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Il Mobility Manager: non solo un obbligo di legge ma una reale opportunità di cambiamento anche per Napoli!

02-mobilita-napoliNapoli è notoriamente una delle Città più congestionate dal traffico che, di per se, oltre ad essere ingestibile è imprevedibile. La maggior parte delle macchine trasporta solo il guidatore. Eppure ormai da quando gli stati membri europei si sono dati l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente, del suolo e del sottosuolo e quindi della vivibilità complessiva dell’uomo nelle proprie Città, la regolamentazione del traffico, intesa come sua riduzione e gestione, diventa sempre più un lavoro affidato ad una figura inequivocabile, a tal scopo formata e specializzata e scelta certamente per le sue attitudini e sensibilità in tema ambientale: il Mobility Manager.

La prima volta che sentiamo parlare del Mobility Manager è nel D. M. del 27.03.1998 firmato dall’allora Ministro dell’ambiente Ronchi, recante norme in materia di “mobilità sostenibile nelle aree urbane”. All’art. 3,giàera previsto un obbligo di nomina dei Mobility Manager per i comuni che sono riportati nell’allegato n. 3, pag. 9 del D. M. del 25.11.1994.

Tra quei comuni vi è anche Napoli. La nostra Città ben presto adempie all’obbligo legislativo previsto, infatti sul sito del Comune di Napoli, vi è una pagina dedicata al Mobility Manager che riporta in allegato il pdf “visualizza l’elenco delle aziende pubbliche o private con sede a Napoli che si sono dotate del Mobility manager”. Eccolo.

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Si leggono una serie di nomine formali che da un’ulteriore verifica non hanno avuto seguito operativo e concreto nella formulazione deiPiani degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL).L’elenco riporta nominativi di persone che non lavorano neanche più per quelle aziende ormai da anni e, addirittura, è riportato il nominativo di unapersona che non solo non ha lavorato più per quell’azienda dal 2009 ma che addirittura è deceduta nel 2017.

Siamo alle solite, assegnazione inutili di titoli, ruoli e posizioni poi concretamente svuotate di contenuti e operatività. Quelle che definisco nomine ipocrite e ruoli fantasma.

Nel 2020 viene approvato il c.d. Decreto Rilancio, Legge n. 77/2020. Il suddetto decreto contiene l’obbligo della nomina del Mobility Manager per tutte le aziende o enti con più di 100 dipendenti riducendo notevolmente il numero indicato nel decreto del 1998. Entro il 31 dicembre di ogni anno i Mobility Manager delle aziende suddette, ubicate sul territorio di Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitantie tutti icapoluoghi di regione, città metropolitane, capoluoghi di provincia, hanno l’obbligo di redigere un Piano di Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) che contenga un’analisi delle abitudini dei propri dipendenti e le eventuali proposte alternative finalizzate ad uno spostamento con una riduzione notevole dell’impatto ambientale.

Il 12.05.21 con un Decreto Interministeriale vengono pubblicate le “Linee guida per la redazione e l’implementazione dei Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL)”. Il DM recita:
“Il presente decreto è finalizzato a consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare privato nelle aree urbane e metropolitane, promuovendo la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone che consentano la riduzione dell’uso del veicolo privato individuale a motore negli spostamenti sistematici casa-lavoro e favoriscano il decongestionamento del traffico veicolare”

I contenuti minimi del PSCL sono indicati all’Allegato 1 e devono includere:
– una parte introduttiva;
– una parte informativa e di analisi (delle condizioni strutturali dell’azienda, dell’offerta di trasporto e degli spostamenti casa-lavoro);
– una parte progettuale (con le misure da implementare, i benefici e il programma di implementazione);
– un programma di monitoraggio.

L’obiettivo è la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto individuale,il Mobility Manager ha funzioni di supporto continuativo nell’individuazione, organizzazione, programmazione e decisione sulle soluzioni di mobilità sostenibile.Ma ad oggi cosa è stato fatto? Le grandi aziende, pubbliche e private, sul territorio napoletano come si sono organizzate? Cosa hanno comunicato ai loro dipendenti? Come li hanno supportati negli spostamenti?

Napoli soffre ancora di lavori stradali improvvisi, per la viabilità veicolare, che producono traffico per ore intere e problematiche per chi deve recarsi a lavoro. Lavori stradali non organizzati con viabilità alternativa, senza adeguata segnaletica e assenza totale di informativa, un elevato tasso di smog, una vivibilità stentata per i pedoni.
Almeno, visto che siete dei bravi burocrati, aggiornate l’elenco sul sito.
Lisa Muto

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