE intende affrontare questa delicata fase di passaggio.
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