Regione Lazio: Sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso tecnologie innovative
Articolo di Eleonora Zampetti sulla nuova misura di supporto a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie.
La Regione Lazio, attraverso il nuovo Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai Beni ed alle Attività Culturali del Lazio (DCT), ha destinato 23,2 milioni di euro a sostegno della diffusione di tecnologie innovative applicate al settore dei beni culturali al fine di rendere il Lazio un territorio attrattivo per gli operatori economici ed il turismo.
L’Avviso, denominato “Ricerca e sviluppo di tecnologie per la valorizzazione del patrimonio culturale”, è rivolto ai soggetti titolari (proprietari o gestori) degli Istituti e dei Luoghi della Cultura localizzati nel territorio della Regione Lazio e sostiene progetti di valorizzazione, conservazione, recupero, fruizione e sostenibilità del patrimonio culturale della Regione Lazio attraverso lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative sotto il profilo tecnologico, finanziario e gestionale.
Si tratta di una grande occasione per tutti i soggetti impegnati nella cura dell’inestimabile patrimonio archeologico e storico-artistico laziale: soprintendenze, sindaci, settori di ricerca delle discipline umanistiche e di area scientifica delle Università e degli enti di ricerca.
La procedura amministrativa prevista dall’Avviso è articolata in due fasi: la prima, cui sono riservati 3,2 milioni di euro, è rivolta a sovvenzionare la progettazione di una proposta innovativa per la valorizzazione, conservazione, recupero, fruizione e sostenibilità del patrimonio culturale laziale; la seconda, dotata di 20 milioni di euro, consiste in un finanziamento per la realizzazione degli interventi oggetto della proposta nella prima fase.
Le domande possono essere presentate fino alle ore 12:00 del 31 maggio 2018.
CHI PUÒ ACCEDERE AL FINANZIAMENTO?
Prima fase
Possono presentare domanda di sovvenzione nella prima fase i seguenti soggetti, in forma singola o aggregata, i soggetti titolari degli “Istituti e Luoghi della Cultura” (1) collocati nel territorio della Regione Lazio.
Più specificatamente, possono partecipare all’Avviso:
– Proprietari degli Istituti e dei luoghi della cultura ubicati nel Lazio ed oggetto delle Proposte;
– Soggetti già gestori (al momento della presentazione della domanda) degli Istituti o dei Luoghi della Cultura;
– Soggetti futuri gestori degli Istituti o dei Luoghi della Cultura (in tal caso l’idoneo titolo giuridico deve essere acquisito entro 60 giorni dalla data della concessione della sovvenzione richiesta nella seconda fase dell’Avviso);
– Eventuali altri soggetti, qualora siano presenti nell’aggregazione i soggetti suddetti di cui sopra, ove la loro partecipazione risulti strettamente necessaria alla realizzazione dell’intervento.
La prima fase si conclude con la concessione di una sovvenzione per gli oneri di progettazione – intesa come il complesso di tutta la documentazione tecnica e amministrativa necessaria per procedere alla successiva realizzazione dell’intervento oggetto della Proposta – da affidarsi a uno o più soggetti esterni e indipendenti rispetto al richiedente e in grado di fornirgli il necessario supporto interdisciplinare. Le proposte la cui progettazione si sia positivamente conclusa, saranno ammissibili alla selezione di seconda fase.
Seconda fase
Possono partecipare alla seconda fase i soggetti già beneficiari della prima fase che abbiano completato positivamente la progettazione oggetto di sovvenzione; in tal caso potranno estendere la richiesta di sovvenzione anche ad altri partner (rientranti nelle fattispecie di cui sopra) ove la progettazione evidenzi la loro partecipazione come necessaria alla realizzazione dell’intervento.
La seconda fase si conclude con la concessione di una sovvenzione per la realizzazione degli investimenti previsti nella proposta.
Le procedure di accesso alla seconda fase e gli impegni contabili sul bilancio regionale saranno oggetto di un provvedimento amministrativo da emanarsi in futuro (2).
QUALI SONO I PROGETTI AMMISSIBILI?
Sono ammissibili proposte riguardanti interventi che prevedono la realizzazione e il successivo utilizzo di una soluzione tecnologica, finanziaria e gestionale innovativa, efficace e sostenibile, anche sotto il profilo della capacità di generare economie di scopo e di sviluppo sociale, finalizzata a valorizzare uno o più Istituti o Luoghi della Cultura localizzati nel Lazio. Se appartenenti a soggetti privati, tali luoghi dovranno essere aperti al pubblico al più tardi alla conclusione dell’Intervento oggetto di sovvenzione (pena la revoca della stessa).
