Horizon 2020. La nuova sfida dell’Ue per l’innovazione
A cura di Roberto Giuliani, Paolo Carotenuto, Loredana Orlando. Rielaborazione dell’articolo pubblicato sulla rivista Dossier Ue di Srm – Studi e ricerche per il Mezzogiorno del novembre 2013.
Con la nuova programmazione europea 2014 – 2020, tutte le iniziative finalizzate allo sviluppo, alla ricerca e all’innovazione sono confluite nella piattaforma programmatica Horizon 2020, strumento per la realizzazione dell’Unione dell’Innovazione, una delle sette iniziative “faro” della nuova strategia per la crescita “Europa 2020”.
L’iniziativa “Unione dell’Innovazione” mira a creare un ambiente “innovation – friendly” che favorisca la trasformazione di idee innovative in progetti capaci di generare crescita sia sul piano produttivo che a livello occupazionale.
Le priorità della programmazione 2014 – 2020, crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, si configurano nella strategia Europa 2020 la cui finalità consiste nella connessione tra sviluppo ecosostenibile – ricerca – mercato.
Nell’attuazione della strategia Europa 2020, l’Ue ha stabilito cinque obiettivi chiave della programmazione verso i quali le politiche dei singoli Paesi membri devono orientarsi: Occupazione, Innovazione, Istruzione, Ricerca, Energia/Clima, settori decisivi per lo sviluppo comunitario.
La cifra stanziata nel bilancio pluriennale 2014 – 2020 per Horizon 2020 è di circa 70 miliardi di euro, così come concordato nel vertice tra gli Stati membri dell’Ue raggiunto nel giugno 2013.
La Commissione europea ha predisposto una serie di iniziative volte al perseguimento dell’azione unificante tra le competenze e gli ambiti di intervento nel campo della produzione e della ricerca.
L’Ue può crescere in termini economici e competere nel mercato internazionale solo mediante l’implementazione di politiche di sviluppo sinergiche tra i vari attori inseriti negli specifici contesti territoriali.
Con Horizon 2020 i vari programmi concernenti lo sviluppo delle realtà imprenditoriali e degli enti di ricerca dei Paesi dell’Unione sono stati semplificati in un unico pacchetto normativo, volto a facilitare l’accesso alle singole proposte. In tal modo, iniziative già esistenti – come il Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione (CIP) e l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT) – sono rientrate nell’unico nuovo programma con l’obiettivo di conferire maggiore impulso all’occupazione, soprattutto tra le giovani generazioni.
In base all’accordo siglato il 17 luglio 2013 tra il COREPER (Comitato Rappresentanti Permanenti) e la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il nuovo Programma Horizon 2020, rispondendo alle finalità della strategia Europa 2020 nel supportare l’intera catena produttiva dell’innovazione dalla ricerca al mercato, si focalizzerà su tre priorità:
– valorizzare le eccellenze in campo scientifico al fine di rafforzare la competitività dell’Unione Europea nei settori della ricerca e dell’innovazione;
– rafforzare la leadership industriale attraverso lo sviluppo di tecnologie a supporto della produttività delle imprese (soprattutto piccole e medie);
– affrontare le nuove sfide della società avvicinando i cittadini europei verso una maggiore familiarità con i nuovi strumenti scientifici e tecnologici e in particolare stimolando nelle giovani generazioni un interesse a intraprendere carriere in questo campo.
Obiettivo centrale di Horizon 2020 è rappresentato dalla semplificazione, consistente nel ridisegnare ruoli, gestione delle risorse finanziarie e implementazione dei progetti al fine di attrarre una maggiore partecipazione di università, istituti di ricerca, grande industria e piccole e medie imprese (pmi). Una più semplice ridefinizione dei ruoli decisionali nella gestione dei fondi, consente una riduzione dei costi amministrativi per i partecipanti e una migliore allocazione delle risorse. Nel finanziamento delle attività viene utilizzato un modello semplificato basato su una singola rata di rimborso dei costi ammissibili. Il rimborso può raggiungere anche il 100% dei costi, con un massimale del 70% per le attività commerciali e per le azioni co-finanziate; le organizzazioni no profit possono beneficiare del rimborso totale.
Horizon 2020 fornisce supporto alle attività di ricerca e di innovazione portate avanti dalle piccole e medie imprese, nelle diverse fasi del ciclo, attraverso la creazione di un apposito strumento loro dedicato, per favorire l’aumento della partecipazione ai progetti finanziati.
La creazione di piattaforme tecnologiche europee, iniziative di programmazione congiunta e partenariati europei per l’innovazione, sono gli strumenti individuati da Horizon 2020 per sostenere la nascita e la diffusione di partenariati pubblico-privato e pubblico-pubblico per la ricerca e l’innovazione. Così come previsto dal 7° PQ, anche la nuova piattaforma programmatica promuove la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali.
Il nuovo strumento di finanziamento, rispetto al suo predecessore, dispone di una dotazione finanziaria più consistente (70 miliardi di euro a fronte dei 53 miliardi della precedente programmazione), che lo rende il programma di ricerca più grande al mondo. Il budget, la cui ripartizione è illustrata nella tabella riportata di seguito, è in gran parte assorbito da tre grandi macro-aeree di intervento.
