La prima volta non si scorda mai
Il Benevento retrocede in Serie B con quattro giornate di anticipo, ma raccoglie gli applausi e i consensi dei tifosi e degli addetti ai lavori
Maggior numero di sconfitte consecutive da inizio campionato, maggior numero di sconfitte complessive, maggior numero di sconfitte in trasferta, maggior numero di reti subite, maggior numero di reti subite in casa, minor punteggio in classifica, minor numero di punti conquistati in trasferta, peggior differenza reti.
Una sfilza infinita di record negativi: il primo è già stato raggiunto a novembre per via dei 14 KO iniziali, triste primato europeo, mentre gli altri sono da evitare in questo finale di stagione.
Annata fallimentare. Sarebbe questo il pensiero comune di tutti di fronte a statistiche così impietose, ma a Benevento i sentimenti prevalenti sono dignità e onore, entrambi largamente manifestati con gli applausi e i cori ai giocatori al termine delle recenti sfide con Sassuolo, Atalanta e Milan.
Il Benevento ha salutato con largo anticipo il campionato di Serie A, il primo della sua quasi novantennale storia, ma la sensazione è che si tratti solo di un arrivederci.
“Sono orgoglioso, non perderemo mai i nostri sogni” ha dichiarato il patron Oreste Vigorito, al timone ormai da oltre dodici anni.
Quattro categorie, tre promozioni, ben sette play off persi. Di certo non si può dire che Vigorito si sia annoiato durante la sua presidenza. Nonostante le tante delusioni, le critiche e, soprattutto, la morte del fratello Ciro, a cui oggi è intitolato lo stadio cittadino, non ha mai lesinato grossi investimenti sia nelle infrastrutture sia nel settore giovanile sia nella squadra.
La dimostrazione è stata data durante il recente mercato invernale, quando i sanniti, ultimi e già staccatissimi dal resto del gruppo salvezza, sono stati rivoltati da cima a fondo. Otto acquisti e nove cessioni, con le chicche degli arrivi di Bacary Sagna, vice-campione d’Europa con la Francia nel 2016, e Sandro, vice-campione olimpico con il Brasile di Neymar nel 2012 e subito nominato capitano per ovviare alla squalifica di Fabio Lucioni.
Proprio lo stop forzato di Lucioni, perno della difesa giallorossa, unito alla scarsa esperienza in Serie A della quasi totalità della rosa, evidenziata dalle tante partite perse nei minuti di recupero, ha pesantemente inciso sul disastroso avvio degli “stregoni”.
Alla base, però, un’evidente mancanza di lungimiranza nelle scelte compiute in estate, che hanno portato agli addii a ottobre del direttore sportivo Salvatore Di Somma e dell’allenatore Marco Baroni, artefici della storica promozione della scorsa annata.
Si è cambiato tanto, forse troppo, andando a pescare i nuovi acquisti soprattutto dalla categoria cadetta, mentre probabilmente sarebbe stato più opportuno mantenere l’intelaiatura della Serie B rafforzandola con qualche innesto mirato che garantisse un effettivo salto di qualità.
Un po’ quello che negli anni scorsi hanno fatto le altre matricole salite per la prima volta in Serie A: Carpi, Frosinone e Crotone. Le prime due, seppur retrocesse immediatamente, lottarono fino all’ultima giornata e ora sono due realtà dei piani alti della Serie B. Il Crotone, invece, nel 2016/2017 è stato capace di ottenere una clamorosa salvezza grazie a un’incredibile rimonta sull’Empoli, mentre in questa stagione è in piena corsa per il medesimo obiettivo e ha reso l’Ezio Scida, lo stadio di casa, un fortino difficilmente espugnabile per tutti.
Angelo Massimino, storico presidente del Catania, a una domanda di un giornalista sulla mancanza di amalgama della sua squadra, rispose chiedendo dove giocasse per poterla acquistare. Una storica gaffe che torna buona per spiegare un altro errore compiuto dal Benevento in sede di calciomercato estivo.
Durante gli ultimi giorni di agosto, a campionato già iniziato, probabilmente a causa delle due sconfitte iniziali, sotto l’Arco di Traiano si è assistito a un continuo via vai di giocatori. Degni di nota, in particolare, gli acquisti di Achraf Lazaar, fuori rosa nel Newcastle, con cui aveva disputato appena 9 partite nella stagione precedente, Luca Antei e Pietro Iemmello, entrambi provenienti dal Sassuolo, dov’erano ai margini del progetto e reduci da lunghi infortuni. Non è un caso che tutti e tre siano presto spariti dai radar per problemi di natura fisica e tattica, dovuti alla mancanza di un’adeguata preparazione estiva e al poco tempo d’inserimento nella squadra.
“L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”. La massima di Oscar Wilde calza a pennello per riassumere la stagione 2017/2018 del Benevento.
Pagato lo scotto con la categoria, dirigenza, squadra e tifosi si augurano di non dover più arrovellarsi in un “e se…”. Da mesi, infatti, il leitmotiv che anima le discussioni sui giallorossi è “e se avesse avuto questa squadra dall’inizio?”. Inutile pensarci ormai.
Lo sguardo va proiettato sul futuro, affinché le sfide con le grandi storiche del nostro calcio non restino un unicum a Benevento e si possa fare immediato ritorno nella massima serie, stavolta con la prospettiva di restarci in pianta stabile.
Stefano Scarinzi
26 aprile 2018
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