Grandi speranze
Polonia-Belgio sarà la gara inaugurale dell’Europeo Under-21, giocato per la prima volta in Italia e San Marino. Gli Azzurrini di Luigi Di Biagio sono tra i grandi favoriti per la conquista di un titolo che manca dal 2004.
Ѐ opinione comune che le formazioni giovanili, che si tratti di club o di nazionali, non debbano perseguire come primo scopo il conseguimento della vittoria delle competizioni, ma la crescita tecnica, tattica e caratteriale dei giocatori in vista del loro inserimento nelle rose delle prime squadre.
Il ragionamento, che non fa una piega, ha però delle eccezioni e l’Europeo Under-21 del 2019 costituisce uno di questi casi, dal momento che l’Italia, paese ospitante insieme a San Marino (anche se nella Repubblica si giocheranno solo tre partite del Gruppo C), ha l’obbligo di tornare sul tetto d’Europa quindici anni dopo il quinto e ultimo successo ottenuto in Germania, strappando nel contempo il pass per le Olimpiadi, a cui gli Azzurrini non partecipano dal 2008.
Gran parte di queste responsabilità sono riposte sulle spalle di Luigi Di Biagio, in carica dal 2013 e allenatore ad interim della Nazionale maggiore nel marzo 2018, a cavallo tra la disastrosa gestione di Gian Piero Ventura e l’ufficializzazione di Roberto Mancini. Il CT romano si appresta a vivere il suo terzo campionato europeo (eliminato ai gironi nel 2015 e in semifinale nel 2017) potendo contare su una rosa di assoluto valore, probabilmente la più completa dell’intera manifestazione, considerando che quasi tutti i ventitre convocati sono reduci da annate vissute da titolari in club della massima serie (gli unici militanti in cadetteria sono Lorenzo Montipò, portiere del Benevento, Sandro Tonali, che ha conquistato la promozione con il Brescia, e Federico Bonazzoli, chiamato per sostituire l’infortunato Pinamonti e reduce dalla retrocessione con il Padova) e che otto di loro (Mancini, Pellegrini, Zaniolo, Mandragora, Barella, Chiesa, Cutrone e Kean) hanno già esordito con i più grandi.
La certezza del CT è il modulo, il 4-3-3. Più difficile individuare quali saranno gli interpreti, a partire dal portiere: la suggestione Donnarumma è presto svanita anche per via dell’infortunio rimediato dal numero 1 del Milan in occasione dell’ultima di campionato a Ferrara contro la SPAL e, dunque, la scelta ricadrà su Emil Audero o Alex Meret. Il primo è stato titolare nella maggior parte delle amichevoli disputate dall’Under-21 nell’ultimo biennio e, pur con qualche incertezza nel finale di campionato, ha disputato un’annata positiva con la Sampdoria, ma l’impressione è che a spuntarla possa essere il portiere del Napoli, il quale, superati i guai fisici che gli hanno fatto saltare i primi mesi di stagione, ha mostrato tutto il suo potenziale, acquisendo esperienza internazionale in Europa League.
La difesa appare il reparto meno “nobile” della spedizione azzurra: se sembra affidabile il pacchetto dei centrali, formato da Gianluca Mancini, grande protagonista anche sottoporta dell’incredibile terzo posto dell’Atalanta, Filippo Romagna, da due anni in Serie A con il Cagliari, Alessandro Bastoni, ben distintosi nel Parma, e Kevin Bonifazi, tornato con profitto alla SPAL dopo il poco spazio trovato nella scorsa stagione al Torino, i quattro terzini (Claud Adjapong, Arturo Calabresi, Federico Dimarco e Giuseppe Pezzella) destano maggiori perplessità, chi per problemi fisici chi per un rendimento non esaltante nella propria squadra. Inoltre, a complicare i piani del CT in questo settore c’è stato l’infortunio di Davide Calabria, punto fermo dell’Under-21, costretto a saltare l’Europeo a causa della frattura del perone subìta nella semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio.
Il centrocampo e l’attacco sono invece i fiori all’occhiello degli Azzurrini. Il reparto nevralgico può contare su elementi di assoluto valore, tra cui spicca Nicolò Barella, ormai centrale nel progetto della Nazionale maggiore e accostato con insistenza alla nuova Inter di Antonio Conte. Il fulcro del gioco dovrebbe essere il capitano Rolando Mandragora, mentre, salvo imprevisti, la terza e ultima maglia sarà contesa tra due compagni di squadra nella Roma: Lorenzo Pellegrini, dieci presenze in Nazionale A e la cui ultima apparizione con l’Under-21 risale alla semifinale dell’Europeo 2017 persa contro la Spagna, e Nicolò Zaniolo, vincitore del premio come miglior giovane della Serie A 2018/2019.
