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Camino hacia Madrid

wanda-metropolitanoRoma-Porto e Manchester United-PSG danno il via agli ottavi di finale della Champions League. Il 1° giugno l’ultimo atto al Wanda Metropolitano di Madrid.

“Lo spettacolo deve ancora cominciare” cantavano i Litfiba un quarto di secolo fa. Il ritornello del gruppo di Piero Pelù ben si addice alla Champions League, che alza il sipario sulla fase a eliminazione diretta, la più calda ed emozionante. Sedici squadre rimaste, otto sfide, alcune dal pronostico apparentemente chiuso, altre, invece, dall’esito difficilmente decifrabile.

A inaugurare le due settimane degli ottavi di andata saranno Roma-Porto e Manchester United-PSG. La prima sfida rientra nel novero delle gare da 50 e 50. Tecnicamente, la squadra di Di Francesco sembra superiore, ma guai a sottovalutare i lusitani, allenati da Sérgio Conceição, a lungo in Italia con le maglie di Lazio (faceva parte della rosa scudettata del 2000), Parma e Inter, e guidati in campo da Iker Casillas, recordman di presenze nella storia della Champions. Il recente ricordo dell’eliminazione nel preliminari del 2016 deve servire da monito per i giallorossi, mai vittoriosi nei quattro precedenti contro i portoghesi, ma obbligati a riscattare una stagione fin qui deludente, con il punto più basso vissuto nell’umiliante 7-1 subìto a Firenze in Coppa Italia.

Se il 17 dicembre, giorno del sorteggio, Manchester United-PSG sembrava un abbinamento di gran lunga favorevole ai transalpini, due mesi dopo la situazione è radicalmente cambiata: i Red Devils, dopo l’esonero di Mourinho, hanno iniziato a volare sotto la guida di Ole Gunnar Solskjær. Dieci vittorie in undici partite e, soprattutto, la rinascita di giocatori che sembravano essersi eclissati durante la gestione precedente, su tutti Paul Pogba, tornato ai livelli che avevano spinto il club inglese a spendere 105 milioni per riprenderlo dalla Juventus. Dall’altro lato, il PSG, dominatore incontrastato in Ligue 1 e alla ricerca della tanto agognata consacrazione in campo europeo, arriva all’Old Trafford senza due delle tre stelle più luminose della sua straordinaria rosa: Cavani e Neymar sono fuori per infortunio e tutto il peso dell’attacco sarà sulle spalle di Kylian Mbappé.

Sorteggio abbordabile per il Real Madrid, dominatore incontrastato della competizione nelle ultime tre edizioni e alla ricerca del quarto successo consecutivo. Le Merengues, dopo un difficile avvio di 2019, che aveva messo fortemente in discussione la panchina di Santiago Solari, si sono ricompattate anche attraverso le scelte forti operate dall’allenatore argentino (su tutte, le esclusioni di Marcelo e Isco), uscendo indenne dal Camp Nou nell’andata della semifinale di Coppa del Re e vincendo proprio nello stadio che ospiterà la finale il derby di Liga contro l’Atlético.
Il primo ostacolo sulla strada dei Blancos è rappresentato dal giovane Ajax di Erik ten Hag, ritornato tra le migliori sedici d’Europa dopo ben 13 anni e finalista di Europa League due stagioni fa. Tra i tanti talenti presenti nella rosa dei lancieri, spiccano in particolare il capitano Matthijs de Ligt, difensore centrale, 20 anni da compiere ad agosto, ma già nelle mire dei top club europei, e Frenkie de Jong, che il 1° luglio si trasferirà al Barcellona per 75 milioni di euro più 11 di bonus. E chissà che quest’ultimo non voglia fare uno scherzetto al Real in vista dei futuri Clásicos che lo attendono.

Un’altra partita molto equilibrata e aperta a ogni scenario vede affrontarsi Tottenham e Borussia Dortmund. I londinesi, orfani almeno per il match d’andata di Dele Alli e Harry Kane, sono giunti a questa sfida dopo un’incredibile rimonta ai danni dell’Inter nella fase a gironi, ma, salvo eventi clamorosi, si apprestano a concludere ancora una volta la stagione senza titoli, a causa delle inopinate eliminazioni maturate a fine gennaio nelle due coppe nazionali. Andare avanti in Champions rappresenterebbe per la formazione di Mauricio Pochettino un’importante iniezione di fiducia, oltre che di liquidità economica, in vista del futuro.
Ben altra prospettiva sembra attendere il Borussia Dortmund di Lucien Favre, in testa alla Bundesliga con cinque lunghezze di vantaggio sul Bayern Monaco. Il sogno di riportare il Meisterschale sotto la Ruhr dopo sei anni ininterrotti di egemonia bavarese potrebbe spingere inconsciamente i gialloneri a concentrare il grosso delle energie fisiche e mentali sul campionato. La gara di Wembley servirà a Reus e compagni per scrollarsi di dosso le scorie dell’ultima settimana, iniziata con l’eliminazione in Coppa di Germania per mano del Werder Brema e proseguita con l’harakiri casalingo contro l’Hoffenheim, capace di recuperare un passivo di tre reti nell’ultimo quarto d’ora.

