Unire l‘Europa conciliando valori fondanti e multiculturalismo: le opportunità dei bandi europei
“La centralità della questione immigrazione nella riformulazione delle strategie politiche europee e l’impatto dei nuovi flussi migratori sul sistema europeo, si riflette fortemente nella programmazione delle risorse 2014-2020, a testimonianza della crescente attenzione della Commissione Europea sulle principali aree di crisi del processo d’integrazione, quale l’emergenza migranti che ha messo in luce alcuni cruciali limiti dei meccanismi decisionali e una serie di criticità che vanno gestite anche mediante un corretto utilizzo dei fondi comunitari.
La Strategia Europa 2020 fin dalla sua prima formulazione ha posto l‘accento sul valore dell’integrazione dei cittadini di paesi terzi e sulla necessità di perseguire tale obiettivo a livello europeo e non solo mediante il coordinamento delle differenti politiche dei singoli stati membri.
Nei principi fondamentali comuni della politica di integrazione (19 novembre 2004) tale fenomeno è definito come “un processo dinamico e bilaterale di adeguamento reciproco tra cittadini immigrati e cittadini residenti negli stati membri nel rispetto dei valori fondamentali dell’Unione Europea.
Dal punto di vista della tenuta e del rilancio del cammino d’integrazione europea assume un peso rilevante la capacità di conciliare la sfida dell’emergenza immigrazione con tali valori.
In questa delicata fase di crisi strutturale che l’Europa sta attraversando, le difficoltà maggiori stanno nella chiara definizione dei valori, nella loro traduzione in efficaci azioni legislative e nella loro idoneità a produrre effetti sull’integrazione e sulla coesione sociale e territoriale.
Valori quali libertà, uguaglianza, solidarietà, sussidiarietà, libera circolazione delle persone, principi che rappresentano le fondamenta della casa comune europea, vanno considerati fluidi e soggetti ad adattamenti al contesto o fissi e immutabili? Qual’è la percezione di tali valori da parte dei cittadini europei? Come vengono inquadrati e tradotti in pratica nelle iniziative di integrazione? Queste le questioni fondamentali da cui partire in un’adeguata riflessione sul futuro dell’UE.
Per gestire in modo efficace l’inserimento sociale di persone appartenenti a diverse culture, è indispensabile una piena consapevolezza della propria identità culturale e una visione comune condivisa tra i cittadini di questa Europa, che sia chiara ed evidente anche a coloro che in essa migrano da altri paesi.
Una visione che sintetizzi le diverse sensibilità e culture politiche che hanno dato vita all’UE, non può prescindere dalla conoscenza della propria memoria storica, delle comuni radici giudaico-cristiane e da un recupero della centralità della persona in una concezione di nuovo umanesimo che dopo decenni di tecnocrazia rimetta i cittadini europei con i loro diritti e aspirazioni, al centro del percorso di costruzione europea.
Dall’analisi dei recenti bandi lanciati nell’ambito di alcuni tra i principali programmi della gestione diretta (Horizon 2020, Cosme, Growth) emerge chiaramente l’attenzione alle iniziative finalizzate a ricercare soluzioni per la gestione del fenomeno e alle attività volte ad una piena integrazione degli immigrati nel sistema europeo, aiutandoli a consolidare conoscenze e competenze per un pieno inserimento personale e professionale.
Per favorire un’efficace conciliazione tra difesa dell’identità europea e multiculturalismo, nell’ambito del Programma per la ricerca e innovazione Horizon 2020, è stato lanciato un bando per supportare progetti di ricerca sull’impatto della questione dell’immigrazione sui valori fondamentali del processo d’integrazione europea per un budget complessivo di 27.500.000€.
“Il significato dei valori fondamentali e culturali nella sfida delle migrazioni”, questo il titolo del bando CULT-COOP-12-2017, che individua come destinatari oltre a migranti, rifugiati e richiedenti asilo anche i decisori politici e i cittadini europei nella loro generalità, mentre tra i beneficiari del finanziamento figurano amministrazioni locali, regionali e nazionali, università, scuole, enti di ricerca e formazione, ONG, enti no profit. Le proposte progettuali devono essere presentate da almeno tre soggetti giuridici, provenienti da tre Stati membri o paesi associati.
Le azioni finanziabili sono attività di ricerca e azioni innovative volte ad esplorare la possibilità di conciliare la sfida della gestione delle migrazioni e dei rifugiati con i valori europei, in termini di definizione di tali valori e loro traduzione nelle azioni legislative e di valutazione degli effetti di queste pratiche sull’integrazione dei migranti e sulla coesione sociale.
Tale ricerca deve quindi definire:
– i valori considerati fondamentali: quanto essi siano condivisi in Europa e in che modo (politico, religioso, culturale) vengono giustificati;
– il ruolo di tali valori nel processo di integrazione;
– lo sviluppo storico e le modalità di attualizzazione di tali ideali, con particolare attenzione alla memoria e alla dimensione di genere;
– l’impatto dello scambio interculturale su valori e tradizioni.
Un attento monitoraggio dei bandi europei consente da un lato di cogliere la coerenza tra strategia e programmazione e dall’altro la possibilità di dare concreta attuazione ad iniziative progettuali che possano efficacemente inserirsi nel solco tracciato dalle linee guida di Europa 2020 e di conseguenza fornire un contributo reale al rilancio del cammino europeo nella direzione di una sempre maggiore condivisione e partecipazione attiva a tale percorso dei cittadini europei, condizione imprescindibile per una vera e sana accoglienza e integrazione di quanti si affacciano sui nostri territori alla ricerca di migliori condizioni di vita.
Roberto Giuliani
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