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Aggiornare l’idea di Europa per “un nuovo umanesimo”

papa-e-merkel-420x292“Il processo di unificazione europea, iniziato dopo il secondo conflitto mondiale, è stato e continua ad essere un’occasione unica di stabilità, di pace e di solidarietà tra i popoli”. Nel discorso al Corpo diplomatico lo scorso 9 gennaio, Papa Francesco ha analizzato lo scenario di crisi che attraversa l’Europa,  sottolineando il momento cruciale che il nostro continente sta vivendo.
“L’Europa intera sta attraversando un momento decisivo della sua storia, nel quale è chiamata a ritrovare la propria identità, riscoprire le proprie radici per poter plasmare il proprio futuro. Di fronte alle spinte disgregatrici, è quanto mai urgente aggiornare ‘l’idea di Europa’ per dare alla luce un nuovo umanesimo basato sulle capacità di integrare, dialogare e generare, che hanno reso grande il cosiddetto Vecchio Continente”.
Sul concetto di “Nuovo Umanesimo” il Pontefice si è soffermato in diverse occasioni tra le quali ricordiamo il discorso del 10 Novembre 2015  alla cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, in cui il Santo Padre ha sintetizzato con estrema semplicità la sua interpretazione di tale visione: “Non voglio qui disegnare in astratto un «nuovo umanesimo», una certa idea dell’uomo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’umanesimo cristiano che è quello dei «sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). Essi non sono astratte sensazioni provvisorie dell’animo, ma rappresentano la calda forza interiore che ci rende capaci di vivere e di prendere decisioni.”
Sulla sfida per aggiornare l’idea di Europa, verso una nuova UE “senza muri, patria dei diritti, che riscopre i grandi ideali che l’hanno generata” il Papa è tornato anche il 6 maggio 2016 quando nella grande sala Regia del Palazzo Apostolico in Vaticano ha ricevuto il prestigioso Premio Carlo Magno, il massimo riconoscimento europeo: «Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare. Siamo invitati a promuovere un’integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia. Una solidarietà che non può mai essere confusa con l’elemosina, ma come generazione di opportunità perché tutti possano sviluppare la loro vita con dignità. Il tempo ci sta insegnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forte integrazione culturale. In questo modo la comunità dei popoli europei potrà vincere la tentazione di ripiegarsi su paradigmi unilaterali e di avventurarsi in «colonizzazioni ideologiche»
L’Europa ha bisogno quindi un Nuovo Umanesimo, una nuova visione della realtà, capace di riportare la persona al centro del processo di costruzione europea, unica soluzione per superare l’immobilismo frutto di decenni di tecnocrazia che hanno fatto smarrire la bussola delle origini del cammino europeo, orientata saldamente verso qui valori della cultura cristiana, patrimonio comune di tutti i popoli europei.
Il Santo Padre, ha inoltre ricordato “l’interesse e la preoccupazione della Santa Sede per l’Europa e per il suo futuro, nella consapevolezza che i valori su cui tale progetto, di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario, ha tratto la propria  origine e si fonda sono comuni a tutto il continente e travalicano gli stessi confini dell’Unione Europea”.
Un evidente richiamo a quelle comuni radici giudaico-cristiane d’Europa, tema da anni al centro del dibattito europeo, in merito all’opportunità di un inserimento nei trattati di un esplicito riferimento a tali origini che accomunano i popoli del continente.
In riferimento ai principali scenari di crisi nel continente europeo, il Papa accoglie “con favore le iniziative volte a favorire il processo di riunificazione di Cipro” ed auspica che “in Ucraina si prosegua con determinazione nella ricerca di soluzioni percorribili per la piena realizzazione degli impegni assunti dalle parti e, soprattutto, si dia una pronta risposta alla situazione umanitaria, che rimane tuttora grave”.
Gli spunti del Santo Padre sono chiari segnali sulla necessità sempre più pressante di orientare la bussola europea verso quei valori su cui il processo d’integrazione è stato fondato, per superare l’immobilismo che caratterizza i meccanismi decisionali, e far tornare l’Europa protagonista dello scenario mondiale.

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