Nuove generazioni e identità europea
Sintesi dell’intervento di Roberto Giuliani al quarto incontro dei Laboratori Next Generation di Osservatorio Banche Imprese tenuto il 9 marzo 2021
Il tema del ruolo delle nuove generazioni nello scenario europeo è al centro degli studi e delle attività della nostra associazione Prospettiva Europea e in particolare della nostra ultima pubblicazione “Europa 4.0 Il futuro è già qui”, una raccolta di riflessioni sulle trasformazioni dell’era digitale.
Cambiamenti epocali frutto di un processo tuttora in evoluzione che ha attraversato gli ultimi decenni con un pesante impatto nella formazione delle ultime generazioni, tutte proiettate nella nuova dimensione 4.0 ma con sostanziali differenze nelle diverse fasce d’età.
I nativi digitali (generazioni Y e Z) perfettamente inseriti nelle nuove dinamiche della società digitale, hanno piena dimestichezza con l’uso delle nuove tecnologie che accompagnano in ogni momento la loro esistenza. Differente è l’approccio della fascia dei nati tra la fine degli anni 70 e la fine degli anni 80, una generazione intermedia (rispetto alle generazioni dei millennials e dei baby-boomers) che da un lato ha pagato il prezzo più alto delle recenti crisi del mercato del lavoro e dall’altro, avendo vissuto la transizione dall’era a quella digitale, ha sviluppando una grande capacità di adattamento e una migliore visione dei cambiamenti in atto.
Differenti sensibilità che vanno valorizzate e messe a confronto per comprendere meglio le differenze tra la dimensione “virtuale” e quella “reale”, per giungere ad una maggiore conoscenza del complesso scenario 4.0 e di conseguenza un ritrovato senso di identità, un nuovo rapporto col proprio territorio, premessa per una sana e consapevole identità nazionale ed europea.
Che significa oggi sentirsi europei, quale è la vera dimensione europea?
L’Europa deve partire dal Territorio, sentirsi europei significa quindi sentirsi parte di questa grande comunità, la cui forza è data propria dalla ricchezza delle peculiarità delle comunità locali, A tal fine sono stati e saranno preziosissimi gli strumenti della programmazione europea e quelle esperienze positive come il programma Erasmus, che ha formato le ultime generazioni, accompagnandole verso una vera dimensione europea.
Il passaggio successivo è la transizione in una dimensione europea 4.0: solo con la consapevolezza delle opportunità della nuova economia digitale e un’adeguata formazione le nuove generazioni potranno essere protagoniste delle nuove sfide, a partire dal grande piano Next Generation Eu.
Nuove progettualità richiedono nuove competenze e professionalità, l’anello chiave da sviluppare per l’effettivo completamento della rivoluzione 4.0.
Un tema non confinabile all’interno di alcuni specifici settori in quanto abbraccia molteplici ambiti. Spesso in riferimento alla programmazione europea si parla di carenza di europrogettisti, ovvero professionisti con specifiche competenze inerenti l’utilizzo dei fondi europei: la questione non è posta nel modo adeguato in quanto in realtà non si tratta di un’unica figura professionale bensì di team composti da diversi esperti che intervengono nelle varie fasi e soprattutto da diverse organizzazioni che costituiscono la filiera (università, enti locali, imprese, associazioni) da cui dipende il successo di un progetto. Le competenze vanno individuate e formate in seno a tali realtà che devono avere al proprio interno professionalità in grado di consentirgli di svolgere pienamente la propria parte.
Competenze da costruire attraverso un processo di formazione sistemica che non può essere delegata esclusivamente alle istituzioni tradizionalmente preposte alle attività educative e formative ma che richiede uno sforzo sinergico di tutti i principali stakeholders dei sistemi locali per aggregare e connettere efficacemente le energie migliori dei territori.
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