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Fare rete conviene

fare-reteEditoriale del Numero 28 di Rivista Europalab.

Abbiamo spesso parlato del concetto di fare rete in termini di necessità, di dovere per contribuire allo sviluppo delle comunità.
In uno scenario globale segnato da un’agguerrita competizione va però sottolineato il valore del fare rete
in termini di crescita della competitività, tema centrale nell’attuale programmazione europea e nelle politiche di tutti i principali governi: nel mondo 4.0 bisogna crescere per competere e si cresce solo se si fa rete.

Fare rete quindi conviene: questo è un concetto fondamentale da diffondere.

Da soli non si va da nessuna parte, lo abbiamo detto tante volte e questo è vero oggi più che mai.
Non è infatti un caso che abbiamo individuato come fondamentale criticità nello sviluppo di progettualità adeguate a rispondere alle sfide europee, proprio nella difficoltà di fare rete, in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno.
Costruire reti significa sì contribuire alla coesione delle comunità, ma al tempo stesso favorire la crescita e la competitività, attraverso la creazione di nuove filiere, il consolidamento di quelle preesistenti e l’armonizzazione di realtà innovative con quelle tradizionali.
Saper mettere in rete e mettere a sistema tali filiere crea i presupposti essenziali per crescere e competere nello scenario europeo e internazionale 4.0: le realtà messe in rete diventano solide, credibili, appetibili e competitive e l’aggregato risultate da tali connessioni avrà un valore enormemente superiore alla somma delle singole entità individuali che sono state messe insieme.
Individualità che conservano la propria soggettività e al tempo stesso acquistano un valore che mai avrebbero conseguito muovendosi in ordine sparso.
Il concetto stesso di comunità e di stare insieme va letto necessariamente anche in questa differente accezione, da una prospettiva di tessuto produttivo locale che va inteso come una squadra che deve essere unita e coesa per poter competere ed essere protagonista nella competizione globale.

Roberto Giuliani

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