Guida al campionato
Chievo-Juventus dà il via alla 117ª edizione della Serie A e all’avventura italiana di Cristiano Ronaldo. Tutti a caccia dei bianconeri, favoriti e alla ricerca dello storico ottavo scudetto consecutivo, record assoluto nei maggiori campionati europei.
Finalmente si parte! Dopo un’estate caratterizzata da un Mondiale vissuto da spettatori e dalle tribolazioni dei ricorsi e controricorsi che hanno interessato anche la massima serie, l’Italia pallonara alza il sipario sul suo torneo più importante, nella speranza che il calcio giocato ritorni definitivamente al centro dell’attenzione.
Il campionato inizierà con le squadre e le rose definite e questa è già una grossa novità rispetto al passato, dal momento che il calciomercato si è chiuso il 17 agosto e non il 31 come sempre accaduto. Ciò significa che non si potrà porre rimedio almeno fino a gennaio a eventuali lacune evidenziate dalle prime giornate e che sarà fondamentale farsi trovare subito pronti.
Il calciomercato 2018 ha consegnato al campionato italiano uno degli acquisti più importanti della sua ultracentenaria storia: Cristiano Ronaldo, il miglior giocatore al mondo, cinque volte Pallone d’Oro e cinque volte campione d’Europa. Merito della Juventus, che, già forte dei sette scudetti consecutivi, ha tutte le carte in regole per essere potenzialmente l’ammazza campionato.
Il mercato dei bianconeri è stato esemplare. Oltre a CR7, la squadra è stata rinforzata in tutti i reparti. Cancelo ed Emre Can sono iniezioni di qualità e gioventù in settori che avevano bisogno di una rinfrescata, Perin e Spinazzola sono più di semplici alternative. Anche la tanto contestata operazione Bonucci ha la sua logica. Con l’ex capitano del Milan, Allegri ritrova quella fonte di gioco dalla difesa a lungo mancata nella scorsa stagione, dove gli eptacampioni avevano palesato evidenti difficoltà in fase di costruzione. Inutile girarci intorno: il tecnico livornese ha a disposizione una rosa in grado di vincere tutto, compresa la Champions League che manca ormai da troppi anni nella bacheca juventina.
Alle spalle dei bianconeri regna l’equilibrio. Il Napoli, secondo lo scorso anno, ha dovuto far fronte all’addio di Maurizio Sarri. Al suo posto è arrivato Carlo Ancelotti, ritornato in Italia dopo nove anni. Eppure, il mercato azzurro non è sembrato all’altezza della fama del tecnico di Reggiolo. Dopo un’estate di proclami, con le suggestioni Cavani, Benzema e Di María a infiammare la piazza, non è arrivato il top player tanto atteso.
Poco chiara anche la situazione portieri. Dopo l’addio di Reina e la bocciatura di Perin da parte di Sarri prima del suo addio, De Laurentiis ha operato una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa, acquistando dall’Udinese il giovane Meret, reduce da un biennio in prestito alla SPAL caratterizzato da grandi prestazioni, ma anche da una certa fragilità fisica, che gli ha permesso di scendere in campo appena 13 volte nella sua unica stagione in massima serie. L’infortunio rimediato nei primi giorni di ritiro con il Napoli, unito alle incertezze mostrate nel precampionato dal vice Karnezis, ha spinto la dirigenza azzurra a cautelarsi con l’arrivo in prestito dall’Arsenal del colombiano Ospina.
Difficile che i partenopei possano ripetere i 91 punti dello scorso torneo, ma ADL ha scelto Ancelotti per crescere in campo europeo, il tallone d’Achille del triennio di Sarri.
Grandi cambiamenti in casa Roma. Innanzitutto si è dovuto far fronte agli addii di Alisson, di gran lunga il miglior portiere dell’ultima stagione, e Nainggolan, che mai è sembrato pienamente a suo agio negli schemi di Di Francesco. Due pezzi da novanta che il DS Monchi ha sostituito con un mix di forza, tecnica e giovinezza, senza dimenticare quel pizzico di imprevedibilità e di rischio che ha contraddistinto il dirigente spagnolo anche nella sua fortunata esperienza al Siviglia. Ecco spiegati gli arrivi di Olsen, reduce da un buon Mondiale con la sorprendente Svezia, Nzonzi, pretoriano di Monchi dai tempi di Siviglia, Cristante, altro talento messo in luce dalla splendida Atalanta di Gasperini, Justin Kluivert, figlio di Patrick (meteora nel Milan 1997/1998, ma attaccante di ottimo livello) ed ennesimo prodotto del vivaio Ajax, e, soprattutto, Pastore, tornato in Italia dopo sette anni in chiaroscuro al PSG, ma dal talento indiscusso e cristallino.
Anche nel caso dei giallorossi la sensazione è che sarà difficile ripetere la semifinale di Champions raggiunta qualche mese fa, ma i semi piantati quest’estate potranno dare frutti negli anni a venire, sempre che non si debba rivoltare ogni volta l’organico come un calzino.