In particolare sono finanziabili le seguenti linee di attività:
– Ricerca, studio e sviluppo di nuove tecnologie e infrastrutture in grado di valorizzare il Patrimonio Culturale e far evolvere l’economia ad esso legata;
– Sviluppo di sistemi di monitoraggio, valutazione e mitigazione dei rischi legati alla sicurezza e alla conservazione dei Beni Culturali;
– Sperimentazione di nuove forme di spettacolarizzazione dei Beni culturali e relative modalità di fruizione che avvicinino un vasto pubblico ai temi della Cultura;
– Incremento della domanda del Turismo Culturale attraverso lo sviluppo e la promozione di porte di accesso su web e App per smartphone e tablet;
– Stimolo e assistenza alla produzione di “cultura” da parte di artisti e non, riconoscendo un ruolo primario alla Digital Art;
– Potenziamento dell’attività degli Istituti e dei Luoghi della Cultura attraverso l’utilizzo di opere artistiche contemporanee realizzate mediante nuove tecnologie e nuovi materiali;
– Sviluppo e sperimentazione di nuovi prodotti, materiali e processi finalizzati alla diagnostica, conservazione e recupero del Bene Culturale.
Fra le tecnologie innovative (3) utilizzabili è utile citare:
– Strumenti di realtà virtuale e/o aumentata, proiezioni olografiche tridimensionali, proiezioni immersive ad alta risoluzione su pareti, soffitti, pavimenti;
– Sistemi per la mobilità (bluetooth, mappature e posizionamento outdoor e indoor con o senza GPS);
– Sistemi integrati di accessibilità e miglioramento della fruizione del patrimonio culturale, anche con riferimento ai diversamente abili (rilievi, stampe 3D, allestimenti tattili);
– Soluzioni tecnologiche per la vigilanza, la sicurezza e il monitoraggio (aerofotogrammetria, sensoristica distribuita, utilizzo di droni);
– Nuovi modelli, tecnologie e strumenti per migliorare l’interazione uomo-macchina (attraverso gestualità, visualizzazioni olografiche tridimensionali senza l’ausilio di device, interazioni live tra persone reali e immagini olografiche);
– Infrastrutture tecnologiche per la sostenibilità dei siti culturali anche tramite fonti energetiche rinnovabili;
– Tecniche ed interventi per la conoscenza (videogaming, storytelling, maxischermi, digitalizzazione di opere, progettazione architettonica di strutture scenografiche, design di audio e luci – light art).
La progettazione di prima fase deve concludersi entro 12 mesi dalla data di concessione della relativa sovvenzione. Tutti i progetti di seconda fase devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di concessione della relativa sovvenzione.
QUALI SONO LA NATURA E L’ENTITÀ DEL FINANZIAMENTO?
La sovvenzione ha natura di contributo a fondo perduto in riferimento ad entrambe le fasi; occorre tuttavia operare una distinzione tra le due fasi per quanto riguarda la misura degli importi e le modalità di erogazione.
Prima fase
La sovvenzione non può superare 150.000€ per ogni proposta e comprende il 100% delle spese ammissibili sostenute. L’erogazione avviene a titolo di Aiuti De Minimis: nel caso in cui a seguito del finanziamento si superi il massimale consentito, il contributo sarà riconosciuto nella percentuale dell’80%.
L’erogazione può avvenire in massimo due soluzioni comprendenti:
– Un’anticipazione nella misura massima del 20% per gli Enti Pubblici; per i soggetti diversi l’entità è quella da essi richiesta, garantita da fidejussione;
– La restante quota di sovvenzione viene erogata a saldo, a fronte di rendicontazione delle spese effettivamente sostenute, della documentazione amministrativa e tecnica necessaria alle successive procedure di selezione dei contraenti per la realizzazione degli interventi e della relativa verifica da parte degli organismi di controllo accreditati, da presentarsi entro 12 mesi dalla data di concessione.
Seconda fase
La sovvenzione non può superare 1.500.000€ per ogni intervento. L’entità del fabbisogno finanziario per la realizzazione di ciascun progetto, compresa l’eventuale quota non coperta dalla sovvenzione, deve essere di importo pari ad almeno 350.000€.