A guidare l’attacco azzurro sarà Federico Chiesa, anch’egli al centro di tante voci di mercato che lo vedono lontano dalla Fiorentina, ma concentrato nel cercare di confermare le aspettative riposte su di lui, essendo, insieme al serbo Luka Jović, appena acquistato dal Real Madrid per 60 milioni di euro, la stella più attesa dell’intera competizione.
A completare il tridente, oltre a Chiesa, dovrebbero essere Riccardo Orsolini, straripante soprattutto nella seconda parte del campionato del Bologna, salvo anche grazie ai suoi otto gol, e uno tra Patrick Cutrone, esordiente nella Nazionale maggiore proprio con Di Biagio, ma che ha visto dimezzarsi il proprio bottino personale di marcature (dalle 18 del 2017/2018 alle 9 dell’ultima annata), e Moise Kean, primo nato negli anni 2000 a scendere in campo in Serie A, in Champions League e con l’Italia e a segnare nel massimo campionato e con la maglia azzurra, di cui è il secondo realizzatore più giovane dopo Bruno Nicolè.
Sarà fondamentale l’esordio contro la Spagna, bestia nera degli Azzurrini negli ultimi anni, sconfitti nella finale di Euro 2013 (unica volta in cui l’Italia è giunta all’ultimo atto dopo la vittoria del 2004) e nella semifinale del 2017.
L’attuale formula, che prevede tre gironi da quattro squadre, con il passaggio alle semifinali delle prime e della migliore seconda, non permette passi falsi. Di fatto, ogni gara è come se fosse un match a eliminazione diretta e la sfida di Bologna contro la Roja ha le sembianze di uno spareggio, considerando che le altre due formazioni presenti nel Gruppo A, la Polonia e il Belgio, non sembrano all’altezza delle due corazzate, benché i Diavoli Rossi, allenati da Johan Walem, in Italia con le maglie di Udinese, Parma, Torino e Catania, abbiano sconfitto gli uomini di Di Biagio in un’amichevole dello scorso ottobre.
La Spagna, insieme all’Italia, è la grande favorita della manifestazione continentale. Con quattro vittorie nel palmarès, di cui due consecutive tra il 2011 e il 2013, l’obiettivo delle Furie Rosse è agguantare in testa all’albo d’oro gli Azzurrini, vendicando nello stesso tempo la sconfitta nella finale di due anni fa contro la Germania.
La rosa a disposizione del CT Luis de la Fuente è di prim’ordine: la stella è Dani Ceballos, miglior giocatore di Euro 2017 e con un discreto minutaggio accumulato nel biennio al Real Madrid. Come per l’Italia, centrocampo e attacco sono i reparti migliori, dal momento che in pochi possono vantare calciatori del calibro di Fabián Ruiz, rivelazione nel Napoli, Carlos Soler del Valencia, Pablo Fornals, passato dal Villarreal al West Ham per 30 milioni, Mikel Oyarzabal, per la seconda stagione consecutiva in doppia cifra con la Real Sociedad e fresco di prima segnatura con la Nazionale A, e Borja Mayoral, appena quattordici reti nelle ultime tre annate tra Real Madrid, Wolfsburg e Levante, ma autore del medesimo numero di marcature nelle ventisei presenze con l’Under-21 iberica.
Nel Gruppo B, nonostante il ricambio generazione operato da Joachim Löw con la Nazionale maggiore le abbia sottratto calciatori importanti, la favorita resta la Germania campione in carica. Sebbene provenga dalla difficile esperienza con il Borussia Dortmund, la guida dei tedeschi è Mahmoud Dahoud, uno dei quattro reduci (con Tah, Ӧztunali e Amiri) del vittorioso Euro 2017. Il punto di forza è la difesa, con Jonathan Tah, già nella rosa della Nazionale A agli Europei di Francia 2016, come colonna portante. Tuttavia, la sterilità dell’attacco pone la squadra di Stefan Kuntz un gradino sotto alle favorite Italia e Spagna.
Completano il raggruppamento l’Austria, unica debuttante assoluta, la Serbia e la Danimarca, potenziali outsider della competizione. In entrambe le nazionali figurano diversi giocatori militanti in Italia: per i serbi sono presenti Boris Radunović, portiere della Cremonese fermo da novembre per un grave infortunio, Nikola Milenković, tra i pochi a salvarsi nella complicata stagione della Fiorentina, e Saša Lukić, esponenzialmente cresciuto al Torino con Walter Mazzarri; nei danesi compaiono i nomi dei difensori Jacob Rasmussen, all’Empoli nell’annata da poco conclusa, ma acquistato a gennaio dalla Fiorentina, e Joachim Andersen, lanciato da Marco Giampaolo nella Sampdoria. La formazione scandinava arriva in Italia forte dei diciassette centri con l’Under-21 di Marcus Ingvartsen, attaccante del Genk e miglior marcatore tra le rose delle dodici partecipanti.
