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Il sogno di una spiaggia libera ed accessibile

Vi sono luoghi che donano immagini e panorami di bellezza gratuita, luoghi dove la natura lotta continuamente per sopravvivere dignitosamente ad un insopportabile ed obiettivo abbandono. Luoghi che sono rifugio di coloro che conservano intatto e inossidabile l’anello di congiunzione della catena che lega l’uomo al proprio territorio e nel quale l’uomo stesso si confonde.
Il litorale di Bagnoli è uno di questi luoghi. Lontano dalla maestosità di altri litorali, volontà dei locali di conservare questo patrimonio naturale senza alterarlo con interventi di cementificazione o costruzioni che vanno a ridurre, ulteriormente, gli spazi naturali già così pochi a Napoli; è un luogo di tranquillità e benessere per tanti.  Certo questo litorale ha vissuto anch’esso giorni fausti nel passato ma oggi, dopo tante lotte, tanti tentativi di gestione privata e/o pubblica siamo ancora davanti ad una zona che è, per la problematica a cui tutto il mondo dedica attenzione, e cioè l’inquinamento, anacronisticamente e di fatto abbandonata. Tutte le iniziative pensate e progettate non riescono a concretizzarsi o a raggiungere una soluzione, vuoi per l’interminabile burocrazia che richiede tempi biblici,vuoi per altre volontà, e tutto a differenza di ciò che accade in altre zone di diverso interesse, sì perché il litoraneo di bagnoli è quello popolano, del popolo che non organizza le ferie e che approfitta di ciò che la natura gli regala godendoselo fino in fondo senza pagare tributi di accesso. E’ il litorale che permette a chiunque voglia godersi un momento di tranquillità in riva al mare dopo il lavoro di andarci senza preoccuparsi di prenotare o fare file,come accade per accedere a lidi privati, è la spiaggia delle mamme che portano i bambini a prendere un po’ di sole senza impegni economici, la spiaggia delle persone anziane che si ritrovano come ai vecchi tempi, destinazione di vacanza estiva per tanti cittadini.

Altri litorali sono più fortunati ad attirare l’attenzione per interventi pubblici di manutenzione o di semplicemessa in sicurezza, sì perché appena subentrano interessi economici si smuovono le montagne. E invece qui, Comune e Regione ancora assenti nel rendere accessibile in sicurezza e vivibile per quanto possibile, almeno un minimo, il litorale. Però allo stato attuale risulta questo:
Area demaniale interdetta perché negli anni non si è provveduto neanche a mettere una rete di contenimento della caduta dei sassi o di terreno. Le aree demaniali sono aree, per definizione, inalienabili che dovrebbero essere messe a disposizione dell’utilizzo da parte della collettività e quindi della cui manutenzione e protezione di questi bene se ne dovrebbero occupare gli Enti pubblici. Tra l’altro nel cartello affisso non è riportato neanche il numero dell’ordinanza e questo cartello non impedisce a persone, che non hanno altre alternative, di accedere alla spiaggia.Sarebbe,pertanto, urgente un immediato intervento per la rimozione almeno dei pericoli esistenti e non derivanti dalla natura ma da intervento umano. Come si evidenzia dalla foto un lembo di cemento sostenuto dal nulla ma lasciato li a rischio e pericolo di coloro che inavvertitamente potrebbero calpestarlo. Le mamme, i vecchi i bambini vi accedono in quanto fiduciosi di una supervisione statale.