Il finanziamento viene erogato secondo il metodo del c.d. funding gap: gli aiuti non devono superare la differenza tra i costi ammissibili e il risultato operativo dell’investimento stesso (ovvero le entrate nette generate dal progetto). Oggetto del finanziamento è dunque la parte del costo d’investimento non coperta dalle entrate: in riferimento a tale porzione, la copertura può arrivare fino al 100%.
Modalità di erogazione:
a) Nel caso di beneficiari Enti Pubblici:
– Anticipazione del 10% della sovvenzione concessa (o nella misura maggiore che risultasse necessaria per effetto delle spese ammissibili propedeutiche alla contrattualizzazione dell’operatore economico realizzatore dell’intervento);
– I pagamenti successivi al primo sono subordinati alla verifica degli anticipi e SAL relativi alle erogazioni precedenti.
b) Nel caso di altri beneficiari:
– Anticipazione facoltativa nella misura massima del 30% garantita da fidejussione;
– Uno o più acconti di SAL fino all’erogazione cumulativa dell’80% della sovvenzione concessa;
– La restante quota a saldo, da presentarsi entro 26 mesi dalla data di concessione.
La sovvenzione di seconda fase è oggetto di revoca qualora le procedure di selezione dei contraenti riguardanti l’intervento non risultino pubblicate entro 6 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Impegno.
QUALI SONO LE SPESE AMMISSIBILI?
Sono ammissibili le spese sostenute effettivamente e successivamente alla data di presentazione della domanda: devono cioè derivare da impegni contrattuali assunti successivamente, fatta eccezione per i costi interni del personale. Sono eccezionalmente ammissibili le spese, preventivamente motivate, strettamente connesse ad attività preparatorie (come quelle sostenute per la presentazione della richiesta).
Non è invece ammissibile l’IVA, ove risulti detraibile o comunque recuperabile da parte del Beneficiario.
Prima fase
Sono ammissibili le spese di progettazione a carico del beneficiario, da sostenersi nei confronti di soggetti appositamente incaricati e che non siano Parti Correlate del beneficiario, per la predisposizione di tutta la documentazione amministrativa e tecnica necessaria alle successive procedure di selezione dei contraenti per la realizzazione degli investimenti previsti dagli interventi, da realizzarsi in conformità alla normativa in materia di contratti pubblici.
La progettazione, in particolare, deve comprendere:
– La documentazione relativa agli aspetti gestionali, inclusa la compatibilità giuridica della soluzione gestionale proposta;
– La pianificazione economica e finanziaria;
– La verifica da parte degli organismi di controllo accreditati conformemente alla normativa europea;
e, ove applicabili:
– La diagnosi energetica realizzata da un Esperto in Gestione dell’Energia (EGE);
– Il rispetto delle norme antisismiche;
– L’accessibilità e la fruibilità da parte dei soggetti diversamente abili.
Ove strettamente necessari possono essere riconosciuti costi interni per il personale sostenuti dal beneficiario o dai beneficiari (contratti di lavoro, assegni di ricerca e altri rapporti assimilabili che comportino il versamento diretto di contributi previdenziali da parte del beneficiario) nella misura massima del 20% dell’importo ammesso.
Sono inoltre ammissibili i costi per le consultazioni preliminari del mercato tese a quantificare e minimizzare il disavanzo (funding gap) dell’intervento.
Seconda fase
Sono ammissibili le spese da sostenersi nei confronti dei contraenti selezionati sulla base della progettazione di prima fase, nonché le altre spese previste dal quadro economico di previsione e comunque la parte di investimenti rimasti a carico del beneficiario e al netto del risultato operativo.
Ove strettamente necessari possono essere anche qui riconosciuti costi interni per il personale sostenuti dal beneficiario o dai beneficiari (contratti di lavoro, assegni di ricerca e altri rapporti assimilabili che comportino il versamento diretto di contributi previdenziali da parte del beneficiario) nella misura massima del 10% dell’importo ammesso.
I costi per imprevisti e per l’acquisizione di aree o immobili e pertinenti indennizzi sono ammissibili nella misura complessiva del 10%.
Non sono invece ammissibili le spese relative ai costi operativi di gestione dell’intervento (che sono compresi nel risultato operativo); non si intendono tali (e sono dunque ammissibili) i costi connessi all’entrata in esercizio dell’intervento (es. trasporti, messa in opera, allestimento, etc.) e quelli compresi nel contratto concluso con il contraente per la realizzazione degli interventi (c.d. servizio post-vendita quali coperture assicurative, assistenza tecnica, etc.).
