Innovazione, Impresa e Nuove Generazioni nell’Europa 4.0
Torna in presenza anche a Napoli il ciclo di seminari “Ripartire nell’Europa 4.0” a cura dell’associazione Prospettiva Europea, dagli spunti del volume “Europa 4.0 – Il futuro è già qui“, lunedì 5 luglio presso The Spark Creative Hub – Mondadori Bookstore: si è discusso in particolare di Innovazione, Impresa e Nuove generazioni, con il Prof. Mario Raffa (Direttivo PNI Premio Nazionale per l’innovazione) e il curatore del libro Roberto Giuliani.
Ha moderato il dibattito Nazareno Barone, sociologo e regista, che introducendo la discussione ha sottolineato come questo lavoro è stato anticipatore di processi, in un certo senso un libro “visionario” che ha descritto innovazioni strutturali già in atto da anni che tuttavia molti stanno scoprendo solo ora, in questa fase emergenziali.
Giuliani ricorda che questa esperienza nasce per fornire chiavi di lettura per questo futuro è gia qui, questa società in continua evoluzione, complessa da “fotografare” in tempo reale, i cui mutamenti spesso vengono “subiti” senza essere pienamente interiorizzati. Un processo di trasformazione iniziato negli anni 80 e tuttora in corso, un percorso senza soluzione di continuità, ragion per cui non possiamo distinguere le singole fasi come nelle prime due rivoluzioni industriali caratterizzate da eventi specifici, particolari momenti o scoperte.
Cambiamenti epocali che richiedono nuovi approcci, una nuova vision e soprattutto una nuova cultura del lavoro e del fare impresa.
C’è paura di fare impresa? I giovani fanno impresa? E in che misura? Nel mondo chi fa impresa in che misura risponde alla necessità di nuova occupazione e tale occupazione in che misura sostituisce quella che si perde?
Questi gli interrogativi da cui prende il via l’intervento del prof. Raffa.
Guardando a livello mondiale la maggior parte del nuovo lavoro viene creato dalle nuove imprese, per questo è importante investire in esse ed è importante e decisivo il ruolo dei giovani.
Nel 2003, prosegue Raffa, costituimmo la AIU associazione italiana incubatori per sostenere chi vuol fare nuova impresa, giovani ma non solo perché le nuove idee di impresa vengono spesso dal mondo della ricerca (come ad esempio per i vaccini) per fare qualcosa di competitivo, per migliorare la qualità dei servizi forniti ai cittadini.
In questo futuro che è già qui ci sono le condizioni sufficienti a far sì che tutti i giovani trovino un lavoro soddisfacente? Al momento sicuramente no, per questo è importante una nuova cultura che parta dal comunicare il concetto che fare impresa è possibile. Gli imprenditori che innovano hanno bisogno di chi si muove nel mondo della conoscenza, quindi un matrimonio tra chi fa nuova impresa e chi fa impresa tradizionale e vuole innovare crea una situazione win win in cui crescono tutti i soggetti coinvolti, in quanto lo scambio arricchisce entrambi.
Le connessioni tra diverse generazioni arricchiscono i giovani delle esperienze dei più anziani, che a loro volta si arricchiscono delle intuizioni dei nativi digitali, con maggiore dimestichezza del nuovo contesto. E’ fondamentale che ci sia il giusto mix generazionale con i giovani a gestire l’impresa e i più anziani a supportarli: sono queste le situazioni in cui si registrano casi di successo, che in Italia provengono soprattutto dalla tradizione artigiana. Ovviamente nel campo dell’high tech ci sono complessità diverse e occorrono mirate politiche di sostegno.
L’innovazione, come affermato nella premessa di Europa 4.0, non riguarda solo l’high tech ma tutti i settori : la cultura umanistica e quella scientifica non sono contrapposte bensì complementari e in certi casi la prima è ancora più importante, in quanto contribuisce a creare un ambiente di lavoro favorevole ad una maggiore crescita personale e professionale.
Con la scelta dell’espressione 4.0, prosegue Giuliani, abbiamo corso il rischio di essere fraintesi e confinare il discorso al solo ambito tecnologico, ma dopo 2 anni di questo percorso possiamo dire che è passato il concetto corretto: parliamo di trasformazioni dell’intera società, per Europa 4.0 intendiamo il nuovo tessuto economico e sociale europeo, la cui costruzione passa da una nuova cultura del lavoro e soprattutto dalla formazione delle nuove competenze, in particolare le soft skill.
Competenze dove sono forti soprattutto i giovani e le donne, riprende Raffa: spesso i giovani prendono in mano nell’azienda nonostante ci siano soggetti più anziani nell’impresa e questo porta maggiori velocità di crescita.
Le imprese gestite da donne hanno una velocità in più, in quanto sono capaci di creare una dimensione di lavoro ottimale che valorizza le competenze e le esperienze con una più equilibrata crescita dei membri dell’azienda. Fare impresa è anche realizzare i progetti di vita: non possono essere i professori ad alimentare i progetti di vita ma devono svilupparsi in gruppo con persone che condividono un percorso.
Nei 20 saggi del libro c’è tutto ciò che serve per mettere insieme un sistema dell’innovazione vincente, questo scambiarsi dei pareri è importante perché porta la nascita di nuove idee e nuove competenze. Lo scopo era lanciare un nuovo approccio, l’obiettivo è stato raggiunto, ora dobbiamo passare allo step successivo, quello delle proposte.
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