E’stata fatta un’indagine geologica? Sono stati fatti interventi successivi per rendere praticabile almeno la spiaggia? Sono stati fatti interventi di messa in sicurezza? (apparentemente no) E’stato messo un cartello inutile preso da un deposito senza neanche un riferimento preciso all’ordinanza e ad indicare semplicemente “vi avevamo avvisati”. La politica di Pilato.
E no, non avvisate nessuno anzi vi attivate come avviene quando vi sono interessi economici di vari centri di potere decisionale.
Per non parlare dello scarico a cielo aperto che attraversa la spiaggia libera su via di Pozzuoli, che va direttamente a mare e rende impossibile anche un’autodepurazione delle acque.
Si potrebbe pensare a tanti esempi di scelte di intervento ma basta riportarne uno del 2021; la frana su via Benedetto Croce, Costiera Amalfitana.
In occasione della fine dei lavori avvenuta in tempi record vi fu una paranza capeggiata da rappresentanti politici campani e imprenditori,un’autoesaltazione degli interventi avvenuti in tempi record.
La Regione lo ritenne un intervento urgente, e stanziò subito a tal proposito, 4 milioni di euro. L’intervento era realmente urgente, e da tempo e, ancora una volta, qualche santo che protegge la povera gente ha evitato un lutto cittadino.

Ecco ora il paragone; il litorale di Bagnoli, che dire, sono ancora presenti idrocarburi e ferro e non si è provveduto ad un intervento urgente come nel caso di Amalfi. Vi è la collina di Posillipo da cui cadono sassi direttamente sulla spiaggia di Nisida (da qualcuno denominata cala Badessa), eppure quando si parla di sicurezza non possono essere fatte scelte improntate ai soliti risvolti economici degli interessi di parte coinvolti.

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Paragonando le due realtà viene in risalto subito:
tabella-articolo-01
spiaggia_bagnoli_lisamutoQuesto giusto un paragone che evidenzia l’impronta della scelta degli interventi di messa in sicurezza dei luoghi pubblici e la bonifica del territorio. Potrei continuare ma il mio obiettivo è un altro: le spiagge di Bagnoli continuano ancora a non essere sicure e a non essere praticabili e né la Regione né il Comune si impegna realmente a rendere accessibili questi spazi o, come li definisce la legge “siti”, che avrebbero la finalità di essere goduti dalla collettività evitando di andare a finanziare attività turistiche in altri territori rinunciando a quell’esperienza di comunità, che è la tradizione di questo litorale e che si caratterizza anche per la mescolanza di profumi di cibo che le persone portano con sé e consumano sulla spiaggia e che spesso condividono anche con persone appena conosciute.
Certo è evidente che se non si trova un accordo definitivo per la composizione degli interessi su questo territorio, anche lo stato con il suo insano clientelismo, non è interessato ad un’azione concreta ma ad apparenti interventi di emergenza che sono quegli interventi che per chi non ne conosce la natura regolamentare sembra vogliano risolvere il problema ma sono interventi di tamponamento, di chiacchiere e di animi esacerbati.
La bonifica è una cosa diversa.

Il D. Lgs 152/06 prevede dei procedimenti penali di natura delittuosa a carico di chi altera in modo significativo e misurabile, l’originaria consistenza della matrice ambientale e dell’ecosistema, del suolo e del sottosuolo, e non provvede in tempi perentori alla bonifica di esso.
Il tutto sembra bellissimo se non fosse che da questi termini perentori sono esenti gli enti statali la cui priorità è di natura economica.
Ora non voglio dilungarmi sul valore delle vite umane partendo dalla certezza che quando alcuni interessi economici di privati saranno soddisfatti e risulterà interessante ed urgente bonificare anche tutto il litorale di Bagnoli, istituzionalizzando la tangente di accesso, gli Enti preposti si ergeranno a salvatori dell’ambiente.
E’ chiaro che lo stato potrebbe organizzarsi con strutture speciali di intervento destinate solo alla bonifica evitando tutte le problematiche connesse alle gare di appalto, ai tempi lunghi che impongono gli accordi tra le parti e ai grandi esborsi economici, assumendo e formando risorse specializzate, le stesse che attualmente paga a caro prezzo dai privati e quindi spendendo solo 1/3 di ciò che attualmente spende a vario titolo.

Lisa Muto

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