Significativa la dotazione riconosciuta all’European Institute of Innovation and Technology (circa 2,5 miliardi di euro); l’EIT è stato integrato in Horizon 2020 al fine di continuare a rafforzare la capacità d’innovazione dell’UE e dei suoi Stati membri e contribuire agli obiettivi del programma, principalmente attraverso l’integrazione del “triangolo della conoscenza” (Istruzione superiore, Ricerca e Innovazione). Tali attività sono realizzate nel quadro delle comunità della conoscenza e dell’innovazione (KICs), costituite da organizzazioni impegnate per realizzare progetti comuni su temi specifici. Cinque nuove KICs sono previste nel corso del programma. Nel 2014 sono stati lanciate le prime due sui temi ‘Una vita sana e un invecchiamento attivo’ e ‘materie prime’. Nel 2016 i temi sono ‘Food4future’ e ‘produzione di valore aggiunto’, mentre il tema finale per il 2018 sarà ‘La mobilità urbana’.
La crescita sostenibile è un obiettivo fondamentale di Horizon 2020: le risorse destinate all’azione per il clima e per l’efficienza sono integrate in modo da dedicare alla sustainability almeno il 60% della dotazione complessiva del Programma. Gran parte di tale spesa contribuisce al potenziamento reciproco degli obiettivi climatici e ambientali: si prevede che il 35% circa del bilancio di Horizon 2020 sarà indirizzato verso progetti legati al cambiamento climatico.
Altro elemento di sicuro interesse è rappresentato dalla diffusione dei dati e delle informazioni ottenute dalla ricerca finanziata con fondi pubblici, al fine di aumentare la circolazione e la valorizzazione delle conoscenze e ‘aprire’ l’accesso al progresso scientifico.
Horizon 2020 sarà soggetto a una verifica entro il 2017: la Commissione, coadiuvata da esperti indipendenti, effettuerà una revisione per valutare il grado di attuazione del programma e dei risultati prodotti, in modo da poter apportare i necessari correttivi al giro di boa del nuovo settennato.
Horizon 2020 si sviluppa in stretta connessione con le politiche regionali, con le quali condivide il perseguimento dei medesimi obiettivi, così come già intrapreso dal 7° Programma Quadro. La politica regionale, riconoscendo l’ambito regionale quale livello di governo più appropriato per promuovere la ricerca e l’innovazione, incoraggia la transizione verso un’economia della conoscenza fondata sulla coesione territoriale, attraverso il sostegno delle regioni meno avanzate supportandole nel creare adeguate infrastrutture per la ricerca.
Le strategie di sviluppo regionale (SSR), nel definire le priorità dello sviluppo economico di una regione, necessitano di una forte connotazione legata alla ricerca per adattare gli strumenti della politica regionale alle istanze locali.
Nella prospettiva di Horizon 2020, la sfida della programmazione congiunta della ricerca presuppone che gli Stati Membri e i territori dell’Unione si dotino di meccanismi di regolazione e finanziamento il più possibile complementari e reciprocamente integrabili. Per l’Italia, come per le altre nazioni europee, questo obiettivo si traduce nella necessità di una progressiva sintonizzazione delle procedure e degli strumenti vigenti con quelli indicati a livello europeo, in modo da facilitare le iniziative di co-programmazione e coordinamento, limitando incompatibilità legate alla tempistica o procedurali.
Di qui l’importanza per l’Italia di dotarsi di uno strumento d’indirizzo, in cui identificare con chiarezza le linee di azione principali da implementare per avvicinare alle prassi europee la programmazione nazionale e regionale in materia di ricerca e d’innovazione, rendendola altresì più competitiva e inclusiva. È in questo ambito che è stato elaborato HIT 2020 (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Horizon 2020 Italia, marzo 2013), un documento nel quale viene illustrato il quadro strategico di medio-lungo periodo per sostenere la transizione del sistema italiano verso la piena affermazione di un’economia basata sulla conoscenza e permettere al sistema italiano della ricerca e dell’innovazione di recuperare competitività e tornare a giocare un ruolo di protagonista in Europa.
Nell’ultimo ventennio, la posizione italiana si è configurata in modo marginale nel contesto comunitario relativo ai settori strategici della ricerca e dell’innovazione.
HIT 2020 evidenzia la specifica collocazione dei temi proposti dal nuovo programma in rapporto alle peculiarità territoriali del nostro paese: la strategia italiana, intende investire nell’innovazione dei beni e dei servizi uniformando il progresso nella conoscenza e nella creazione di un sistema pubblico – privato per coordinare le realtà presenti sul territorio. In riferimento a tale ambito è necessario un coordinamento tra i diversi livelli di governo con l’individuazione di specifici obiettivi comuni in coerenza con le strategie nazionali e regionali che dovranno essere orientate in linea con la nuova strategia Europa 2020 per la crescita.
Hit 2020 propone un piano strategico di sviluppo nel medio – lungo periodo, in coerenza con il piano settennale della nuova programmazione (una novità rispetto ai Piani nazionali di durata triennale), finalizzato alla realizzazione di un’economia basata sulla conoscenza per far recuperare terreno all’Italia in materia di competitività rispetto agli altri Paesi dell’Ue. L’obiettivo precipuo del programma italiano è evitare la frammentazione, finora attuatasi, tra le proposte regionali e le priorità su scala nazionale ed europea. Pur rimanendo salde le discontinuità e le differenze territoriali in riferimento alle strategie di sviluppo delle singole regioni, HIT 2020 promuove un rinnovato rapporto tra lo Stato e le Regioni per inserire in quadro unitario, ottimizzando in tal modo anche le risorse finanziarie, la competitività dell’Italia.
Horizon 2020 rispecchia nel nome l’ambizione di creare idee, crescita e occupazione per accrescere la capacità dell’Unione Europea di affrontare le sfide del mutato contesto mondiale. A tal fine è necessaria una maggiore semplificazione da realizzare attraverso un’architettura più snella e meno burocratica del programma, e un unico insieme di regole.
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