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L’ultimo Cavaliere

berlusconi-e-gallianiSilvio Berlusconi torna nel mondo del calcio acquistando il Monza. Adriano Galliani sarà l’amministratore delegato dei brianzoli.

17 mesi: dal 13 aprile 2017 al 28 settembre 2018. Tanto è durata la lontananza di Silvio Berlusconi dal mondo del calcio. Dalla cessione del Milan a Li Yonghong all’acquisto da parte della Fininvest della totalità delle quote societarie del Monza.

I primi passi sono stati la conferma di Nicola Colombo (figlio di Felice, alla guida del Milan dal 1977 al 1980) come presidente e, soprattutto, la nomina dello storico amico Adriano Galliani come AD del club, riformando, di fatto, il binomio che ha scritto pagine importanti nella storia del Milan e dell’intero movimento calcistico, grazie ai 29 trofei conquistati nei 31 anni di presidenza rossonera.

Per Galliani si tratta di un ritorno nel team biancorosso, di cui è stato vicepresidente dal 1984 al 1986, anni in cui il sodalizio lombardo militava in Serie B. Proprio la promozione in cadetteria, da cui mancano dalla stagione 2000/2001, è l’obiettivo dichiarato dei brianzoli dopo il 4° posto dello scorso campionato e la prematura eliminazione nei play-off contro il Piacenza. Il ritorno in Serie B servirebbe anche a cancellare le tante difficoltà sportive ed economiche seguite alla retrocessione del 2001, suggellate da ben due fallimenti (2004 e 2015).

Il Monza detiene inoltre un record molto particolare: le 38 partecipazioni complessive alla Serie B lo rendono il club più presente nella seconda categoria del calcio italiano a non essere mai approdato nella massima serie. Anche le otto promozioni in cadetteria (l’ultima nel 1997) e le quattro affermazioni nella Coppa Italia di Serie C (la più recente nel 1991) rappresentano primati che la nuova proprietà vuole migliorare nel minor tempo possibile.

“Sono stato per 31 anni in prestito al Milan, ora torno a casa” e ancora “Milan-Monza? La sognerò tra due anni”. Adriano Galliani ha già le idee chiare su quelli che sono gli obiettivi nel breve e medio periodo della sua nuova creatura, consapevole anche che negli ultimi anni non sono stati pochi i doppi salti di categoria dalla C alla A: Cesena, Novara, Frosinone, Spal, Benevento e Parma (addirittura triplo per i ducali, la cui scalata è iniziata dalla Serie D), solo per citare quelli dell’ultimo decennio, senza dimenticare le fuori categoria Napoli e Genoa del 2007.

La squadra allenata da Marco Zaffaroni, nonostante non abbia ottenuto la vittoria nelle due partite disputate successivamente all’insediamento della nuova società (un pareggio e una sconfitta), è partita bene, con 10 punti nelle prime 5 giornate e il 2° posto in classifica, a una sola lunghezza dal Pordenone capolista.

E Berlusconi? Come dichiarato da Galliani, l’acquisto del Monza da parte del Cavaliere “è stata una questione romantica, voleva fare qualcosa per il suo territorio”. Sette chilometri: è la risibile distanza che intercorre tra Villa San Martino, residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore, e lo stadio Brianteo, impianto in cui i biancorossi disputano le loro gare casalinghe. Il legame del leader di Forza Italia con il Monza è sempre stato molto forte: infatti, sul finire dello scorso millennio, i brianzoli erano divenuti una sorta di società satellite del Milan, che mandava in prestito tanti giovani calciatori per farli maturare in riva al Lambro.

Un regalo di compleanno (82 candeline spente il 29 settembre) costato 2,9 milioni di euro: questa è la cifra spesa dall’ex Presidente del Consiglio per prelevare il Monza da Nicola Colombo. Una spesa lontanissima da quella che serviva per il mantenimento ai massimi livelli del Milan, che, specialmente negli ultimi anni, anche per gli impegni politici, sembrava divenuto ormai un fastidio.

E chissà che, in una piazza importante, ma sicuramente meno esigente rispetto a Milano, il binomio Berlusconi-Galliani non possa rinverdire lo straordinario palmarès maturato nel trentennio rossonero, coronando il sogno di portare per la prima volta in Serie A il Monza e permettendo allo stadio Brianteo di ripopolarsi dopo tanti, troppi anni di vuoti.

Stefano Scarinzi
8 ottobre 2018

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