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Le ragioni per ripartire

viaggi-piedi-italia-europa-itinerari-turistici-suggestiviEditoriale del VI numero di Rivista Europalab.

Perché l’Europa? Quali le ragioni per stare insieme? Da questo interrogativo sono partite le nostre riflessioni e iniziative lo scorso anno, andando oltre le ordinarie celebrazioni del sessantesimo anniversario dei trattati di Roma, per ripensare l’idea d’Europa 60 anni dopo, e “riprogettarla” nel senso di riprogettare noi stessi, le nostre professionalità e le nostre organizzazioni nell’ambito di nuovi scenari, per comprendere e cogliere al meglio il mutato contesto globale e le opportunità che l’Europa unita può offrire a giovani, imprese, associazioni, professionisti e a tutte le variegate realtà sociali e professionali operanti sui nostri territori.

Questo è stato lo spirito con cui Prospettiva Europea ha consolidato la piattaforma di collaborazione con le realtà associative e professionali, partner della Rivista Europalab, attraverso approfondimenti, seminari e altri momenti di aggregazione, per riscoprire l’Europa nella quotidianità del nostro vissuto.

Da questo punto prosegue il cammino di Rivista Europalab, in questo quinto numero, per scoprire dopo quelle per stare insieme, le ragioni per ripartire.

Ripartire da nuove progettualità, dalla ricerca di nuove vie per lo sviluppo economico, dall’importanza di coltivare e far crescere la propria rete di relazioni personali e professionali con lo sguardo ad una dimensione europea e internazionale senza perdere il contatto con il territorio e le proprie radici, valorizzandole in una più ampia prospettiva.

In una’ottica di sviluppo secondo una logica bottom-up, un adeguato utilizzo dei fondi strutturali rappresenta un fattore chiave per il pieno consolidamento di quella coesione territoriale alla base della formulazione della strategia Europa 2020, ispiratrice dell’attuale programmazione europea e in fase di revisione in vista del prossimo settennato 2021 – 2027.

Le diverse tipologie di operatori coinvolti in questo delicato processo (europrogettisti, consulenti di sviluppo territoriale, amministratori locali, pubblica amministrazione, scuole, università, imprese, professionisti e i tanti giovani in cerca di occasioni di crescita), sono accomunati dalla necessità di spiccate capacità di networking per dar vita a partenariati strutturati duraturi nel tempo e progettualità di ampio respiro, in netta contrapposizione all’uso purtroppo comune di accordi”usa e getta” costruiti occasionalmente secondo quell’errata logica dell’inseguire la singola opportunità di finanziamento o il bando prossimo alla scadenza per poi abbandonare tutto una volta rivelatasi effimera e inconcludente tale procedura.
Tavoli di partenariato strutturato, sinergico e sostenibile tra enti locali, imprese, associazioni, sono la premessa indispensabile per porre in essere progetti di sviluppo del territorio, attraverso la riscoperta delle radici storico-cultuali, i sapori e le essenze delle nostre terre, dialetti, tradizioni popolari, manifestazioni folkloristiche che caratterizzano la diversità linguistica e culturale dei popoli europei, percorsi innovativi mediante l’utilizzo dei nuovi strumenti della tecnologia e della comunicazione digitale.

In uno scenario competitivo caratterizzato dalle dinamiche della globalizzazione e dalla rivoluzione tecnologica, è fondamentale un’adeguata percezione di tali mutamenti, mediante un corretto studio dei fattori chiave.

Le nuove frontiere Impresa/Lavoro 4.0 disegnano nuovi paradigmi nei rapporti lavorativi, con una graduale riduzione dell’intermediazione, in particolare con le nuove forme di crowdworking, e il superamento degli schemi classici del lavoro subordinato, delineando una figura di lavoratore sempre più freelance e artefice del proprio destino, con enormi opportunità di crescita, ma anche maggiori rischi ed esigenze di tutela.
Una tutela che non può realizzarsi attraverso le tradizionali strutture ma richiede nuove formule e un’adeguata visione del presente e del futuro: è stato infatti stimato che il 65% dei ragazzi attualmente sui banchi di scuola svolgeranno una professione che oggi non esiste ancora.
Questa previsione ci dice chiaramente quanto siano fluide e imprevedibili le nuove dinamiche del lavoro e quanto sia cruciale il ruolo della formazione e la funzione educativa del sistema scolastico e di quello universitario.

Ripartiamo quindi da questo punto: dalla corretta visione delle evoluzioni del nostro tempo e dal giusto approccio nel collocare la nostra azione all’interno di queste complesse dinamiche, muovendoci sui nostri territori con lo sguardo verso l’Europa.

Roberto Giuliani, Presidente Associazione Prospettiva Europea

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