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Energia: Italia ponte tra Europa e Mediterraneo

concentrazione-dei-paesi-produttori-energia-srmRisorse, flussi e strategie energetiche dell’Italia nel primo “Med & Italian Energy Report” di Srm. Il ruolo del Mezzogiorno
I nuovi equilibri nell’offerta energetica in Italia e nel contesto mediterraneo, sono al centro del primo rapporto annuale sul settore energetico in Italia e nel Mediterraneo realizzato da Srm, il centro studi di Banca Intesa Sanpaolo.
Il MED & Italian Energy Report focalizza la sua analisi su tre temi principali, legati agli scenari energetici, ai corridoi e alle infrastrutture energetiche con il Mediterraneo al centro delle rotte del trasporto marittimo e il ruolo della Cina attraverso gli investimenti in infrastrutture energetiche a livello globale.

Non manca un’attenta analisi sul nostro Paese. Il quadro generale italiano sulla produzione energetica mostra una significativa dipendenza dall’estero per le importazioni di combustibili fossili (78,6%), nonostante l’impegno profuso in questi anni per sviluppare efficienza, risparmio energetico e fonti rinnovabili. In dieci anni la produzione energetica da rinnovabili è passata dal 17% (2007) al 36%. Un dato significativo, ma ancora insufficiente. L’Italia è, infatti, ancora particolarmente vulnerabile sul fronte energetico, strettamente dipendente dalle importazioni di combustibili fossili (petrolio e, soprattutto, gas naturale). Per il gas la dipendenza del nostro Paese dall’import supera il 90%, a fronte di una media europea pari a circa il 70%. L’importazione del gas in Italia avviene per lo più tramite gasdotti e circa la metà proviene dalla Russia.

Sul fronte della produzione energetica, il Mezzogiorno si pone come riserva energetica del Paese. L’estrazione di combustibili si concentra quasi esclusivamente in Basilicata, che pesa per l’84% della produzione nazionale a terra di Oil e Gas. La Sicilia, con il 9,6%, si attesta al secondo posto. Il Sud si segnala anche per la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolica, solare, geotermica, bioenergie), superando il 50% del totale nazionale.

In Italia solo il 3% dell’elettricità è realizzata con il petrolio. Le fonti principali restano il gas naturale (pari al 50% della produzione) e fonti rinnovabili (35%).
La filiera elettrica vale 30 miliardi di valore aggiunto (concentrato soprattutto in Lombardia e nel nord-est), con un fatturato complessivo di 177 milioni e oltre 23.500 imprese attive. Nonostante sia una sorta di riserva energetica, il Mezzogiorno è marginale nella produzione di valore aggiunto.

A livello globale il consumo energetico è in crescita e si pone come il grande problema da affrontare per sostenere la crescente domanda di energia e al tempo stesso la necessità di preservare il pianeta.
I consumi si concentrano in tre aree mondiali che rappresentano oltre la metà del totale: la Cina (che ha trainato la crescita dei consumi), gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

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Il Report di Srm si propone come una fotografia dello scenario globale e locale dello stato delle cose, in relazione a un comparto attorno al quale si gioca la competitività dei paesi, condizionata dai costi di approvvigionamento dell’energia e dall’efficienza della catena logistica. In particolare, l’Italia si pone come ponte energetico tra Europa e Mediterraneo, con il Mezzogiorno sempre più centrale sia nella produzione di energie rinnovabili e fossili, sia per l’importanza dei suoi porti.
Comprenderne l’importanza strategica e indirizzare gli investimenti su infrastrutture e tecnologie, è il punto di partenza attorno al quale costruire un Paese più competitivo e attrattivo. Un passaggio obbligato se si vuole rimanere agganciati al treno della crescita e dello sviluppo e non candidarsi a ricoprire un ruolo del tutto marginale nel contesto mondiale dei prossimi decenni.
Paolo Carotenuto

Un estratto del report e il materiale di presentazione è pubblicato sul sito di Srm

*immagini elaborazione Srm

 

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