L’Inter è la squadra che ha operato meglio sul mercato dopo la Juve. Il gol di Vecino nello spareggio Champions di maggio contro la Lazio ha completamente mutato gli orizzonti dei nerazzurri. Il ritorno nella massima competizione continentale dopo sei anni di assenza ha avuto un duplice beneficio: convincere i big a rimanere e attirare a Milano i grandi nomi del panorama calcistico.
Vrsaljko, De Vrij e Asamoah rafforzano ulteriormente il reparto difensivo che già l’anno scorso, grazie a Spalletti, aveva compiuto un salto di qualità. Nainggolan è il giocatore preferito dal tecnico di Certaldo, il “tuttocampista” che garantisce muscoli, dinamismo, inserimenti e gol. Politano e Keita Baldé sono in grado di garantire il cambio di passo anche a partita in corso. Lautaro Martínez è stata una piacevole scoperta estiva e sembra avere il potenziale per essere protagonista in questa nuova Inter dalle ambizioni ritrovate. I sogni Vidal e, soprattutto, Modrić sarebbero state le ciliegine su una torta già ben farcita, ma l’impressione è che i nerazzurri possano candidarsi al ruolo di principali antagonisti della Juventus.
La Lazio, beffata sul filo di lana dall’Inter, ha mantenuto l’ossatura dello scorso campionato, eccezion fatta per il già citato De Vrij e Felipe Anderson. Al loro posto sono arrivati Francesco Acerbi, che cerca la consacrazione anche in una grande squadra dopo la fugace esperienza con il Milan nel 2012/2013, e Joaquín Correa. L’acquisto di Badelj serve ad allargare il ventaglio di scelte a disposizione di Simone Inzaghi, dato che nell’ultima annata ai biancocelesti sono venute meno le forze nel momento clou anche per via di una rosa troppo corta. Il vero colpo di mercato sarebbe la conferma di Milinković-Savić. Il condizionale è d’obbligo poiché in Spagna le trattative chiuderanno il 31 agosto.
Curiosità enorme intorno al nuovo Milan del fondo Elliott. Dopo la dimenticabile parentesi cinese, i rossoneri sono ripartiti da due uomini che conoscono alla perfezione il mondo milanista: Leonardo e, soprattutto, Paolo Maldini, tornato a casa nove anni dopo il suo ritiro. Il mercato ha colmato la più grossa lacuna dello scorso campionato, ovvero la mancanza di una prima punta affidabile. È arrivato il migliore nel ruolo, almeno in Italia. Gonzalo Higuaín è una garanzia, come testimoniano i 111 gol realizzati nelle cinque annate tra Napoli e Juve.
Lo scambio Bonucci-Caldara ha portato alla corte di Rino Gattuso uno dei migliori difensori del campionato italiano, che, insieme al rientrante Conti e alla certezza Romagnoli, formerà la probabile difesa titolare della Nazionale del futuro. L’arrivo di Reina può servire da stimolo a Gigio Donnarumma per riscattare l’ultima deludente stagione. Da non sottovalutare gli acquisti di Laxalt, tra i migliori terzini dell’ultimo Mondiale, e Castillejo, giovane ala spagnola già con una discreta esperienza alle spalle. Resta, forse, l’assenza di un costruttore di gioco, a meno che Biglia non ritorni ai livelli a cui aveva abituato tutti durante l’esperienza laziale. L’obiettivo, sbandierato e fallito la scorsa estate, è tornare in Champions League.
Immaginare che queste sei squadre facciano un campionato a parte non sembra affatto una forzatura.
E le altre? Tra le compagini maggiormente attrezzate per il raggiungimento del settimo posto, l’ultimo utile per entrare in Europa (Coppa Italia permettendo), stuzzicano molto la Fiorentina e il Torino. I viola hanno la squadra con l’età media più bassa dell’intera Serie A e possono contare su un tridente d’attacco potenzialmente esplosivo: Chiesa, Simeone e Pjaca sono sinonimo di qualità. Occhi puntati anche sul giovanissimo portiere Alban Lafont, classe ’99, prelevato dal Tolosa e con alle spalle un percorso molto simile a quello di Donnarumma, avendo entrambi esordito e guadagnato la titolarità nell’autunno 2015.
Il Torino, voglioso di riscattare le ultime annate anonime, riparte da subito con Walter Mazzarri, che ha avuto modo di conoscere l’ambiente granata nella seconda parte dello scorso campionato. Gli arrivi di Soriano e Zaza alzano la qualità offensiva dei piemontesi, che possono contare anche su un reparto difensivo di livello, grazie a Sirigu, rientrato nel giro azzurro, e N’Koulou, tra i migliori difensori del 2017/2018.
Entrambe dovranno fronteggiare l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, ormai non più una sorpresa, ma una solida realtà. Nonostante i tanti addii, i bergamaschi hanno mantenuto un roster importante, con la perla dell’acquisto di Duván Zapata, la prima punta da doppia cifra mancata la scorsa stagione.
