Consigliera delle pari opportunità: una figura la cui assistenza diventa sempre più indispensabile.
Collegandosi al sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali- si trova la descrizione della figura della Consigliera delle Pari Opportunità – in particolare viene riportata la seguente descrizione:
“La Consigliera Nazionale di Parità è una figura istituita per la promozione e il controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra uomini e donne nel mondo del lavoro, regolamentata dal D.lgs. 198/2006 e successive modificazioni.
È nominata con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro per le Pari Opportunità, tra persone in possesso di requisiti di specifica competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro femminile, di normative sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro.
Il suo mandato ha la durata di quattro anni ed è rinnovabile per una sola volta.
Nell’esercizio delle proprie funzioni riveste la qualifica di pubblico ufficiale ed ha l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria i reati di cui viene a conoscenza.
In particolare la Consigliera Nazionale di Parità si occupa della trattazione dei casi di discriminazione di genere sul lavoro di rilevanza nazionale e della promozione di pari opportunità per lavoratori e lavoratrici, anche attraverso la collaborazione con gli organismi di rilevanza nazionale competenti in materia di politiche attive del lavoro, di formazione e di conciliazione.”
Nella Città Metropolitana di Napoli tale figura è ricoperta dalla Dott.ssa Isabella Bonfiglio, con sede negli uffici distaccati del Comune di Napoli in Piazza Santa Maria la Nova, alla quale vogliamo fare alcune domande.
Dottoressa buongiorno e grazie per il suo tempo prezioso.
“Grazie a voi”.
Le persone che si rivolgono a lei di solito quali problemi lamentano?
“Certamente sono persone molto provate da una situazione lavorativa pesante che può avere varie origini e sarebbe lungo intrattenersi ora a parlarne ma che non gli permette più di vivere una vita serena né dentro né fuori dall’azienda. E’ proprio il caso in cui il lavoro ti uccide. Ciò si verifica soprattutto quando la gestione aziendale è malata e quindi non è improntata più all’etica, al rispetto dei lavoratori, della loro crescita professionale e, perché no, delle loro ambizioni. Alcuni manager gestiscono come padroni della vita dei dipendenti adottando comportamenti che tendono alla sottomissione, pur essendo loro stessi non proprietari ma solo assunti con un contratto diverso dall’impiegato.”
E’ cospicuo il numero delle persone che purtroppo vivono queste situazioni?
“Purtroppo si e non riusciamo a far fronte alle richieste di supporto.”
Secondo lei come mai le aziende sul territorio nazionale invece di evolversi in tema di clima aziendale e gestione sana delle risorse umane hanno avuto un’involuzione.?
“Semplicemente vi è una scelta sbagliata dei manager da parte della proprietà aziendale, una mancata verifica della giusta professionalità di questi e del possesso di un sano equilibrio psicologico. Infatti spesso i comportamenti di queste persone sfociano in persecuzione.”
In cosa consiste l’assistenza del suo ufficio a queste persone?
“Nell’inquadrare la situazione e cercare di mediare con l’azienda affinché venga ripristinato un rapporto sano e proficuo.”
E’ capitato che lei abbia convocato un’azienda e che non abbia avuto riscontro?
“Si, purtroppo, e si tratta di aziende anche grandi e di rilevanza nazionale. Ripeto, vi sono manager che non capiscono la gravità del loro comportamento e come possa incidere negativamente sulla produttività aziendale e sulla sopravvivenza dell’azienda stessa oltre a creare danni di salute ai dipendenti che sono persone prima di tutto.”
Secondo lei vi sarebbe bisogno di più supporto e collegamento anche con altri organi istituzionali del tipo tribunale ed altro?
“Si sarebbe opportuno che vi fossero più collegamenti e più figure statali che si occupassero di queste situazioni di abuso di potere e causa di mali psicologici che sono difficili da debellare.”
Quale consiglio vuole dare a coloro che sono vittime di mobbing?
“Reagite, non accettate. Chiedete aiuto a chiunque ma non vi rassegnate mai.”
Quale consiglio vuole dare alle aziende per essere aziende sane?
“Scegliete bene i vostri manager non accettate raccomandazioni per scegliere chi deve gestire il futuro e l’immagine della vostra azienda.”
Lisa Muto
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