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Europa 4.0: leggere e raccogliere le sfide di un futuro che è già qui

3L’editoriale di Roberto Giuliani del XIII numero di Rivista Europalab, dedicato ai contenuti della prima fase di presentazione del volume Europa 4.0 Il futuro è già qui.

Una nuova lente
Unire diversi vissuti, competenze e know how per analizzare scenario e dinamiche della nuova era digitale in tutte le sue sfaccettature. Queste le finalità di Europa 4.0 Il futuro è già qui, primo volume della Collana Europalab, un progetto che rispecchia il cammino di Prospettiva Europea, associazione nata nel 2011 dal connubio tra professionisti con differenti background formativi ed esperienziali.
Il libro rispecchia questi diversi vissuti con 20 saggi che da differenti angolazioni analizzano questo futuro che è già qui: è già qui perché l’enorme impatto delle trasformazioni ha già rivoluzionato la nostra società. Tali cambiamenti epocali, non chiari da leggere e di conseguenza duri da accettare e accogliere, richiedono una nuova lente, una nuova Vision per leggere contesto, evoluzioni, rischi e opportunità.
Con questo volume vogliamo dare il nostro contributo ad una diversa lettura, stimolare una nuova cultura dell’innovazione, del lavoro, del fare impresa, e del fare sistema, partendo dal territorio, dalla valorizzazione di culture, tradizioni, patrimonio naturale (in un’ottica di gestione sostenibile delle risorse) dalla riscoperta degli antichi mestieri, spina dorsale del tessuto produttivo italiano in particolare di quello del Mezzogiorno, da attualizzare nelle nuove dinamiche del lavoro.

Nuove competenze

Dinamiche in cui va inquadrato il fattore chiave delle nuove competenze, non solo quelle tecniche, le cosiddette digital skills, ma anche soprattutto quelle trasversali, di progettazione, problem solving, team working, networking, pensiero critico, pensiero laterale.
Competenze idonee ad unire diversi soggetti in un lavoro di squadra, verso obiettivi comuni, e unire altre realtà all’interno di partenariati strategici. E soprattutto conoscenza, saper leggere la realtà, conoscere le opportunità e saperle cogliere.
Ne sa qualcosa chi si occupa di progettazione, un ambito spesso interpretato in modo errato come qualcosa di estremamente tecnico, quando invece si tratta di un insieme di competenze trasversali, dal team building al networking, fino alle technicalities legate al budgeting, al piano attività e alle specifiche di ciascun bando.
Il volume Europa 4.0 riflette questa trasversalità e interdisciplinarietà, in linea con le attività dell’associazione: i laboratori di Prospettiva Europea sviluppano idee e progettualità portate avanti da un team di professionisti con competenze diversificate, nell’ambito di una rete collaborativa che raccoglie le diverse esperienze in una piattaforma comune di attività di formazione, informazione e progettazione di respiro europeo.

Perché Europa 4.0?

Sia per un discorso valoriale che ha ispirato il nostro progetto fin dall’inizio sia per ragioni estremamente pratiche: la dimensione europea è l’unica possibile, l’unica in cui si possano realizzare pienamente le nuove dinamiche, l’unica in cui si possano cogliere le nuove opportunità che si vanno a delineare ed è anche una naturale evoluzione del concetto di identità, declinabile in 3 livelli partendo da quella locale, essere parte attiva della propria comunità, della propria nazione e pervenire infine ad una piena e consapevole cittadinanza europea.
Europa 4.0 perchè ‘Europa è la culla dell’innovazione, fucina del cambiamento, come suggerito dall’economista americano Rifkin, che rifiutando la lettura di alcuni suoi connazionali che considerano l’Europa un bel museo per le vacanze, pone l’UE al centro della “Terza rivoluzione industriale”.
L’economia europea, nonostante le criticità, resta la più avanzata e aperta alla cultura dell’innovazione. Ne sono testimoni i piani degli ultimi decenni e l’attenzione dedicata alla “sfida digitale nel negoziato per la programmazione del prossimo settennato 2021-2027, con l’individuazione della prima priorità strategica Europa più intelligente, la conferma dell’impegno nel campo della ricerca e innovazione con Horizon Europe e la creazione dello specifico programma Europa Digitale, oltre alle numerose misure nell’ambito degli altri programmi.

Fare sistema partendo dal territorio
Per sfruttare tali opportunità è fondamentale sviluppare il generico concetto di “fare rete” verso una più strutturata strategia volta a “fare sistema” partendo dal “locale”.
Il passaggio dalla Globalizzazione alla Glocalizzazione, ovvero l’adeguamento delle dinamiche dell’internazionalizzazione alle peculiarità locali, genera enormi occasioni per la crescita delle piccole realtà, prima confinate in ambiti ristretti, e per la riscoperta delle ricchezze (storiche, culturali, naturali, enogastronomiche) dei territori.
Mutano radicalmente i pilastri dell’industrializzazione e soprattutto la percezione del lavoro e delle prospettive professionali. Basti pensare allo studio del World Economic Forum, secondo il quale il 65% dei ragazzi attualmente sui banchi di scuola svolgeranno una professione che oggi non esiste ancora, per comprendere quanto è cambiato il mondo rispetto all’epoca in cui i mestieri si tramandavano da padre in figlio, evolvendo sì ma gradualmente in un processo che abbracciava più generazioni.
Per fare sistema si deve partire dal tessuto locale, dando coerenza, stabilità e sostenibilità a quelle sinergie e a quei partenariati che troppo spesso si rivelano effimeri e meramente strumentali alla partecipazione a questo o a quel bando.
Un tessuto, che guardando all’Italia e in particolare al Mezzogiorno, è caratterizzato da alcune filiere strategiche, quale quella delle antiche professioni artigiane e quella enogastronomica, legate a storia, culture, tradizioni e patrimonio artistico e naturale dei nostri territori, che possono fungere da volano per il rilancio dei nostri territori in un’Europa 4.0: il futuro si costruisce partendo da qui.

Roberto Giuliani, Associazione Prospettiva Europea

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