Fondi strutturali 2014-2020: il Cipe approva il cofinanziamento
Il Cipe ha approvato il cofinanziamento nazionale per i fondi comunitari nel periodo 2014-2020. Campania, Calabria e Sicilia perderanno circa 7,4 miliardi di euro.
Sono venti i miliardi di euro stanziati dal Governo nazionale, che andranno a sommarsi ai 32,7 miliardi di quota comunitaria. Il Cipe ha approvato il cofinanziamento nazionale per la programmazione dei fondi strutturali del periodo 2014-2020, con un taglio considerevole per Campania, Calabria e Sicilia. Per queste regioni, infatti, il cofinanziamento passerà dal 50% al 25%, per una riduzione di fondi pari a circa 7,4 miliardi di euro.
Il taglio
A carico delle tre Regioni del Sud, quindi, ci sarà una riduzione di 7,4 miliardi di euro. Nel dettaglio ci sarà un taglio di 4,4 miliardi di euro per i piano operativi regionali e di poco meno di tre miliardi di euro per i Pon destinati al Sud. Restano, invece, completamente intatti i piani nazionali per la scuola e l’occupazione. Si tratta, di fatto, di un colpo a danno delle tre Regioni che stanno scontando il più grave ritardo nella spesa dei fondi della programmazione 2007-2013. Questi soldi non saranno cancellati, secondo i piani del Governo, ma finiranno in altri piani paralleli, con scadenze meno rigide rispetto a quelle del cofinanziamento nazionale. E, quindi, maggiori possibilità di spesa.
Il riepilogo dei nuovi fondi
Il quadro complessivo prevede fondi strutturali, tra Fondo sociale europeo e Fondo di sviluppo regionale, pari a 32,7 miliardi di euro. Accanto a questi ci sarà un cofinanziamento nazionale da circa 20 miliardi. In totale, la previsione è di spendere risorse per 52,7 miliardi di euro. Il 61% sarà investito da Bruxelles e poco meno del 40% dall’Italia. Le Regioni meno sviluppate (Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata) avranno un cofinanziamento sotto la media nazionale (circa il 33%). Le Regioni di transizione e le Regioni più sviluppate, invece, alzano la media e arriveranno a circa il 50 per cento. Per loro il cofinanziamento nazionale è praticamente pari ai fondi europei investiti.
Il dettaglio della sforbiciata
Andando nel dettaglio, i piani operativi regionali delle tre Regioni perdono molti soldi: si tratta di 800 milioni a carico della Calabria, di 1,8 miliardi per la Campania e di circa 2 miliardi per la Sicilia. A livello nazionale, invece, viene penalizzato il Pon Reti (650 milioni in meno), insieme al Pon imprese e competitività (800 milioni di taglio). Quanto ai programmi complementari, al momento, non ci sono dettagli sulle modalità e i tempi di organizzazione.
Un tappo per la vecchia programmazione
Intanto, sta anche prendendo forma l’intervento di recupero degli oltre 13 miliardi che l’Italia dovrà spendere nel corso del 2015 per chiudere la programmazione 2007-2013. La proiezione, al momento, dice che rischiamo di perdere circa 5 miliardi. L’idea, per evitarlo, è utilizzare lo strumento dei progetti retrospettivi: si tratta di programma ad alta capacità di spesa da sostituire a quelli che non riescono a impiegare denaro, per occupare rapidamente i fondi a rischio. In questo modo Palazzo Chigi dovrebbe riuscire a contabilizzare velocemente una spesa che ci consentirà di limitare i danni. Anche se, sull’operazione, manca ancora il via libera dell’Ue.
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