Ue chiede 300 milioni di euro alla Campania
Le irregolarità nella gestione dei fondi risalgono alla programmazione 2000-2006. Gravi buchi anche nella gestione 2007-2013, con progetti non completati e fondi persi riportati alla nuova programmazione
Il passato prima o poi chiede il conto. La Commissione Europea ha chiesto alla Regione Campania la restituzione di una parte delle risorse comunitarie spese nel settennato 2000-2006 (gestione Bassolino): circa 300 milioni di euro. Una mazzata per le disastrate casse regionali, che la nuova giunta comunale cercherà di contenere avviando una trattativa con Bruxelles.
La comunicazione della multa è arrivata alla vigilia della presentazione del nuovo programma di finanziamenti presentato dall’amministrazione regionale, per “gravi irregolarità nella gestione dei fondi”.
La multa arriva dieci anni dopo, ma peserà sul prossimo bilancio regionale. Per questo il governatore Vincenzo De Luca punta a trattare con Bruxelles, riducendo almeno in parte la richiesta. In tal senso si è espressa l’assessore regionale ai fondi europei Serena Angioli: “Si tratta di un contenzioso che va avanti da anni. L’Europa ha contestato il sistema di gestione dei finanziamenti nel ciclo 2000-2006. Ci ha presentato tecnicamente delle penalità, noi abbiamo risposto con le nostre deduzioni ai rilievi di Bruxelles. E posso solo dire che il negoziato su quella cifra è aperto, ora si sta per chiudere e riusciremo a limitare i danni”.
La cifra contestata era in realtà ben più sostanziosa, come sottolineato dallo stesso assessore, e i 300 milioni di euro sembrano essere già un contenimento del danno, visto che l’Ue era arrivata a bloccare l’ultimo saldo dei fondi 2000-2006 da inviare alla Campania.
IL FARDELLO DELLA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 – I problemi comunque non si limitano alla programmazione contestata del 2006. Anche per il ciclo 2007-2013, scaduto il 31 dicembre 2015, è emerso un buco di un miliardo di euro derivante da opere non concluse entro la data prorogata fissata per la fine dello scorso anno. Tra queste incidono pesantemente numerose opere urbanistiche non realizzate o completate dai Comuni e i “grandi progetti”, tra i quali si segnalano i 100 milioni di euro non spesi per il Centro storico di Napoli, i fondi per il porto del capoluogo campano e quelli per il fiume Sarno. Una parte di queste opere saranno rifinanziate nella nuova programmazione, con un evidente dispendio di risorse derivante dalla mancata spesa di quelle assegnate in passato e l’impiego di quelle nuove per progetti che si sarebbero dovuti già realizzare. Il tutto a scapito di una nuova progettualità. L’operazione, tuttavia, sarà possibile solo per i cantieri di valore superiore ai 5 milioni di euro, mentre per quelli inferiori l’obiettivo è di salvarli con i fondi nazionali.
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