QUALI SONO LE MODALITÀ E LE TEMPISTICHE DI PRESENTAZIONE DELLA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO?
La domanda, firmata digitalmente, deve essere presentata via PEC all’indirizzo DTC@pec.lazioinnova.it.
È dunque richiesto il possesso della Posta Elettronica Certificata e della Firma Digitale.
Le domande di ammissione alla prima fase possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 21 marzo 2018 e fino alle ore 12:00 del 31 maggio 2018.
Per quanto riguarda la seconda fase interverrà successivamente un provvedimento amministrativo a definire le procedure di accesso alle sovvenzioni e la relativa modulistica.
Entro 15 giorni dalla data di concessione delle sovvenzioni, Lazio Innova invierà via PEC al richiedente (o al capofila nel caso di aggregazioni) la comunicazione di concessione della sovvenzione con il relativo Atto di Impegno (l’atto formale che disciplina i rapporti giuridici e finanziari con il beneficiario), che deve essere sottoscritto entro 60 giorni dalla data di concessione.
QUALI SONO LE MODALITÀ DI SELEZIONE?
Le procedure di selezione, sia di prima che di seconda fase, avvengono secondo una procedura valutativa a graduatoria: sono concesse dunque secondo una classifica di merito (ovvero, per la seconda fase, più graduatorie per ciascuna eventuale finestra) a partire dalle proposte che hanno ottenuto il maggior punteggio e fino ad esaurimento della dotazione finanziaria.
La selezione ha ad oggetto primariamente i requisiti formali di ammissibilità (completezza della documentazione, possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi, etc.) e, successivamente, entrerà nel merito tecnico-scientifico: per ottenere la sovvenzione è necessario raggiungere la soglia minima prevista per ciascun criterio di valutazione e il punteggio complessivo minimo di 60 punti.
Per la prima fase i criteri di valutazione nel merito sono: chiarezza della proposta e rilevanza dell’impatto socio-economico, con particolare riferimento alla potenzialità di “fare rete” (min. 12, max. 20 punti); innovatività dell’approccio e delle tecnologie (min. 12, max. 20 punti); credibilità dei tempi previsti per la realizzazione del progetto nella seconda fase (min. 12, max. 20 punti); livello delle professionalità coinvolte, adeguatezza della loro combinazione e congruità dei relativi costi (min. 12, max. 20 punti). Sono previsti inoltre criteri di premialità che attribuiscono un massimo di ulteriori 10 punti ciascuno ai progetti presentati da diversi soggetti in forma aggregata che creino reti e/o valorizzino itinerari, circuiti, percorsi e brand e che prevedano una soluzione innovativa riutilizzabile per una pluralità di istituti, luoghi o beni culturali legati da simili criticità o potenzialità.
Per la seconda fase i criteri di valutazione nel merito sono: qualità dell’intervento sotto il profilo culturale, tecnologico e gestionale (min. 18, max. 30 punti); sostenibilità economico-finanziaria della gestione dell’intervento (min. 18, max. 30 punti); innovatività dell’intervento e delle soluzioni tecnologiche e eventuale replicabilità (min. 12, max. 20 punti). È previsto infine un criterio di premialità che attribuisce fino a 20 punti proporzionalmente all’entità del cofinanziamento privato (es. sponsorizzazioni).
RIFERIMENTI
Testo integrale dell’Avviso Pubblico
Documentazione necessaria all’invio della domanda
NOTE
(1) Ai sensi dell’art. 101 del Codice dei Beni Culturali, per “Istituti e luoghi della cultura” si intendono: musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologico e complessi monumentali.
(2) Tale provvedimento potrà ulteriormente definire le specifiche tecniche degli interventi e le spese ammissibili, oltre che prevedere più finestre temporali sulla base dei tempi per la realizzazione dei progetti ammessi nella prima fase; in tal caso verrà stabilita anche la ripartizione della dotazione finanziaria per ciascuna finestra, in proporzione all’entità del fabbisogno stimato per la realizzazione e tenuto conto della disponibilità temporale delle risorse del bilancio regionale.
(3) Per approfondire le più recenti tecnologie per la valorizzazione e fruizione dei beni culturali è possibile consultare il “Nuovo DCT della Regione Lazio: Stato dell’arte e tematiche di intervento” (in particolare pp. 80 e ss.).
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