Claudio aggiustatutto
Claudio Ranieri è il nuovo allenatore della Sampdoria, ultima in classifica con sei sconfitte nelle prime sette giornate di campionato. I blucerchiati rappresentano la diciottesima squadra allenata in carriera dal tecnico romano, il cui nome resterà per sempre legato alla vittoria della Premier League 2015/2016 con il Leicester, una delle più grandi imprese nella storia del calcio.
“Ancora Tu / ma non dovevamo vederci più”. Non ci sarebbe da stupirsi se Eusebio Di Francesco, apprendendo che Claudio Ranieri ha preso il suo posto sulla panchina della Sampdoria, abbia canticchiato il celebre brano “Ancora Tu” di Lucio Battisti del 1976.
Infatti, anche poco più di sette mesi fa, all’indomani dell’eliminazione dalla Champions League con la Roma, l’ex allenatore del Sassuolo era stato sostituito proprio da Ranieri, il quale, in realtà, non è riuscito a cambiare l’inerzia negativa della stagione dei giallorossi, chiudendo il campionato in sesta posizione (Di Francesco aveva lasciato i capitolini al quinto posto), ma ricevendo l’omaggio del pubblico della sua città, che, in occasione dell’ultima gara di campionato contro il Parma, gli ha dedicato un toccante striscione (“Nel momento del bisogno hai risposto presente, adesso ricevi l’omaggio della tua gente”) alla cui visione il tecnico non è riuscito a trattenere lacrime di commozione.
Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, si augura che l’impatto di Ranieri con il mondo blucerchiato produca effetti migliori dal punto di vista dei risultati rispetto agli ultimi due subentri di “Sir” Claudio.
Lo scorso 28 febbraio, appena otto giorni prima della chiamata della Roma, Ranieri era stato esonerato dal Fulham, dov’era arrivato il 14 novembre 2018 con il club bianconero all’ultimo posto, lasciandolo in penultima posizione dopo aver ottenuto dodici punti in sedici partite.
La speranza della Samp è che il tecnico romano dia effettivo riscontro sul campo alle prime parole rilasciate durante la conferenza stampa di presentazione: “Sono stato chiamato da una squadra ultima in classifica, ma sono convinto che questo non sia il reale valore della Sampdoria”. E chissà che qualche tifoso doriano più ottimista non sogni una favola in stile Leicester, condotto sul trono d’Inghilterra tra lo stupore del mondo intero nel 2016.
Ma com’è nata la leggenda delle Foxes che ha permesso a Ranieri di entrare di diritto nella storia del calcio? Nell’estate 2015, il Leicester è reduce da una salvezza miracolosa, ottenuta grazie a sette vittorie nelle ultime nove giornate, in quello che è stato il ritorno in Premier League dopo nove anni di purgatorio in Championship e una caduta nell’inferno della League One nel 2008/2009.
Il manager Nigel Pearson, artefice della risalita e del mantenimento della categoria, viene clamorosamente esonerato il 30 giugno, malgrado il mercato già avviato e un contratto fino al 2017. Il motivo? Il video di tre giovani calciatori del Leicester impegnati in un’orgia durante il tour di fine stagione in Thailandia. I giocatori vengono subito licenziati, ma il problema è che uno di loro è il figlio di Nigel, ovvero James Pearson. La situazione precipita irrimediabilmente e comporta l’allontanamento deciso dal patron tailandese Vichai Srivaddhanaprabha, tragicamente scomparso il 27 ottobre 2018.
Si spalancano così le porte delle Foxes per Ranieri, che diviene ufficialmente il nuovo allenatore il 13 luglio. L’accoglienza non è delle migliori, anche a causa della recente e fallimentare esperienza da CT della Grecia. Non a caso, il suo nome è subito considerato il più papabile per l’esonero, mentre, al contrario, la vittoria della Premier è data dai bookmakers a 5.000:1, addirittura meno probabile di eventi tanto irrealizzabili quanto assurdi, come, ad esempio, la scoperta del mostro di Loch Ness, lo sbarco degli alieni, Elvis ancora vivo, Kim Kardashian presidente degli Stati Uniti e Bono degli U2 nominato papa.
