Connecting Italy – Fare rete per rilanciare il Sistema Italia nell’area Euromediterranea – Roma, Confedilizia, 30/05/2024
Il valore delle connessioni territoriali e l’opportunità del rilancio del Mezzogiorno per rimettere il Sistema Italia in una posizione centrale e strategica nell’area Euromediterranea: questi i focus del terzo incontro del ciclo di seminari di presentazione del libro/progetto Connecting Italy, nuovamente a Roma, questa volta presso la sede di Confedilizia.
Ed è proprio il presidente dell’associazione punto di riferimento dei proprietari di immobili, Giorgio Spaziani Testa ad inaugurare il dibattito sottolineando l’impegno nella promozione di discussioni, oltre che ovviamente nell’ambito economico ed edilizio, anche in quello culturale, sociale e policy making.
Da questo impegno nasce la collaborazione con le associazioni animatrici di questo incontro, in particolare con la Scuola di Liberalismo, rappresentata dal moderatore Saro Freni, che subito dopo il saluto introduttivo avvia i lavori con i tre presidenti delle organizzazioni promotrici del Progetto Connecting Italy: Nicola Squitieri (Associazione internazionale Guido Dorso) Roberto Giuliani (Prospettiva Europea) Pasquale Merella (The Smart Institute).
Freni apre la discussione partendo dal volume Connecting Italy, sottolineandone la significatività già nel titolo e nel sottotitolo “Nuove soluzioni per crescere e competere nell’Europa 4.0” che richiama i concetti di crescita e soluzioni, e la pubblicazione da cui è nato questo progetto, “Europa 4.0, il futuro è già qui”. Entrambi i lavori sono collettanei, con vari contributi di differenti autori, alcuni dei quali parteciperanno al dibattito odierno, insieme ai responsabili dei tre enti promotori.
Il primo ad intervenire è Nicola Squitieri, che nel ricordare l’impegno dell’associazione Dorso nello stimolare la creazione di reti, spiega le ragioni del contributo alla realizzazione di questo libro/progetto con la convinzione che sarà lievito per la crescita economica e sociale delle aree in ritardo di sviluppo, stimolando la partecipazione attiva dei soggetti chiave dei territori, in particolare le Università, per favorire nuovi investimenti e implementare nuove progettualità in risposta alla sfida del PNRR. Fare rete stimola la partecipazione delle comunità locali facendo sentire i cittadini protagonisti della vita pubblica: questo può portare una maggiore coesione e un impegno collettivo per lo sviluppo culturale e sociale, premessa per il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree svantaggiate. Continueremo ad investire le nostre energie, conclude Squitieri, nello sviluppo di coesione anche attraverso pubblicazioni come questa per promuovere una riflessione ampia e condivisa sullo sviluppo dei territori con particolare attenzione all’area euromediterranea, che sarà al centro di un importante evento nel prossimo mese di luglio.
Il concetto del libro/progetto viene ribadito da Roberto Giuliani, curatore del volume presidente di Prospettiva Europea (che oggi compie 13 anni) che ricorda il cammino partendo dal libro Europa 4.0 (2019) da un lato un punto d’arrivo, un risultato che riunisce esperienze e competenze aggregate negli anni precedenti, raccogliendo analisi, studi e “fotografie” di questa nuova fase (4.0) dello sviluppo economico sociale, dall’altro un punto d’inizio di un nuovo progetto, Connecting Italy, con cui si passa alle proposte, articolate in 3 pillar:
– costruzione delle nuove competenze e creazione di nuovi hub di formazione e coordinamento delle energie dei territori;
– sviluppo di una nuova cultura d’impresa e supporto alla nascita di nuove start up;
– connessioni territoriali del Sistema Italia, con particolare attenzione al Mezzogiorno.
Tre diversi filoni uniti da un comune leitmotiv, il fare rete, per mettere a terra un primo mattone per costruire un edificio realmente coeso, partendo ovviamente dai promotori per poi coinvolgere gradualmente altre realtà dei territori del Sistema Italia.
Un lavoro collettaneo, come è stato detto, arricchito da una varietà di esperienze, competenze e vissuti che guarda all’Europa partendo dai territori, soprattutto quelli del Mezzogiorno dove è molto sentita l’esigenza di fare rete, nella consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte e pertanto c’è bisogno di unire le forze mettendo insieme i tasselli in modo da realizzare una sintesi di gran lunga superiore alla somma dei singoli elementi. Nuove visioni quindi e nuovi approcci guardando alle prospettive future: il sottotitolo del primo lavoro “Il futuro è già qui” evidenzia la dimensione cui dobbiamo necessariamente guardare e le caratteristiche di essa ovvero l’incredibile velocità dei cambiamenti che non facciamo in tempo ad osservare che sono già qui, sono già realtà ed hanno già avuto un impatto profondo sulle nostre vite. Connecting Italy nasce da queste premesse e rielabora le analisi realizzate con un approccio operativo volto alla formulazione di soluzioni condivise.
