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Il RUGBY: uno stile di vita!

Quando vai a vedere una partita di rugby e vedi un pallone ovale tenuto in mano come se fosse un tesoro da proteggere, centimetri di muscoli che fuoriescono dalla maglia, sguardi intensi e decisi, molta concentrazione, hai quasi paura che stia iniziando una lotta tra guerrieri.  E invece nel rugby si gioca con un avversario, non contro un avversario. E a fine partita, i giocatori hanno un terzo tempo, di abbracci, strette di mano e birra insieme.

In questo sport infatti non conta il singolo ma la squadra, non esiste il primo della classe ma tutti giocano per dare sostegno all’azione, al compagno. Un gioco che da lezioni di civiltà e vita. Il rugby è uno sport aggressivo, ma non violento, un giocatore non si placca senza palla e l’arbitro è un educatore: prima di fischiare il fallo, ti avverte. Nessuno osa protestare. E fa uso della moviola quando c’è una meta contestata.

In occasione del Match Day di domenica 20 novembre incontro Rodolfo Antonelli, coordinatore del settore minirugby dei bambini nati dal 2010 al 2019.

rugby

Rodolfo parlaci della storia degli Amatori Napoli Rugby.

R. La squadra degli Amatori Napoli Rugby nasce, nel 1998, da una fine, quella del Cus Napoli Rugby, una squadra che per oltre 30 anni aveva rappresentato l’altra faccia del rugby a Napoli.

La passione di un gruppo di “anziani” ex giocatori e “anziani” giocatori cussini, danno vita ad una nuova creatura con la mission di promuovere dal basso ed in chiave moderna la pratica del Rugby.

L. Oggi chi porta avanti questa tradizione?

R. Lo si deve alla volontà di un gruppo storico del rugby partenopeo (imprenditori e liberi professionisti ex giocatori della Partenope), che sta ricostruendo il rugby affondando un piede nella tradizione del Cus Napoli e delle indimenticabili gesta della squadra nata proprio nell’area ex Italsider. Un patrimonio di uomini e amicizie dedicato allo sviluppo del gioco, dell’etica e della cultura del rugby tra i ragazzi di Napoli e dei Campi Flegrei. Raffaele D’Orazio, Angelo D’Angelo e Enzo Iorio portano l’esperienza di uomini di rugby e uomini di vita di una Napoli d’altri tempi, al loro fianco i giocatori-operai-dirigenti che seppur ancora in campo si organizzano per costruire le fondamenta della nuova creatura (Diego D’Orazio, Rodolfo Antonelli, Pietro di Francia, Vittorio Mauriello, Luca Monticelli, Maurizio e Gianluca Ziveri, Michele Catania).

L. Raccontami un evento che ti ha emozionato:

R. Nel 2003, quando si partecipò al campionato seniores in serie C, si mescolò il vecchio e il nuovo, il sacro e il profano, anziani giocatori da serie A e B di altri tempi si ritrovarono con giovani cresciuti nelle giovanili di Enzo Iorio.

L. Uno sport pieno di valori si vede e si sente. Ma qual è la vostra missione oltre al puro gioco?

R. L’Amatori Napoli Rugby si pone, sin dalla sua nascita, la missione di promuovere e sviluppare i valori etici ed educativi del gioco del rugby tra i bambini e i ragazzi dei quartieri più disagiati dell’area flegrea di Napoli e provincia. Facendo particolare attenzione a coinvolgere i genitori dei ragazzi alla vita ed all’organizzazione della Società, tentando di creare un momento di aggregazione e di scambio di esperienze all’interno del movimento così da favorire naturalmente la crescita del gruppo.

L. Vi sono state difficoltà a trovare spazi per questo sport?

R. Vi sono state notevoli difficoltà non solo di carattere economico per sopperire alla completa assenza di infrastrutture nel Territorio ma oggi l’Amatori Napoli Rugby ha una struttura in affidamento esclusivo chiamata “Villaggio del Rugby”. Nonostante il difficile contesto socio-economico, Amatori rappresenta una realtà ed un modello per i risultati ottenuti. Infatti la società conta circa 450 tesserati suddivisi tra le categorie under 5, under 7, under 9, under 11, under 13, under 15, under 17 e under 19 (élite), campionati seniores (maschile e femminile) serie A. Ci sono inoltre tre squadre Old di cui una femminile ed una maschile di rugby touch. L’Amatori Napoli Rugby si pone come obbiettivo quello di essere a Napoli un’alternativa autorevole e innovativa rispetto agli sport “sociali” della città (Calcio, Basket, Volley e Pallanuoto).

L. Grazie Rodolfo per la storia di tenacia e passione che ci hai raccontato.

R. Grazie a voi e vi aspetto tutti domenica all’ex Nato a Bagnoli.

Lisa Muto

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