Il resto è storia. Dopo un’annata difficilmente ripetibile, il 2 maggio 2016 il Leicester si laurea per la prima volta campione d’Inghilterra, coronando un’autentica favola, definita come “la più grande impresa sportiva di sempre”. Ranieri diventa “King Claudio” e, con il primo campionato vinto in carriera, vede svanire tutte le etichette negative affibbiategli Oltremanica.
L’ex “Tinkerman”, scopertosi persino showman con il suo “dilly ding dilly dong” cantato dopo la matematica qualificazione in Champions League, fa incetta di riconoscimenti: il Premio Bearzot; il 2016 Best FIFA Men’s Coach (attribuito dalla FIFA al miglior allenatore del mondo); la Palma d’oro al merito tecnico, ossia la massima onorificenza assegnata dal CONI ai tecnici sportivi, riservata solitamente agli allenatori vincitori di Olimpiadi e Mondiali (unico vincitore, prima di Ranieri, Marcello Lippi nel 2006); l’Onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, quinto sportivo a raggiungere questo prestigioso traguardo dopo Sara Simeoni, Gino Bartali, Silvio Piola e Reinhold Messner.
La favola Leicester, tuttavia, non ha avuto il lieto fine per Ranieri, poiché, dopo la grande sbornia, le Foxes iniziano male la stagione, perdendo il Community Shield contro il Manchester United e inanellando una lunga serie negativa in campionato, dove restano sempre nelle zone calde della classifica. A far da contraltare alle delusioni nazionali, l’entusiasmante cammino in Champions, dove, complice un sorteggio fortunato, vincono agevolmente il girone.
Però, ironia della sorte, è proprio la gara d’andata degli ottavi di finale della massima competizione continentale a rappresentare il capolinea dell’avventura del tecnico italiano. Nonostante il rimediabile 2-1 subìto a Siviglia, la società decide di esonerare Ranieri, temendo di poter essere la prima squadra campione a retrocedere dal 1937/1938. Le stellate e stellari notte europee passano dunque in secondo piano rispetto alla necessità di mantenere la categoria.
Scelta giusta o sbagliata? Analizzando le fredde statistiche, la decisione appare ineccepibile: nessun gol realizzato e un solo punto ottenuto nel 2017, ma, soprattutto, la sensazione che Ranieri abbia perso il controllo dello spogliatoio. Situazione, tra l’altro, non nuova per l’allenatore romano, che anche nelle precedenti esperienze (Juventus e la prima avventura a Roma su tutte) ebbe a che fare con il deterioramento dei rapporti con i senatori nel corso della sua seconda annata.
Ma, dal punto di vista emotivo, è innegabile che l’esonero rappresenti uno shock, considerando che solo nove mesi prima il Leicester toccava il punto più alto della sua storia, sicuramente molto lunga, ma indiscutibilmente scarna in termini di palmarès.
La testimonianza della bontà del lavoro di Ranieri nella sua seconda esperienza inglese è data anche dal suo antico rivale José Mourinho, il quale, sul suo profilo Instagram, ha voluto rendergli omaggio con una foto che li ritrae insieme sorridenti e con un commento eloquente: “Campione d’Inghilterra e allenatore dell’anno FIFA, licenziato. Questo è il nuovo calcio, Claudio. Continua a sorridere amico, nessuno può cancellare la storia che hai scritto”.
Ma è risaputo che nel calcio non c’è spazio per alcun tipo di riconoscenza e, pertanto, alla soglia dei sessantotto anni, che compirà il 20 ottobre (giorno del suo esordio alla guida della Sampdoria proprio contro la Roma), Ranieri dovrà nuovamente indossare i panni del “Tinkerman”, dello “stagnino” capace di sistemare le cose con pochi mezzi, portando i blucerchiati fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione.
Stefano Scarinzi
16 ottobre 2019
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