Si riallaccia all’articolazione del lavoro, e particolarmente alle tematiche del secondo pillar, l’intervento di Pasquale Merella, che ricordando l’impegno di Smart Institute nello stimolare una business community in cui le aziende possono essere protagoniste attive e confrontarsi con gli altri stakeholders del mondo economico, e in quest’ottica nasce la partecipazione a Connecting Italy, portando in questo progetto alcune analisi e proposte.
Nel terzo pillar, quello del dibattito odierno si inserisce il contributo di un altro protagonista del progetto, Massimiliano Nespola, giornalista freelance che ha aderito all’iniziativa nella fase di passaggio da Europa 4.0 a Connecting, in piena pandemia, collaborando al ciclo di webinar che ha prodotto diversi spunti all’attuale lavoro. Spunti soprattutto per il rilancio del Mezzogiorno, focus del suo saggio “Reconnecting (South of) Europe”, una riflessione partita da un’analisi di alcuni case study di innovazione prodotta nel territorio in riferimento a realtà innovative calabresi.
E il tema della connessioni territoriali è al centro del secondo panel della giornata, quella sul focus
“Ripartire dal Mezzogiorno per rilanciare il Sistema Italia come hub dell’area Euromediterranea” con Francesco Saverio Coppola e Salvatore Grillo.
Inizia la discussione Coppola, autore della postfazione del volume, sottolineando che Connecting Italy non è una semplice esercitazione di diversi autori sul tema delle reti ma è uno stimolo a creare concretamente reti, è quindi un lavoro che avrà seguito in termini progettuali. E questa natura progettuale è stata evidente nella fase di stesura e anche nella scelta della prefazione, in cui lo stesso Coppola ha proposto un ingegnere chimico, Luigi Nicolais, esperto di polimeri, ovvero di utilizzo di materiali poveri e metterli insieme per creare qualcosa di migliore. Una figura quindi che per la sua esperienza incarna perfettamente la finalità del libro, ovvero diffondere lo spirito del fare rete perché è evidente che laddove ci sono le reti c’è maggiore sviluppo: infatti le aree più povere del Mezzogiorno, sono caratterizzate dalla presenza di meno reti, lo vediamo ad esempio nel terzo settore dove nel Nord queste realtà si collegano tra loro mentre al Sud restano isolate. Il nostro progetto vuole anche far capire che oggi rispetto al passato abbiamo più strumenti grazie alla rivoluzione digitale che favoriscono la costruzione e il consolidamento delle reti, sia quelle lunghe (oltre il territorio nazionale, come ad esempio le Zes) che quelle corte (a livello locale). Elemento fondamentale è il coinvolgimento dei soggetti che fanno parte della rete che devono condividere finalità e obiettivi, sentendosi parte integrante: in questo la rete è strumento di democrazia produttiva. La rete è anche elemento di trasformazione sociale, in quanto cambiano le rappresentanze, il ruolo del sindacato, il modo in cui le persone si rapportano tra loro, in base a nuovi i criteri reputazionali, apre una consapevolezza diversa e anche valori diversi.
In questo libro abbiamo fatto uno sforzo per fare intendere questi concetti e in questo il prof Nicolais con la sua esperienza di trasformazione di atomi in molecole ci ha indicato chiaramente come operare.
Un libro importante, afferma Grillo nell’intervento successivo, che ci dice che il nostro futuro è determinato da una rete di conoscenze da mettere a sistema, un’opportunità enorme ma anche un rischio che questa ricchezza non sia accessibile a tutti in questa rivoluzione che è la terza avvenuta negli ultimi 50 anni: la prima fu l’avvento dei computer e dell’elettronica, la seconda è stata quella dei telefoni cellulari, la terza è appunto quella digitale.
Questo libro è anche un utile strumento di lavoro che può essere utilizzato come manuale da consultare per tematiche specifiche da affrontare, grazie alla sua articolazione in saggi specifici e autonomi ed è soprattutto un cantiere in evoluzione verso i prossimi sviluppi a partire da quello annunciato da Giuliani nel suo saggio, con la creazione di nuovi hub territoriali per consentire l’accesso all’innovazione a tutti e favorire lo sviluppo di un sistema capace di tutelare la ricchezza prodotta nel proprio territorio.
Chiuso il panel Roberto Giuliani ringrazia gli intervenuti per i preziosi contributi per aver colto lo spirito propositivo del progetto Connecting Italy e aver contribuito a lavorare alla costruzione e consolidamento della rete e introduce l’intervento conclusivo di Franco Chiarenza, docente della Scuola di Liberalismo e coautore di entrambi i libri del progetto, che in Connecting Italy ha scritto il saggio Quale Europa per domani. Un libro, sostiene Chiarenza che è anche un’occasione per parlare di scenari geopolitici, con la consapevolezza che il contesto si può solo analizzare e prendere atto per quello che è, senza fare teoremi che portano solo immobilismo, concentrandosi su ciò che c’è di concreto che non è poco, perché l’UE, può dare molto, soprattutto ai giovani. Questo libro come le altre iniziative di Prospettiva Europea e della rete Connecting Italy è uno stimolo a cercare le strade che ci sono, quelle disponibili, in attesa che le nazioni europee comprendano che certe scelte se non si ha il coraggio di farle ora, ci saranno comunque imposte da altri.
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