IL RILANCIO DEL PROCESSO DI COSTRUZIONE EUROPEA: Sintesi della giornata di studio di Prospettiva Europea al Festival d’Europa 2015
Identità Europea, Strategia Europa 2020 e nuovo ruolo dell’UE nello scenario globale: questi i 3 focus della giornata di studio “Il Rilancio del processo di Costruzione Europea” coordinata e promossa dall’Associazione Prospettiva Europea, nell’ambito del Festival d’Europa 2015, Domenica 10 Maggio a Firenze nella prestigiosa cornice di Palazzo Medici Riccardi,
All’incontro, momento conclusivo del IV Ciclo di seminari “Verso Europa 2020”, sono intervenuti docenti universitari, professionisti della progettazione europea ed esperti di relazioni internazionali, tra cui il prof. Andrea Pierucci, docente di Organizzazione Politica Europea presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, l’ambasciatore Guido Lenzi, docente di Dinamiche della globalizzazione presso l’Università di Bologna, la dott.ssa Sorina Soare, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, la dott.ssa Ilaria Guidantoni, giornalista, scrittrice e consulente rapporti istituzionali, il prof. Paolo Wulzer docente di Storia delle Relazioni internazionali presso l’Università “L’Orientale”.
Il primo intervento dell’Ambasciatore Lenzi prende il via dalla premessa della necessità di rispondere all’euroscetticismo crescente generato dal desiderio degli stati europei di recuperare la propria sovranità nazionale. Tale posizione, evidenziando le criticità della situazione esistente sollecita la ricerca di soluzioni attraverso un recupero delle competenze, possibile solo mediante un’effettiva applicazione del principio di sussidiarietà. Nell’ambito della Politica estera, l’Europa deve decidere se essere un mero Spazio o una Potenza: per esercitare questa seconda opzione bisogna ripensare il ruolo dell’UE nello scenario globale con particolare attenzione all’Est e al Mediterraneo, rivalutando la positività del modello europeo e confutando la tesi per la quale tutti i mali della situazione attuale sarebbero stati prodotti dall’Occidente.
Incentrato sul legame tra Identità e Strategia, l’intervento del prof. Pierucci, per il quale per applicare correttamente il principio di sussidiarietà e regolare al meglio i ruoli delle parti i gioco abbiamo bisogno di strategie, che non si limitino a fissare parametri, ma che dettino orientamenti chiari e definiti e soprattutto affermino valori. Una strategia si consolida e viene effettivamente perseguita solo se saldamente ancorata ad una dimensione ideale: solo così può essere vista dai cittadini non come un sistema di imposizione bensì come un sistema di collaborazione.
Questo elemento caratterizza l’attuale Strategia Europa 2020, le cui principali componenti innovative, rispetto alle strategie precedenti, sono la condizionalità, la coerenza dei comportamenti, la coerenza con le priorità Europa 2020, l’analisi dei risultati.
La strategia Europa 2020 può avere un’influenza diretta anche sul quadro politico e istituzionale europeo, che spesso ha funzionato in modo anomalo, generando sovrapposizioni di ruoli e spaccature tra paesi: è il caso della Politica Europea di Vicinato spesso caratterizzata da differenti visioni e strategie, come avviene ad esempio nelle politiche euromediterranee, non considerate prioritarie dai paesi del Nordeuropa.
La nuova Politica Europea di Vicinato al centro anche dell’intervento di Paolo Wulzer focalizzato sull’analisi delle fondamentali tappe delle recenti evoluzioni delle relazioni euro mediterranee dalla dichiarazione di Barcellona 1995 ai giorni nostri.
La riflessione parte dalla strategia europea del doppio vicinato con una differenziazione delle strategie di politica estera in riferimento all’area dell’Europa Orientale e al bacino mediterraneo: la prima ha portato al grande allargamento del 2014, la seconda al processo di Barcellona e all’inizio del partenariato euromediterraneo, una stretta collaborazione tra l’Unione Europea e i paesi della sponda sud. Un partenariato finalizzato a trasformare il Mediterraneo in un’area di libero scambio e cooperazione fondata su tre “cesti” di collaborazione:
– politico, affrontando le situazioni di crisi dell’area come quello arabo israeliano e favorendo la democratizzazione dei paesi dell’area;
– economico, favorendo la realizzazione di un’area di libero scambio;
– sociale culturale, promuovendo l’idea del Mediterraneo come culla di civiltà e conoscenza
A dieci anni di distanza, nel 2005 i leader dell’area euromediterranea si rincontrarono per fare il punto e prendere atto del non raggiungimento degli obiettivi, aprendo la strada ad un ritorno agli accordi bilaterali e alla concentrazione della strategia sugli aspetti economici. Quali sono state le cause di questo fallimento? Da un lato vanno ritrovate nei profondi e repentini cambiamenti del contesto geopolitico, dall’altro nelle carenze strutturali del processo di Barcellona, incentrato sull’omogeneizzazione del Mediterraneo considerato come insieme unico senza tener conto delle peculiarità delle differenti rive, e infine nello scarso interesse dei paesi della sponda sud a collaborazioni che vadano al di là dell’ambito meramente economico.
La necessità di andare oltre tale angolo di osservazione è la premessa dell’intervento di Ilaria Guidantoni dal titolo “Europa, e Maghreb matrimonio di interesse nel segno del Mediterraneo”, incentrato sulla sua esperienza di conoscenza diretta delle culture e dei rapporti istituzionali della regione. Nelle relazioni tra le due sponde come abbiamo analizzato, si dà spesso molta enfasi all’ambito economico ma per la formulazione di una strategia nell’area non possono essere sottovalutati gli aspetti socioculturali di quello che può essere considerato un vero e proprio continente a se stante intermedio tra Europa e Africa, uno spazio dotato di una sua originalità in cui vanno ritrovate le origini d’Europa e di tutta la cultura occidentale, emanazione diretta della civiltà classica.
In riferimento al fenomeno della migrazione la giornalista e scrittrice, sottolinea come questo vada coordinato per generare opportunità di lavoro e scambio, fondamentale per valorizzare le forze giovani di questi paesi e le energie provenienti dalla società civile e dai territori delle due sponde.
Nuove opportunità per lo sviluppo de territorio, e in particolare per le piccole e medie imprese, focus dell’ultimo intervento di Sorina Soare, incentrato sulla coerenza dei programmi con obiettivi e priorità della Strategia Europa. Dopo l’analisi della distinzione tra fondi diretti e indiretti, in riferimento a questi ultimi, è stata sottolineata la differenza di approccio delle regioni italiane, alcune efficienti altre meno, nella gestione delle risorse dei fondi strutturali, evidenziando la virtuosità della Toscana, regione di eccellenza per una maggiore armonizzazione delle norme alla nuova programmazione.
In riferimento alle piattaforme tematiche della Gestione diretta, la ricercatrice si è soffermata soprattutto sui programmi Horizon 2020 e Cosme, derivanti dalle iniziative faro legate all’Innovazione e alla crescita sostenibile e Politica Industriale per la globalizzazione alla di particolare interesse per le PMI e per le amministrazioni, che ricoprono un ruolo fondamentale per stimolare progetti di sviluppo locale sostenibile con un effettivo coinvolgimento degli attori operanti nei rispettivi territori.
I numerosi spunti emersi negli interventi e nel dibattito saranno raccolti e rielaborati nei laboratori Europalab, in particolare nel Laboratorio Euromediterraneo e in quello sullo Sviluppo locale sostenibile e ripresi nella pianificazione del V Ciclo di Seminari Verso Europa 2020 in programma da settembre 2015.
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