La bici: uno stile di vita che fonde il benessere con la sostenibilità
È da tanto che si parla e si scrive dei benefici derivanti dall’utilizzo delle biciclette, benefici non solo di natura economica, di tempo, di riduzione di immissioni inquinanti nell’aria ecc. ma anche di benefici salutari, fisici e mentali. Una bici costa meno di un’auto e non ha bisogno del carburante, in città come Napoli con alto livello di traffico, ci si sposta più velocemente e non inquina, inoltre andare in bici diminuisce notevolmente il verificarsi di malattie dovute alla mancanza di movimento o meglio alla pigrizia che contraddistingue il popolo italiano rispetto agli altri popoli europei (così come affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, secondo le cui statistiche il 60% degli italiani dichiara di non fare mai sport o attività fisica, contro una media europea del 42%; il primato è della Svezia con il 9%), migliora la circolazione, rafforza il sistema immunitario, aiuta a mantenere il cuore sano riducendo anche le malattie cardiovascolari derivanti da accumulo di zuccheri e grassi come diabete e colesterolo, aumenta la capacità polmonare e soprattutto aiuta tanto ad eliminare lo stress e l’ansia. Tutto ciò parametrato al tempo di utilizzo di essa.
Allora cos’è che ostacola la mente dei napoletani ad acquisire una mobilità ciclistica?
Sappiamo che la mente acquisisce prima di tutto, nella maggior parte di noi, le immagini di conseguenza scendere di casa con la bici e non trovare lo spazio o meglio la corsia adatta o dedicata ai ciclisti e quindi dove immettersi non aiuta, in quanto vi è un rischio alto di essere investiti o, in alternativa, quando vi sono piste dedicate ai ciclisti, sono discontinue e delimitate da cordoli di cemento non allineati alla sicurezza e soprattutto che non si addicono ad una mobilità in bici molto sportiva.
I paesi nordici sono ancora gli apri pista della cultura della mobilità in bicicletta. In Danimarca la mobilità è eco-friendly, anche i politici danesi danno esempio in questo senso recandosi in parlamento con la bici. Per invogliare sempre di più la popolazione ad utilizzare la bici vengono predisposte in continuazione nuove infrastrutture e sistemi di gestione del traffico che agevolano la mobilità in bicicletta. Si pensi alla pista ciclabile elevata 65 metri sopra i canali del porto che collega la capitale della Danimarca con i suoi quartieri periferici, circa 230 metri di lunghezza che potrebbero invogliare anche i più diffidenti amministratori di città storiche come la nostra. È un’attrazione unica che invoglia anche i più pigri a provarla e soprattutto le nuove generazioni, i bambini che potrebbero chiedere ai genitori di non essere più trasportati sugli scooter ad ingerire smog direttamente nei polmoni ma fare sport ed aiutare a ridurre anche i casi di obesità infantile. Sì, Copenaghen si contende il primato con Amsterdam sull’utilizzo delle biciclette, ma la pista ciclabile sopraelevata più lunga al mondo si trova a Xiamen (in Cina) ed è lunga 7,6 km
Amsterdam nel 2016 si è dotata di un’altra infrastruttura accattivante per i ciclisti ed i pedoni, un tunnel ciclopedonale nella stazione centrale. Il tunnel è lungo 110 metri, largo dieci e alto tre. Per metà della larghezza è una pista ciclabile e per l’altra metà pedonale, le due zone sono distinte anche da una pavimentazione diversa sia in materiali che in colori.(foto a sinistra). Ad Utrecht è stato inaugurato, nel 2017, un ponte ciclabile che porta la pista ciclabile sopra una scuola col metodo Montessori, creando un percorso immerso nel verde (foto a destra).
La Francia non da meno si è munita di notevoli piste ciclabili con opportuna delimitazione (vedi foto a sinistra) così come Berlino (vedi foto a destra).
Le piste di Napoli…che dire? pericolosissime, non manutenute, non collegate se non addirittura chiuse da più di un anno nonostante le suppliche dei ciclisti di riaprire quella che collega il quartiere di Fuorigrotta a Napoli e cioè quella che attraversa la galleria Quattro Giornate (vedi foto).
Si trovano poi corsie a doppio senso di circolazione troppo piccole, che sarebbe meglio non fossero anche adiacenti (vedi foto). Ma anche piste con ostacoli pericolosissimi per la circolazione (vedi foto).
Questa indifferenza da parte dell’amministrazione comunale sta generando animi esacerbati soprattutto negli amanti della bicicletta perché ostacolati nella volontà di dare il loro contributo alla città vivendola in modo più ecologico, come attualmente richiesto, in modo più salutare nel rispetto dell’ambiente. Quindi cosa è mancato alla nostra città per poter valorizzare e incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti. Certamente coloro che hanno progettato e attuato queste brutture non erano dei tecnici problem solver, provvisti di un’adeguata sensibilità alla realtà e alle problematiche quotidiane, come richiesto. E’ mancato un tecnico appassionato, un ecologista e un urbanista illuminato ma ora ci aspettiamo che la nuova amministrazione sappia dare alla città la svolta di cui ha bisogno. In tempi brevi.
Lisa Muto
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