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Resto al Sud: incentivi per nuovi imprenditori under 35 nel Mezzogiorno

restoalsudArticolo di Eleonora Zampetti sulle nuove opportunità per giovani imprenditori disposti ad intraprendere attività nei territori dell’Italia Meridionale

Dalle 12:00 del 15 gennaio 2018 si è dato il via a “Resto al Sud”, il nuovo incentivo rivolto ai giovani under 35 e finalizzato a promuovere la costituzione di nuove imprese nelle regioni del Mezzogiorno. La misura, gestita da Invitalia, prevede l’erogazione di finanziamenti fino a 200.000€ ed è diretta a premiare la voglia di “fare” al sud rilanciandone l’economia e riducendo disoccupazione ed emigrazione giovanili: si punta, in tre anni, alla creazione di 100.000 giovani imprenditori.
Per “Resto al Sud” – approvato con decreto legge 20 giugno 2017, n. 91 recante “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” – sono stati stanziati complessivamente 1,25 miliardi di euro, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. Un aspetto rilevante riguarda la valutazione, che viene effettuata tramite procedura a sportello. Non si tratta di un click day (non consiste quindi in una “gara di velocità” tra i partecipanti) né sono previste scadenze o graduatorie: le domande non vengono finanziate secondo una classifica comparativa ma sono esaminate secondo l’ordine cronologico di presentazione e finanziate se valutate positivamente, fino ad esaurimento della dotazione finanziaria (che è particolarmente ampia e consentirà di sostenere un numero molto elevato di iniziative imprenditoriali).
Di seguito tutte le informazioni utili per presentare domanda.

CHI PUÒ PRESENTARE DOMANDA?
Il progetto è rivolto a tutti i giovani tra i 18 e i 35 anni residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia che:
– non siano titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato
– non siano titolari di altre attività di impresa già in esercizio alla data del 21 giugno 2017
– non risultino beneficiari negli ultimi tre anni di ulteriori misure nazionali a sostegno dell’autoimprenditorialità.
Qualora al momento della presentazione della domanda la residenza sia altrove, è possibile trasferirla in una delle Regioni anzidette entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dalla notificazione dell’approvazione del progetto presentato.
Per poter presentare domanda è necessaria la natura di impresa individuale o società (ivi compresa la società cooperativa): le stesse devono risultare costituite successivamente al 21 giugno 2017 o costituirsi come tali entro 60 giorni dalla comunicazione dell’esito positivo.

QUAL È L’ENTITÀ DEL FINANZIAMENTO?
Ciascun richiedente può ricevere un finanziamento fino ad un massimo di 50.000€; se l’istanza è presentata da più soggetti costituiti o costituendi in forma societaria, anche cooperativa, l’importo massimo è 50.000€ per ciascun socio fino ad un ammontare complessivo di 200.0000€ (1).
Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili ed è così articolato:
– 35% come contributo a fondo perduto;
– 65% sotto forma di prestito bancario a tasso zero concesso da una delle banche convenzionate (http://www.invitalia.it/site/new/home/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/resto-al-sud/banche-finanziatrici.html) da restituire in otto anni, di cui i primi due di preammortamento (2).
Esempio: su un finanziamento di 50.000€, 17.500€ sono a fondo perduto e non sono da restituire; 32.500€ sono erogati a titolo di prestito bancario e devono essere resi.
Fino all’80% del prestito è garantito dal Fondo di garanzia per le PMI.

QUALI SONO LE ATTIVITÀ FINANZIABILI?
È possibile avviare attività imprenditoriali in un gran numero di settori: si può spaziare dalla produzione di beni nei settori dell’artigianato, dell’industria e della manifattura alla fornitura di servizi, compresi quelli turistici e alla persona.
Sì dunque, a titolo esemplificativo, all’apertura di attività di ristorazione e somministrazione (bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), attività turistiche (alberghi, villaggi turistici, agriturismi, B&B, rifugi di montagna, agenzie di viaggio, tour operator), attività sportive (palestre, impianti sportivi, club sportivi), attività di intrattenimento (parchi divertimento, sale giochi, discoteche), servizi per la persona (parrucchiere, barbiere, centri estetici, lavanderie, tintorie, studi di tatuaggi e piercing), assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, laboratori di analisi cliniche, studi odontoiatrici e fisioterapici, attività svolta da psicologi), istruzione e formazione (scuole dell’infanzia, elementari, medie, licei, istituti tecnici, scuole e corsi di lingua, corsi di danza, scuole di vela).
Sono invece escluse le attività libero professionali, il commercio e l’agricoltura: non sarà dunque possibile finanziare l’apertura di alcuno studio professionale o negozio (né fisico né online) o l’inizio di attività di coltivazione o allevamento.

