Il Vino nell’Europa 4.0 – Innovazione, Territorio, Sostenibilità
Ripartire dal Territorio verso una dimensione europea e internazionale, tessuto produttivo del Mezzogiorno, filiera del Vino, riscoperta delle ricchezze naturali in una gestione sostenibile delle risorse.
Questi gli argomenti chiave della quinta tappa del tour di presentazione del libro “Europa 4.0 Il futuro è già qui” della Collana Europalab di Prospettiva Europea, coincidente con l’ottavo ciclo di Seminari Europalab.
L’incontro “Il Vino nell’Europa 4.0 – Innovazione, Territorio, Sostenibilità“, svolto giovedì 1 agosto 2019 alle 17 presso il Mavv Wine Art Museum alla Reggia di Portici, è stato incentrato su riscoperta di culturale e tradizioni enogastronomiche del territorio e nuove progettualità di sviluppo sostenibile.
Una discussione partita dalla dalla premessa che per competere nella nuova economia digitale è fondamentale fare sistema, partendo dalle filiere produttive e in particolare quella agroalimentare e vitivinicola. Da qui la scelta della location: il Mavv ha tra le sue finalità, descritte dal Founder & Ceo Eugenio Gervasio, essere un punto di riferimento per questo mondo, un luogo di confronto per conoscere questo settore strategico, far riscoprire alla cittadinanza e soprattutto ai giovani il Vino e il “Bere consapevole”.
L’attenzione di Prospettiva Europea per le filiere strategiche, dall’artigianato all’agrifood, è stata descritta nell’introduzione di Lucia Guadagni che ha ripercorso il cammino di preparazione di questo volume e come esso rispecchi in pieno la trasversalità e interdisciplinarietà delle attività dell’associazione, essendo stato realizzato da un variegato team di professionisti con differenti vissuti e background.
E questa trasversalità contraddistingue anche il ciclo di presentazioni che sta gradualmente facendo tappa sui differenti angoli strategici del territorio campano e nazionale per analizzare l’Innovazione in tutte le sue sfaccettature.
Questo approccio multilaterale ai processi di innovazione è stato ribadito anche dagli interventi di Luigi Di Vicino, focalizzato sulla questione ambientale e sulla necessità di pervenire ad un uso sostenibile delle risorse partendo da percorsi integrati di sviluppo tecnologico, e di Giovanni Di Cecca, che si è soffermato sulla rivoluzione dei fablab e sul cambio di paradigma che essa ha generato, abbattendo il pilastro della produzione di massa e aprendo la strada a processi produttivi su piccola scala, opportunità importante per la crescita di tessuti economici caratterizzati da piccole realtà, come quello italiano e in particolare quello del Mezzogiorno.
Lo scambio conclusivo tra il moderatore Francesco Castagna e i curatori del volume Roberto Giuliani e Paolo Carotenuto ha toccato alcuni punti chiave del libro: le difficoltà di leggere e accogliere questo futuro che è già qui, i collegamenti tra le differenti dimensioni locale, nazionale europea e internazionale, la valorizzazione dei casi di best practices come il Polo di S.Giovanni a Teduccio, il valore fondamentale di questo volume che affronta l’innovazione da un approccio umanistico rendendo l’argomento fruibile anche ai non addetti ai lavori.
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