Il Gruppo C vede il ritorno di tre nazionali assenti da molto tempo: la Romania, tornata nella fase finale ventuno anni dopo la prima e unica partecipazione risalente all’edizione casalinga del 1998, la Croazia, assente dal 2004, e la Francia, fuori dal 2006.
La formazione balcanica, il cui capitano è Ionuț Radu, portiere titolare del Genoa per il quale l’Inter mantiene il diritto di “recompra”, ha sorprendentemente ottenuto la qualificazione a scapito del più quotato Portogallo grazie principalmente a una difesa di ferro, capace di concedere sole quattro reti in dieci partite. La rosa dei tricolorii conta il maggior numero di calciatori già esordienti nella rappresentativa maggiore (10) e sono presenti tre “italiani”: in aggiunta a Radu, vi sono infatti Vlad Dragomir, centrocampista del Perugia, e George Pușcaș, attaccante del Palermo a segno quattordici volte con l’Under-21 e quattro con la Nazionale A.
La Croazia, capitanata da Alen Halilović, oggetto misterioso nel Milan, ma più giovane esordiente nella storia della Nazionale a scacchi (a 16 anni nel 2013), e formata da soli nove giocatori militanti nel campionato locale (numero più basso della competizione), può schierare elementi nel giro della rappresentativa maggiore: Filip Benković, difensore del Celtic di proprietà del Leicester, Nikola Vlašić, centrocampista dell’Everton in prestito al CSKA Mosca nell’ultima stagione, e Josip Brekalo, attaccante del Wolfsburg.
La Francia è, insieme al Belgio, l’unica selezione in cui non vi sono calciatori che hanno ottenuto presenze con la Nazionale maggiore, segno della volontà del CT Sylvain Ripoll di fare affidamento su coloro che hanno dominato il gruppo di qualificazione (nove vittorie e un pareggio). Le speranze dei transalpini sono affidate in primo luogo sul blocco dell’Olympique Lione, composto dal capitano Lucas Tousart, dal prolifico centrocampista Houssem Aouar (7 gol nell’ultima Ligue 1), da Moussa Dembélé, autore di quindici reti in campionato, e da Martin Terrier. Molto atteso Mattéo Guendouzi, lanciato da Unai Emery nell’Arsenal finalista di Europa League.
Les Bleuets, pertanto, possono recitare un ruolo da protagonisti, per quanto sia impressionante pensare alla forza d’urto che avrebbero potuto avere con la presenza dei campioni del mondo Pavard e Mbappé, di Ndombele e Coman, tutti lasciati alla Nazionale A per gli impegni nelle qualificazioni a Euro 2020.
Le assenze contraddistinguono anche l’Inghilterra, costretta a rinunciare ad Alexander-Arnold e Joe Gomez, campioni d’Europa con il Liverpool, a Chilwell del Leicester, a Rice del West Ham, al centro di numerose polemiche per la decisione di rifiutare la convocazione con l’Irlanda (con cui aveva giocato tre amichevoli tra marzo e giugno 2018) e di accettare quella dei Tre Leoni, a Sancho del Borussia Dortmund, oltre che a Dele Alli e Rashford, da anni in pianta stabile nella Nazionale maggiore. Al netto delle defezioni, l’obiettivo è migliorare la semifinale raggiunta in Polonia nel 2017, facendo leva sull’ossatura campione d’Europa Under-19 e campione del mondo Under-20 due anni fa.
Un’ulteriore prova a cui sarà chiamata l’Italia è invertire il rendimento delle squadre ospitanti il torneo, visto che nelle ultime quattro edizioni le selezioni padrone di casa sono sempre state eliminate nella fase a gironi e solo l’Olanda nel 2007 ha vinto giocando in patria.
L’Europeo italiano ha ancora più importanza, essendo in palio quattro posti per l’Olimpiade di Tokyo 2020, riservati alle semifinaliste. Però, nel caso in cui dovesse accedervi l’Inghilterra, sarebbe necessaria una gara di spareggio tra le due peggiori seconde, data l’ineleggibilità dei Tre Leoni, non appartenenti al Comitato Olimpico Internazionale. Dovesse presentarsi tale eventualità, il match si giocherebbe il 27 giugno a Cesena.
Titolo europeo e qualificazione all’Olimpiade: è vero che il meglio per i giovani calciatori impegnati nella manifestazione continentale deve ancora venire, ma mai come questa volta Life is Now.
Stefano Scarinzi
15 giugno 2019
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