Il futuro dei territori in un’Europa “città diffusa”
Editoriale del Numero XXIII – Territori in transizione
Lo scenario digitale proietta in una dimensione globale tutti i territori, anche quelli più piccoli e dislocati, generando da un lato rischi di perdita o annacquamento delle identità ma dall’altro una riscoperta della propria terra osservandola perfettamente inserita, pur conservando le sue peculiarità, in un orizzonte molto più ampio e variegato e ricco di nuove opportunità.
Un nuovo rapporto col territorio che può e deve produrre una spinta all’innovazione dei sistemi locali, partendo dalle filiere tradizionali (artigianato, turismo, enogastronomia) integrandole con le nuove reti figlie della rivoluzione digitale.
Cambiano radicalmente le dinamiche del turismo e di conseguenza cambia la fruizione delle risorse culturali e artistiche, non solo per i visitatori ma soprattutto per i cittadini, attraverso nuovi strumenti interattivi che rendono più agevole e immediata la scoperta dei tesori delle nostre realtà.
Cultura e innovazione devono integrarsi sempre più, in una prospettiva di sviluppo locale di ampio respiro che sappia coniugare, in una fase di grande transizione, la gestione delle contingenze di breve periodo con una visione di ampio respiro, in un’ottica di sostenibilità e programmazione.
E in chiave territoriale tutto questo ci porta a riflettere su come saranno le Città del futuro, in una nuova logica di gestione degli spazi, tra lavoro e vita privata, verso nuove dinamiche di mobilità e programmazione della propria agenda. Città sempre più interconnesse con le tecnologie digitali che accompagneranno ogni attimo della nostra giornata, con dinamiche completamente nuove nella fruizione di luoghi e servizi.
Città e territori del nostro Sistema Italia che devono ovviamente essere considerati in una dimensione europea, verso una visione sempre più coesa integrata, un’Europa “città diffusa” che manifesti concretamente nelle proprie diversificazioni territoriali quel senso di comunità alla base della costruzione di questa nostra casa comune.
Roberto Giuliani
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