Come verificare se l’attività rientra fra quelle finanziabili?
Per verificare con certezza se la propria attività rientra tra quelle finanziabili occorre far riferimento al codice ATECO ad essa attribuito (o attribuibile): si tratta di una classificazione delle attività economiche (ATECO 2007) utilizzata a fini ISTAT e formata da una combinazione alfanumerica.
Per individuare il codice relativo alla propria attività si può ricorrere allo strumento di ricerca disponibile sul sito dell’ISTAT; una volta ottenuto si può facilmente verificare se l’attività rientra fra quelle finanziabili. Qui l’elenco completo delle attività e relativi codici.

La Circolare 22 dicembre 2017, n. 33 ha indicato espressamente soltanto i codici ATECO delle attività economiche non ammesse a finanziamento; per esclusione, sono finanziabili:
– Divisione 03 “PESCA E ACQUACOLTURA” della sezione A “AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA”.
– Sezione B – ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE
– Sezione C – ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
– Sezione D – FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA
– Sezione E – FORNITURA DI ACQUA, RETI FOGNARIE, GESTIONE DEI RIFIUTI E RISANAMENTO
– Sezione F – COSTRUZIONI
– Classe 45.20 “MANUTENZIONE E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI” e categoria 45.40.3 “MANUTENZIONE E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI” della Sezione G “COMMERCIO ALL’INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI”
– Sezione H – TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO
– Sezione I – ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E RISTORAZIONE
– Sezione J – SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
– Sezione K – ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASSICURATIVE
– Classe 68.20.3 “AFFITTO E GESTIONE DI IMMOBILI DI PROPRIETÀ O IN LEASING” della sezione L “ATTIVITÀ IMMOBILIARI”
– Sezione N – NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE
– Sezione P – ISTRUZIONE
– Sezione Q – SANITÀ E ASSISTENZA LOCALE
– Sezione R – ATTIVITÀ ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO
– Sezione S – ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI

Non sono invece finanziabili le seguenti attività (3):
– Tutta la sezione A – “AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA” ad eccezione della divisione 03 – “PESCA E ACQUACOLTURA”.
– Tutta la sezione G – “COMMERCIO ALL’INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI” ad accezione della classe 45.20 – “Manutenzione e riparazione di autoveicoli” e della categoria 45.40.3 “Manutenzione e riparazione di autoveicoli”.
– Tutta la sezione L – “ATTIVITÀ IMMOBILIARI” ad eccezione della classe 68.20 – “Affitto e gestione di immobili di proprietà o in leasing”.
– Tutta la Sezione M – “ATTIVITA’ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE”
– Tutta la sezione O – “AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA”.
– Tutta le Sezione T – “ATTIVITA’ DI FAMIGLIE E CONVIVENZE COME DATORI DI LAVORO PER PERSONALE DOMESTICO; PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI INDIFFERENZIATI PER USO PROPRIO DA PARTE DI FAMIGLIE E CONVIVENZE”.
– Tutta la Sezione U – “ORGANIZZAZIONI ED ORGANISMI EXTRATERRITORIALI”.

QUALI SONO LE SPESE AMMISSIBILI?
Sono ammissibili al finanziamento le spese sostenute dal beneficiario in relazione alla realizzazione del progetto a partire dalla data di avvio del progetto (e dunque successive alla concessione dell’agevolazione) e connesse all’acquisto di beni e servizi concernenti:
– opere edili relative a interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria nel limite massimo del 30% del programma di spesa;
– macchinari, impianti ed attrezzature nuovi di fabbrica;
– programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e telecomunicazione (TIC);
– spese relative al capitale circolante inerente allo svolgimento dell’attività di impresa fino al 20% del programma di spesa;
– spese per materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti;
– utenze e canoni di locazione per immobili;
– canoni di leasing;
– garanzie assicurative funzionali all’attività finanziata

Non sono ammissibili le spese:
– relative ai beni acquistati tramite locazione finanziaria, leasing e leaseback, eccetto i canoni maturati entro il termine di ultimazione del progetto imprenditoriale (ovvero 24 mesi);
– per l’acquisto di beni di proprietà di uno o più soci o dei coniugi, parenti o affini entro il terzo grado dei soci stessi;
– riferite a investimenti per la mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature;
– effettuate mediante il “contratto chiavi in mano”;
– relative a commesse interne;
– relative a macchinari, impianti e attrezzature usati;
– notarili, imposte, tasse;
– relative all’acquisto di automezzi, fatta eccezione per quelli strettamente necessari al ciclo di produzione o per il trasporto in conservazione condizionata dei prodotti;
– di importo unitario inferiore a 500€;
– relative alla progettazione, alla consulenza e agli stipendi erogati ai dipendenti.

