Il futuro tessuto produttivo italiano è già qui
Editoriale del Numero XX di Rivista Europalab “Le imprese italiane nell’Europa 4.0”
La nuova programmazione europea 2021-2027 e il Piano nazionale di ripresa delinea una vasta serie di opportunità per la valorizzazione del nostro ecosistema imprenditoriale, a partire dai due grandi binari della trasformazione digitale e la transizione ecologica e dalla nuove occasioni di attrarre investimenti attraverso il corretto uso degli strumenti innovativi di ingegneria finanziaria.
E’ indispensabile in questa fase una forte azione propulsiva dei decision makers del nostro Paese per superare le difficoltà di crescita delle pmi (spesso fortemente indebitate e sottopatrimonializzate e con gravi difficoltà nell’accesso al credito) che può essere superato attraverso la digitalizzazione e soprattutto con la semplificazione delle procedure.
Le nostre imprese devono però acquisire le competenze necessarie a muoversi nel nuovo scenario 4.0, saper costruire network in grado di competere a livello continentale e globale e possedere buone capacità di gestione del rischio e di governance di processi e dinamiche aziendali.
Bisogna lavorare quindi sull’anello chiave per completare la rivoluzione 4.0, quello delle competenze: un lavoro sinergico tra tutti i principali stakeholders del Sistema Italia, a partire dal mondo della formazione, per superare il mismatching tra i bisogni delle imprese e i profili in uscita dai percorsi scolastici e universitari, in uno scenario altamente competitivo in cui è frequente il trasferimento delle nostre professionalità in altri mercati, con una perdita di risorse umane per il nostro tessuto produttivo.
Le nuove generazioni devono essere formate e accompagnate nella nuova dimensione 4.0, non solo in riferimento agli strumenti ma soprattutto all’approccio, che deve mutare in una direzione di maggiore autonomia, verso una nuova cultura del lavoro che coincide con una nuova cultura del rischio d’impresa, in uno scenario segnato da una graduale riduzione dell’intermediazione e da nuove figure professionali sempre più freelance e artefici del proprio destino, e spesso anche proprietari dei mezzi di produzione, fattore che ribalta completamente il paradigma classico capitale/lavoro.
Formare il futuro tessuto produttivo, i nuovi imprenditori, le nuove start up e la messa a sistema di quelle esistenti supportandole per accrescere la loro competitività a livello globale: questa è la principale sfida che abbiamo di fronte che richiede non solo strumenti ma soprattutto una nuova visione strategica capace di anticipare le evoluzioni di un futuro che è già qui.
Roberto Giuliani
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