Il programma della prossima settimana verrà aperto da Lione-Barcellona e Liverpool-Bayern Monaco. I catalani, reduci da tre pareggi consecutivi tra Liga e Coppa del Re, partono nettamente favoriti contro l’incostante Olympique, solo terzo in Ligue 1 e a distanza siderale dal PSG. Centrare il terzo triplete in dieci anni è l’obiettivo del club allenato da Ernesto Valverde, il quale punterà sulla voglia di rivalsa di Leo Messi, fuori dal podio dell’ultimo Pallone d’Oro dopo 11 anni e cinque vittorie.

La doppia sfida più attesa dell’intero quadro degli ottavi di finale è probabilmente quella tra Liverpool e Bayern Monaco. Difficile azzardare un pronostico, sebbene i bavaresi sembrino giungere in condizioni migliori rispetto agli uomini di Klopp, incapaci, almeno finora, di superare il KO nello scontro diretto dell’Etihad Stadium contro il Manchester City dello scorso 3 gennaio, come dimostrano l’eliminazione in FA Cup contro il Wolverhampton e i due pareggi in Premier con Leicester e West Ham, che hanno permesso ai Citizens di Guardiola di agguantare in vetta alla classifica i Reds, seppur con una gara in più.
Otto vittorie nelle ultime nove partite di Bundesliga hanno consolidato la traballante panchina di Niko Kovač, riportandolo in corsa per la vittoria del titolo, anche se l’ennesimo infortunio di Manuel Neuer, che rischia di aver concluso la sua stagione, non permette al tecnico croato di poter dormire sonni tranquilli, considerando che lo scorso anno fu proprio uno sciagurato errore del vice Ulreich nella semifinale contro il Real Madrid a compromettere le possibilità di qualificazione del Bayern. La sensazione è che per gran parte della rosa bavarese, tra le più anziane della manifestazione, questa possa essere l’ultima occasione per conquistare la coppa dalle “grandi orecchie”.

Un altro ottavo di grandissimo equilibrio mette di fronte le uniche due formazioni in grado, nell’ultimo quinquennio, di avvicinarsi concretamente allo spodestamento dal trono del Real Madrid e del Barcellona: in questo lasso di tempo, infatti, Atlético e Juventus hanno disputato due finali a testa, venendo però sempre sconfitte (due volte dal Real i Colchoneros, una dal Barça e una dalle Merengues i bianconeri). L’accoppiamento dell’urna di Nyon regala forse la sfida più attesa dal punto di vista tattico, poiché ad affrontarsi sono due tra gli allenatori più preparati al mondo sotto questo aspetto.
Diego Pablo Simeone, per molti addetti ai lavori all’ultima stagione sulla panchina dei Rojiblancos, deve riscattare un brutto inizio di anno solare, che ha visto la sua squadra eliminata dalla Coppa del Re e scavalcata al secondo posto in Liga dai cugini del Real in seguito al KO nel derby. Il “Cholo” si affiderà a Griezmann, all’ex Morata e al rientrante Diego Costa per scardinare la difesa juventina.
Proprio il reparto arretrato rappresenta il cruccio più importante di Massimiliano Allegri, che difficilmente riuscirà a recuperare la coppia centrale titolare in vista del match d’andata: probabile che a Madrid possa vedersi in campo il solo Giorgio Chiellini, mentre appare remoto un recupero in extremis di Leonardo Bonucci. Grande attesa è riposta in Cristiano Ronaldo, fin qui fermo a una sola marcatura in Champions, ma sempre decisivo nelle notti a eliminazione diretta degli ultimi anni. Spetterà soprattutto a lui fare in modo che la Juve possa ritornare al Wanda Metropolitano anche il 1° giugno.

L’ultimo ottavo di finale mette di fronte Schalke 04 e Manchester City. In quella che appare come la classica sfida tra Davide e Golia, difficile che la qualificazione possa sfuggire agli uomini di Guardiola, a caccia, come il Paris Saint-Germain, dell’affermazione in campo europeo, dove annoverano come miglior risultato la semifinale raggiunta nel 2016. Non ha nulla da perdere lo Schalke di Domenico Tedesco, giovanissimo allenatore di origini italiane, alla ricerca di un successo di prestigio che possa dare un senso a una stagione fin qui disastrosa, dal momento che I Minatori sono soltanto quattordicesimi in Bundesliga.

Ad aumentare l’attesa della fase a eliminazione diretta della Champions League è stata la stessa UEFA, che, dopo tante perplessità, ha deciso di aprire all’uso del VAR a partire proprio dagli ottavi di finale di questa edizione.
Le squadre migliori, i palcoscenici migliori e le condizioni migliori: non resta, dunque, che godersi lo spettacolo.

Stefano Scarinzi
12 febbraio 2019

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