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Il calcio è un’altra cosa

van-basten-fifaMarco van Basten, oggi responsabile FIFA, presenta le sue idee innovative per rivoluzionare il mondo del calcio.

“Il calcio come non l’avete mai visto”. Potrebbe essere questo lo slogan adottato da Marco van Basten per lanciare il suo progetto innovativo, rivolto, secondo le intenzioni del “cigno di Utrecht”, a modificare radicalmente lo sport più seguito del mondo.

L’ex fuoriclasse di Ajax e Milan, scelto dal presidente Gianni Infantino come responsabile FIFA per lo sviluppo tecnico del calcio, ha esposto le sue idee, destinate a far discutere.

La diminuzione del numero di partite, teoricamente, è quella più facile da attuare. “L’obiettivo è alzare la qualità del gioco”. Come dare torto a van Basten? Ma proprio Infantino, il suo datore di lavoro, ha aumentato il numero di squadre partecipanti al Mondiale, portandolo da trentadue a quarantotto. Insomma, tutto fa pensare che questa proposta tramonti prima ancora di vedere la luce.

Porre fine alle proteste di gruppo, lasciando voce solo al capitano, sarebbe cosa buona e giusta, ma da quanto tempo si parla di inasprire le punizioni verso chi oltrepassa il limite nei confronti dell’arbitro?

La proposta più interessante è sicuramente quella sul tempo effettivo per evitare perdite di tempo. Ma perché limitarlo solo agli ultimi dieci minuti come detto dall’olandese? Basandosi sui minuti di gioco effettivo, aumentati nelle stagioni recenti grazie alla diminuzione del numero di falli fischiati, si potrebbe pensare a due tempi da trenta minuti l’uno.

Più difficile pensare di prendere in considerazione le altre idee. Abolire i rigori per fare spazio agli shootout è una delle più irrazionali. Otto secondi e venticinque metri da coprire per arrivare davanti al portiere. Una soluzione sicuramente divertente per i tornei estivi, ma immaginarla in una finale dei Mondiali sembra oggettivamente fuori dalla realtà.

Come fuori dalla realtà è il pensiero di cancellare il fuorigioco per rendere il calcio sempre più simile alla pallamano. “I gol sono quello che i tifosi vogliono vedere”. Sicuramente, ma risultati in doppia cifra o giocatori che restano fermi nell’area di rigore avversaria in attesa che arrivi il pallone non sarebbero di certo il toccasana di cui il calcio ha bisogno.

Altre soluzioni difficilmente considerabili sono l’introduzione dell’espulsione a tempo al posto dei cartellini gialli e il limite massimo di cinque falli per giocatore. Impossibile equiparare il calcio al basket, innanzitutto per le dimensioni dei rettangoli di gioco, che diversificano il peso di ogni fallo fatto o subito, e in secondo luogo perché nel calcio i contatti sono più frequenti e violenti rispetto alla pallacanestro.

Le ultime due idee non riguardano direttamente il professionismo. Partite otto contro otto nel calcio giovanile e nei campionati over 45 e sostituzioni volanti. Pensieri condivisibili, ma che andrebbero meglio formulati, soprattutto nel primo ambito. Ogni categoria giovanile, dai più piccoli agli adolescenti (tenendo fuori la Primavera), dovrebbe avere delle regole specifiche, con l’obiettivo comune di allenare la tecnica negli spazi stretti. Per raggiungere tale scopo, è necessario che il pallone venga toccato continuamente e che, soprattutto, non ci sia l’ossessione della vittoria a ogni costo.

Nove formule, ma poche realmente realizzabili. La sensazione è che il primo passo di van Basten nel mondo FIFA sia stato un grosso buco nell’acqua.

Stefano Scarinzi

1° maggio 2018

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