COME SI PRESENTA DOMANDA?
Dalle 12:00 del 15 gennaio 2018 è aperta la possibilità di presentare le domande di agevolazione. Le domande, in lingua italiana, devono essere compilate online utilizzando la piattaforma web di Invitalia, cui occorre registrarsi, devono essere firmate digitalmente e devono contenere il progetto imprenditoriale e la documentazione richiesta (es: statuto, nel caso di società).
È dunque necessario munirsi di firma digitale e posta elettronica certificata (PEC), tramite cui avverranno le eventuali comunicazioni con Invitalia (ad esempio per integrazioni documentali o per la comunicazione del provvedimento di concessione del finanziamento).
Il progetto imprenditoriale deve contenere:
– dati e profilo del soggetto richiedente;
– descrizione dell’attività proposta;
– analisi del mercato e relative strategie;
– aspetti tecnico-produttivi ed organizzativi;
– aspetti economico-finanziari.
I progetti imprenditoriali devono essere realizzati entro 24 mesi dal provvedimento di concessione.
È prevista inoltre la possibilità di ottenere assistenza e consulenza gratuita nelle varie fasi di sviluppo del progetto imprenditoriale da parte di Pubbliche Amministrazioni, Università, associazioni o enti del terzo settore che si sono accreditati (link Invitalia).

COME VIENE VALUTATA LA DOMANDA?
Le richieste di agevolazione sono valutate entro 60 giorni e secondo l’ordine di presentazione; ciò significa che non viene stilata nessuna graduatoria: le risorse vengono assegnate ai progetti valutati positivamente sulla base dell’ordine cronologico di presentazione e fino a esaurimento dei fondi disponibili.
La valutazione consta di una verifica formale (avente ad oggetto la sussistenza dei requisiti relativi ai soggetti richiedenti e all’attività oggetto di domanda) e di un esame di merito basato su:
– adeguatezza e coerenza delle competenze possedute dai soci rispetto all’attività prevista dal progetto imprenditoriale (max 8 punti);
– capacità dell’iniziativa di presidiare gli aspetti del processo tecnico-produttivo e organizzativo (max 2 punti);
– potenzialità del mercato di riferimento, vantaggio competitivo dell’iniziativa e relative strategie di marketing (max 4 punti);
– sostenibilità tecnico economica dell’iniziativa, con particolare riferimento all’equilibrio economico, nonché alla pertinenza e coerenza del programma di spesa (max 6 punti).
Viene inoltre verificata la sussistenza dei requisiti per la concessione della garanzia del Fondo di Garanzia per le PMI.
Il punteggio minimo per l’ammissibilità è di 12 punti; il punteggio massimo conseguibile è di 20 punti.

FONTI NORMATIVE
– Decreto legge 20 giugno 2017, n. 91
(http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/20/17G00110/sg) recante “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”.
– Decreto del Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno 9 novembre 2017, n. 174 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/12/5/17G00188/sg) recante il “Regolamento concernente la misura incentivante «Resto al Sud»”.
– Circolare attuativa PCM n. 000033 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/12/29/17A08699/sg) recante “Termini e modalità di presentazione delle domande di agevolazione, nonché indicazioni operative in merito alle procedure di concessione ed erogazione delle agevolazioni”.

LINK UTILI
Sito web ufficiale di “Resto al Sud

NOTE
(1) Le società possono essere costituite anche da soci di età non compresa tra i 18 e i 25 anni, purché non siano parenti (fino al quarto grado) con alcuni degli altri soci e la loro presenza nella compagine societaria non sia superiore ad un terzo dei componenti. In tal caso, però, essi non possono accedere al finanziamento e dunque non concorrono al raggiungimento della soglia massima stabilita per le società.
(2) Più precisamente è prevista, accanto al contributo a fondo perduto e al prestito bancario, l’erogazione di un contributo in conto interessi che copre interamente gli interessi finanziari di modo che il finanziamento risulti, in sostanza, a tasso zero. La restituzione deve avvenire in otto anni, di cui però i primi 24 mesi sono di preammortamento: ciò significa che i primi due anni saranno coperti dal contributo in conto interessi e il beneficiario restituirà il capitale netto di tasca propria solo a partire dal terzo anno.
(3) Circolare PCM 22 dicembre 2017, n. 33, Allegato I.

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