Nel gruppone delle squadre di medio-bassa classifica, fari accesi sul Sassuolo di Roberto De Zerbi. Il tecnico bresciano, nonostante la retrocessione, ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori grazie al bel gioco mostrato con il Benevento. Dove potrà arrivare con interpreti più forti (Boateng e Berardi su tutti) è una delle domande più attese del campionato.
Molto attive sul mercato le genovesi. Ma se il Genoa, all’ennesima rivoluzione, appare migliorato, la Sampdoria non sembra in grado di poter ripetere l’ultimo campionato, in cui ha sfiorato l’approdo in Europa League.
Alla ricerca di maggiore serenità il Bologna, che riparte da Filippo Inzaghi, rilanciatosi alla grande nel biennio al Venezia dopo aver seriamente rischiato di bruciarsi nel grigio Milan 2014/2015.
Altre squadre vogliose di riscattare un’annata deludente sono Cagliari e Udinese, entrambe a forte rischio retrocessione qualche mese fa. I sardi si affidano alla concretezza di Rolando Maran, che ha subito chiesto l’acquisto di Castro, suo fedelissimo sia al Catania sia al Chievo. L’esperienza di Srna e Klavan in difesa e i gol di Pavoletti e Cerri serviranno per raggiungere al più presto la salvezza.
I friulani, invece, presentano una novità assoluta in panchina: Julio Velázquez, 36 anni e una lunga trafila nella Segunda División spagnola. I bianconeri, però, sembrano destinati a un’altra stagione di sofferenza, pur avendo acquistato Mandragora, uno dei giovani italiani più promettenti del movimento nazionale. Molto dipenderà anche dalla vena realizzativa di Lasagna, designato capitano e artefice dell’ultima salvezza con i suoi 12 gol.
La SPAL vuole ripetere l’impresa dello scorso campionato, quando ha ottenuto un’insperata salvezza (unica delle neopromosse a conseguire tale obiettivo). Per farlo, Leonardo Semplici, condottiero della doppia promozione e della permanenza in massima serie, ha puntato sulla conferma dello zoccolo duro, integrato da calciatori esperti come Djourou (un passato nell’Arsenal), Valdifiori e Missiroli. Il fiore all’occhiello della campagna acquisti è rappresentato da Petagna, a cui il club di Ferrara chiede anche i gol oltre alla grande mole di lavoro e sacrificio mostrata a Bergamo.
Un capitolo a parte merita il Chievo. I clivensi iniziano il loro diciassettesimo campionato di Serie A con la spada di Damocle del processo sportivo sulle plusvalenze fittizie che avrà luogo a settembre. Se, come appare probabile, dovesse arrivare una pesante penalizzazione, i gialloblù sarebbero i principali candidati alla retrocessione.
Per concludere, spazio alle neopromosse. L’Empoli, trionfatore nell’ultimo campionato cadetto, sembra la più attrezzata del lotto. L’innesto di La Gumina, giovane stellina protagonista con il Palermo e pagato 9 milioni (acquisto più oneroso nella storia del club azzurro), testimonia la voglia dei toscani di tenersi stretta la Serie A. Da valutare se il collaudato impianto di gioco della banda di Andreazzoli (di ritorno nella massima serie dopo la breve parentesi con la Roma nel 2013) regga l’urto della Serie A. Ma non si avevano gli stessi dubbi anche nei confronti dell’Empoli di Maurizio Sarri neopromosso nel 2014?
Due tecnici esordienti per le altre due neopromosse. Roberto D’Aversa ha condotto il Parma al doppio salto dalla Lega Pro alla Serie A, restituendo ai ducali la categoria mestamente abbandonata nel 2015 con la retrocessione e il successivo fallimento. L’estate, tuttavia, è stata rovente. Il processo per il presunto illecito nell’ultima giornata di Serie B con lo Spezia ha tenuto sulle corde i crociati, bloccando di conseguenza il mercato, fondamentale per una società che ha ottenuto tre promozioni consecutive.
Moreno Longo ha restituito la massima serie al Frosinone dopo la toccata e fuga del 2015/2016. I ciociari, a differenza di tre anni fa, arrivano in A con maggiore consapevolezza, avendo ottenuto la promozione come una delle favorite della cadetteria, ma, nonostante il grande attivismo in sede di mercato, l’organico non sembra adeguato alla categoria. Un grosso aiuto potrebbe giungere dallo stadio Benito Stirpe, il gioiellino di proprietà inaugurato un anno fa dall’ambiziosa società frusinate.
Il Boxing Day sul modello inglese (la 18° giornata si disputerà interamente a Santo Stefano), l’anticipo delle 15 del sabato e il posticipo del lunedì: la Serie A più attesa degli ultimi anni si rifà il look. Il 26 maggio 2019, dopo 380 partite, sapremo chi avrà l’onore di apporre sulle proprie maglie lo scudetto tricolore.
Stefano Scarinzi
18 agosto 2018
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