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Winter School “Potere e Servizio nello spazio europeo” – Panel Processi politici e innovazione istituzionale

don-Sturzo-liberi-fortiIntroduzione di Paolo Carotenuto Osservatorio Europalab –  Prospettiva Europea (www.europalab.org)
Le istituzioni democratiche e la rappresentanza politica vivono una profonda crisi. La scarsa partecipazione degli elettori al voto, finanche in contesti particolarmente sensibili alla partecipazione elettorale, costituisce il campanello d’allarme più vistoso di un lungo processo che ha avuto negli ultimi anni una pericolosa accelerazione.

La rappresentanza politica intesa come ‘delega‘ ricevuta dai cittadini a curare gli interessi pubblici e il bene comune, ha subito una profonda rivisitazione trasformandosi piuttosto nello strumento per occupare poltrone e controllare, di conseguenza, risorse e clientele.
Se la maggioranza degli elettori non individua un referente che possa rispondere alle proprie esigenze e a quelle della collettività, la democrazia ne esce pesantemente sconfitta e ridimensionata. La crisi dei partiti, le continue mutazioni dei movimenti politici e il trasformismo ancor più frenetico dei politici pronti a cambiare casacca con una facilità annichilente, non fa altro che accentuare l’assenza di punti di riferimento.

Oggi è necessario indagare le ragioni che hanno prodotto una simile degenerazione della politica, ma più che prodursi in un’analisi incentrata sulle contingenze, occorrerà realizzare un’accurata riflessione sulla deformazione sistemica delineatasi, individuando allo stesso tempo i pilastri attorno ai quali ricostruire la buona politica e il buon governo.

In un simile scenario, inoltre, andranno presi in considerazione nuovi strumenti di rappresentanza, esaminandone potenzialità, vischiosità e rischi. Quali che siano gli strumenti e i modelli prescelti, al centro tuttavia resta la ‘responsabilità politica’ derivante dall’attribuzione del potere politico da parte dei cittadini ai governanti. Il concetto di etica politica è stato rielaborato, tradotto in responsiveness, con i rappresentanti politici chiamati a recepire le istanze dei cittadini, e in accountability, laddove i governanti devono rispondere del proprio operato dinanzi al corpo elettorale. Un termine, quest’ultimo, privo di un corrispondente italiano, simile al concetto nostrano di reputazione, insufficiente tuttavia a raccoglierne il pieno significato nell’accezione anglosassone. Se onestà e rettitudine sono principi quasi ovvi, un politico oggi deve dimostrare capacità e competenze per ricoprire ruoli amministrativi e non può derogare sulla propria credibilità.
A distanza di un secolo è attualissima la lezione di don Sturzo, che si innesta nella Rerum Novarum di papa Leone XIII (1891) e fa appello «A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà». Nel pensiero politico e sociale di don Sturzo, si delineano cinque paradigmi essenziali: l’identità della società, la persona soggetto sociale, l’interazione necessaria fra l’individuo e la collettività, l’autorità come autorevolezza, la democrazia non come fenomeno storico ma come scelta interna all’uomo che favorisce la formazione di una società dinamica, promotrice del bene comune.

La sfida degli uomini liberi e forti di oggi è rappresentata dalla necessità di riappropriarsi degli spazi forniti dall’infrastruttura democratica della società, attraverso l’acquisizione delle competenze necessarie per assumere decisioni e attuare il cambiamento nelle proprie vite e in quelle altrui. Tale processo di crescita costituisce lo strumento fondamentale per promuovere l’impegno civico e la cittadinanza attiva, attento a non degradare nei rischi populistici amplificati dai nuovi strumenti di comunicazione, nella consapevolezza che «la persona è il fine ed il confine della democrazia, dell’autorità e della società».

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